Il Timone: formazione, partecipazione e dialogo per cambiare rotta

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28.05.2023

Il mondo del lavoro, come tutti gli altri aspetti della vita, è in costante evoluzione. In questi ultimi anni, è stato caratterizzato da una serie importante di cambiamenti, tra cui la globalizzazione, l’automazione, la digitalizzazione, la pandemia globale da COVID-19, la guerra Russia-Ucraina alle porte dell’Europa. Questi fattori hanno messo a dura prova il nostro sistema di lavoro, con conseguenze negative per i lavoratori, le aziende, le istituzioni e soprattutto per i giovani.

Il sindacato come timoniere

Per questo motivo è diventato sempre più importante promuovere il dialogo e il confronto tra queste quattro categorie, al fine di trovare soluzioni e dare una nuova direzione al nostro sistema di lavoro. Il titolo del nostro progetto, “Cambiamo rotta“, riflette proprio questa esigenza.

Il timone, come simbolo del nostro progetto, rappresenta la necessità di una guida comune e di una rotta condivisa. Il sindacato confederale, come timoniere, è chiamato ad assumere un ruolo centrale nel coordinamento del dibattito e nella ricerca di soluzioni. Il sindacato infatti rappresenta i lavoratori, ma deve anche dialogare con le altre categorie, per creare una vera e propria rete di confronto e cooperazione.

La formazione come motore

Uno dei temi centrali su cui ci concentriamo maggiormente è la formazione. La formazione, infatti, è uno strumento fondamentale per la crescita professionale e personale dei lavoratori, ma anche per la competitività delle aziende.

Il mondo del lavoro richiede sempre più competenze specializzate, se i lavoratori non sono adeguatamente formati, rischiano di rimanere indietro rispetto all’evolversi delle professioni e delle nuove “skills” richieste da queste ultime. 

L’estrema volubilità dei mercati, la flessibilità, il mutamento costante hanno rotto il paradigma del lavoro standardizzato, del lavoro sicuro, del cosiddetto posto fisso, di quell’impronta che da sempre ha caratterizzato il modello fordista. Perciò è necessario investire nella formazione continua, promuovendo la cultura dell’apprendimento permanente, della crescita e accompagnare costantemente i lavoratori in questa transizione. La formazione non deve essere recepita come un costo da parte dell’azienda, ma come un guadagno in termini di capitale umano. Investire nella formazione e nella resilienza di milioni di lavoratori, capaci di affrontare le “ondate” di quel mare tempestoso che è il libero mercato globalizzato. 

La partecipazione come vento

Per i giovani, invece, il tema centrale è la partecipazione. I giovani sono la forza trainante della società e del futuro, ma spesso vengono esclusi dalle decisioni e dai processi decisionali e culturalmente sono molto distanti dalla partecipazione alla vita politica e decisionale del paese. 

L’astensionismo alle votazioni, fenomeno che comprende più fasce di età, ha visto una crescita costante nel corso degli ultimi anni, fino a toccare il picco nelle recenti votazioni politiche del 2022 del 36,09%. È importante quindi coinvolgere i giovani in modo attivo nella vita politica, economica e sociale del paese, affinché possano contribuire con le loro idee e la loro creatività al processo di cambiamento, rompendo questo trend negativo di distanza culturale e di partecipazione. È essenziale che i giovani, comprendano la centralità del loro ruolo, che siano accompagnati nella transizione scuola-lavoro, non solo dalle istituzioni, ma che siano compartecipi a questa iniziativa anche le aziende, i lavoratori ed il sindacato stesso, attraverso iniziative di coinvolgimento attivo, di dibattito e di confronto sui temi che maggiormente colpiscono i giovani e che di conseguenza minano la sicurezza di un futuro prospero per il nostro paese. La precarietà, il fenomeno delle dimissioni volontarie, la fuga di cervelli, la differenza tra le aspettative di lavoro che i giovani hanno e la realtà del nostro tessuto economico-lavorativo, che molto spesso non combaciano. Sono tutti temi di cui è importante parlare assieme, condividere, sviluppare una piattaforma stabile per incrociare quelli che sono i sogni dei giovani, con la necessità di aziende ed istituzioni di avere una forza lavoro stabile e duratura. Migliaia di giovani abbandonano la nave in cerca di fortuna altrove e le loro speranze di un lavoro sicuro affondano nel mare selvaggio dell’estrema flessibilità e precarietà. Disegnare una rotta assieme, è l’unico prospetto che abbiamo. 

