Tra un mese esatto iniziano gli Europei di calcio femminile!

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06.06.2022

Mercoledì 6 luglio inizierà il XIII Campionato europeo di calcio femminile e si svolgerà in Inghilterra, con tanto di finale a Wembley. L’Italia, alla dodicesima partecipazione, è stata inserita nel girone D con Francia, Belgio e Islanda.

Il movimento del calcio femminile ha fatto enormi passi avanti negli ultimi anni, anche se con qualche disparità tra le prime nazionali del ranking e quelle meno sviluppate. Il 91% delle giocatrici appartiene infatti ad una delle prime venti nazioni. Ciononostante dopo il successo mediatico planetario dei Mondiali di Francia del 2019, in Italia è stato seguito in totale da quasi 25 milioni di persone. La situazione sembra essersi “sbloccata” dall’impasse di stallo. Il calcio femminile sta vivendo ora, anche a livello di club, una nuova crescita e uno sviluppo negli investimenti.

Investimenti che sono massicci e corposi, come detto, soprattutto negli Stati Uniti, in Germania, Svezia, Inghilterra e da poco Italia. Ovvero le uniche leghe che al momento sono totalmente professionistiche. Ma anche Spagna e Francia sembrano andare in quella direzione.

Quali sono le squadre più forti?

Molte le riconosciamo tra le più forti in circolazione anche nel calcio maschile, come: Barcellona, Atletico Madrid, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Juventus, Bayern Monaco e Paris Saint Germain. Altre – comunque conosciute per la controparte maschile – si stanno affermando come migliori club rispetto alla controparte maschile, come Olympique Lyonnais (squadra con maggior successo in Champions League con 8 vittorie), Wolfsburg (che ha il maggior numero di calciatrici in nazionale in rosa d’Europa, addirittura 23) o Frankfurt (seconda squadra con maggior successo in Champions con 4 vittorie).

Per quanto riguarda le calciatrici nel mondo, impossibile non citare la brasiliana Marta (sei volte miglior calciatrice del mondo), la tedesca Birgit Prinz, l’olandese Lieke Martens, le americane Megan Rapinoe e Alex Morgan e la spagnola Alexia Putellas.

Che giro mediatico ha il calcio femminile?

Come detto l’attenzione dei media e del pubblico verso il calcio femminile è in continua crescita. Basta pensare ai 91.648 spettatori al Camp Nou di Barcellona per la partita contro il fortissimo Wolfsburg, ai 91.553 di poche settimane prima contro il Real Madrid o ai 32.912 di Wembley nell’ultima finale di FA Cup. Un’enormità per un campionato in cui la presenza media si aggira sui 2000 spettatori a partita (con una crescita del 29% solo quest’anno, n.d.r.).
In Italia la principale competizione per aumento di interesse tra il 2016 e il 2019 è stata proprio la serie A femminile. Si è passati dal 14% al 30% dell’interesse tra gli appassionati di calcio e dall’11% al 22% tra la popolazione italiana over 18. In più, come accennato precedentemente, agli ultimi mondiali la nazionale è stata seguita da circa 20 milioni di italiani, un dato non di poco conto.

Purtroppo, però, non basta. Secondo l’UNESCO, soltanto il 4% della copertura mediatica sportiva è dedicata allo sport al femminile. Il professionismo nella maggior parte dei paesi latita e la differenza nei salari – non solo nei club, ma anche nelle nazionali e nei relativi premi – è esagerata. Infatti la vincitrice del Mondiale femminile ha avuto un premio monetario di 10 milioni di dollari, la Germania, vincitrice in Brasile, 348 milioni di dollari. Anche tra i vincitori della Champions la differenza è rimarcata: 1 milione di dollari per il club femminile vincitore e 35 milioni per quello maschile.

Quali sono i salari e le tutele delle calciatrici? In pratica, cosa cambia col professionismo?

In Italia a partire dal 1 luglio 2022 i rapporti del calcio femminile dovranno essere regolati secondo gli schemi contrattuali del professionismo sportivo. Alle atlete sarà garantito il riconoscimento delle tutele lavorative, previdenziali e assicurative previste per i lavoratori e quindi al pari dei colleghi calciatori. I calciatori continueranno a guadagnare molto di più che le calciatrici, ma almeno queste ultime potranno avere un minimo salariale pari a quello dei calciatori di Serie C (l’Assocalciatori e la FIGC hanno fissato il salario minimo sulle cifre già previste per la Serie C maschile, quindi circa 26mila euro lordi all’anno).

 

Giovane Avanti!

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