Il Wedding tourism
21.02.2023
Unire un viaggio e il matrimonio si può. Il wedding tourism è proprio questo: organizzare un viaggio in un Paese diverso da quello di origine finalizzato alla celebrazione del proprio matrimonio.
L’Italia come meta preferita
Recentemente Enit (Agenzia Nazionale per il Turismo) e Convention Bureau Italia hanno presentato i dati dell’Osservatorio Destination Weddings in Italy – condotto da Centro Studi Turistici e finanziato dal Ministero del Turismo – relativi al 2022. Nell’ultimo anno in Italia sono stati detti oltre 11mila “Sì” all’altare direttamente riconducibili al fenomeno in discussione, numeri che hanno comportato oltre 2 milioni di presenze e circa 600 milioni di fatturato. Un settore nuovo, in piena espansione (+11% di fatturato rispetto al 2019, periodo pre-pandemia) e che vede il nostro Paese primeggiare in Europa e nel mondo. Nel 2023 si prevede, sempre secondo l’Osservatorio, una nuova crescita: mille eventi in più, con una crescita del 9,5%.
Toscana la più richiesta, ma anche Lombardia e Sud Italia
Che sia tra le splendide colline del Chianti o della Val d’Orcia, tra le meraviglie storiche e artistiche di Firenze, Siena, Pisa, Arezzo, Pistoia e Lucca, oppure sulle spiagge cristalline nascoste negli anfratti dell’Isola d’Elba (e quelle dell’arcipelago toscano), la location da sogno preferita dagli stranieri è la Toscana, col 21% degli eventi. A seguirla sono – in ordine di preferenza – Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia e Lazio.
Stranieri (tanti e da tutto il mondo) e non
Tra gli stranieri che scelgono di sposarsi nel nostro Paese sicuramente la popolazione più numerosa è quella statunitense, col 29,2% del totale. La presenza delle coppie europee pesa comunque molto, avendo generato oltre il 57% degli eventi.
Ma anche tanti, tantissimi italiani scelgono una regione diversa dalla propria per dire “Sì”, in una sorta di micro wedding tourism: più di 7.160 nel 2022, circa il 65% di quelli organizzati da stranieri, praticamente una filiera parallela.
Secondo Ivana Jelinic, ceo di Enit, “l’industria del wedding incide con notevoli benefici sulla filiera del comparto turistico ampliando le occasioni di scelta di un viaggio in Italia nonché la notorietà dell’immagine del brand Italia.” A proposito di “brand Italia”, anche il parere di Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia, è simile: “la ripresa del destination wedding è stata registrata in tutte le regioni italiane, grazie al forte desiderio di ricerca di scenari unici come quelli toscani, di luoghi insoliti come i trulli, e di tipicità locali come le masserie”. Un parere sostenuto anche da Alessandro Tortelli, direttore di Cst Firenze, che vede nelle coppie straniere “una ricerca sempre di più tipicità e luoghi unici”. Insomma, le parole d’ordine sono tipicità, unicità e località. In una parola: autenticità.
Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!
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