La sostenibilità come ancora 

Le aziende, dal canto loro, devono acquisire maggiore consapevolezza dei loro impatti economici, sociali e ambientali. Le aziende che operano con una prospettiva di sostenibilità sono in grado di creare valore a lungo termine per i loro dipendenti, i loro clienti e l’ambiente in cui operano. 

In questo senso, l’impegno per la sostenibilità diventa un fattore chiave di competitività. Un’azienda deve conoscere la sfida che rappresenta il cambiamento climatico e deve saper cambiare rotta per tempo, adottando strategie e politiche ambientali, volte alla preservazione e alla tutela del proprio territorio. Un’azienda consapevole ed aperta al dialogo deve conoscere l’importanza di temi come quello della sicurezza sul lavoro, del work-life balance, dello stress lavoro correlato, del burnout. 

Deve avere la capacità ed il coraggio di ragionare ad obiettivi e valutare per tempo la possibilità di ridurre il proprio orario lavorativo, non solo per preservare la salute dei propri dipendenti, ma per divenire una prospettiva più accattivante per i tanti giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. 

Un’azienda consapevole si impegna per la formazione dei lavoratori guardandola con l’ottica di competitività ed etica, e non in termini di costo, avendo con sé personale formato ed indipendente, capace di affrontare l’avvicendarsi di nuove professioni. Ed infine, si impegna per creare lavoro stabile, sicuro ed indeterminato per i tanti giovani. Un’azienda lungimirante è un’azienda che sa prevedere una tempesta all’orizzonte. È consapevole che solo adottando queste politiche, il nostro paese avrà un futuro. Deve avere la capacità ed il coraggio di ragionare ad obiettivi e valutare per tempo la possibilità di ridurre il proprio orario lavorativo, non solo per preservare la salute dei propri dipendenti, ma per divenire una prospettiva più accattivante per i tanti giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. Ridurre l’orario lavorativo significa anche ridistribuire il lavoro a più persone. Meno ore di lavoro per più posti di lavoro con salari decorosi rispetto al costo della vita. Lavorare tutti e meno per una maggiore dignità di tutti, soprattutto per ridurre la forbice degli inoccupati e riuscire a costruire una società più equa.

Il dialogo è la rotta

Infine, per le istituzioni il tema centrale è il dialogo. Le istituzioni hanno il compito di creare le condizioni per un dialogo costruttivo e aperto tra le diverse categorie sociali. È fondamentale quindi promuovere la partecipazione e l’inclusione, attraverso la creazione di spazi di discussione e di cooperazione tra le diverse categorie di giovani, lavoratori, aziende ed istituzioni stesse. Tavoli di lavoro, comitati, congressi, partecipazione attiva, devono diventare lo strumento principale per sviluppare un dialogo costruttivo tra i diversi attori sociali. Hanno il compito di rappresentare la voce del popolo e promuovere un clima di rispetto e collaborazione. Questa deve essere la rotta principale della nostra nave. Il nostro timoniere, il sindacato, è quello che si preoccupa che tutto questo diventi realtà. Ha l’arduo compito di stare al centro, di congiungere, di muovere il timone a seconda delle esigenze.
Il nostro motto è “Cambiamo Rotta, Cambiamo Insieme”. 

“La vita è come il mare. Dobbiamo alzare le vele talvolta a favore del vento, altre volte controvento, ma dobbiamo sempre continuare a navigare per non andare alla deriva.” Cit. Romano Battaglia

Alessandra Mascitelli, Giuseppe Falcone, Victoria Pastore, Enrico Casadei e Nadir radi 

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