Hacker russi rivendicano attacco al sito web della Polizia italiana e annunciano attacco globale: c’è il rischio di una cyberwar mondiale?

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17.05.2022

Dopo l’attacco informatico ai siti web del Senato e della Difesa dei giorni passati, gli hacker russi di Killnet hanno rivendicato, tramite Telegram, un nuovo attacco al sito web della Polizia italiana. Stando a quanto riportato a mezzo stampa, l’azione è stata condotta durante la notte scorsa. Repentino l’intervento da parte dei tecnici e degli specialisti del Centro Nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia Postale.

Gli hacker di Killnet hanno poi annunciato un attacco informatico globale che dovrebbe interessare Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Italia, Lettonia, Romania, Lituania, Estonia, Polonia e l’Ucraina.

Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, lo scorso 24 febbraio, i cyber attacchi sono sempre più frequenti, ecco perché si parla, a specchio, di una cyberwar. Ad Anonymous ha risposto Killnet: si procede a colpi di incursioni, limitazioni al corretto funzionamento dei siti web e alla diffusione incontrastata di fake news. Il mondo è preparato a sostenere quella che potrebbe essere la prima guerra informatica?

PERCHÉ C’È IL RISCHIO DI UNA CYBERWAR

Per non farsi trovare impreparata e per proteggere la propria sicurezza digitale, l’Europa sta adottando misure speciali, confrontandosi costantemente con la Nato. Recentemente, in un altro articolo, abbiamo analizzato la nuova NIS 2, Network and Information Security. Ma per costruire una rete forte e impenetrabile serve fare di più.

A tal proposito, l’ultimo rapporto di Microsoft ha stabilito che dall’inizio del conflitto la sola Ucraina ha subito oltre 230 attacchi hacker e a farne le spese sono state le infrastrutture pubbliche. Come abbiamo anticipato, gli hacker russi stanno espandendo il raggio d’azione e sembra che vogliano davvero intraprendere una guerra parallela su scala mondiale.

Alla luce di questa possibilità, che sembra essere sempre più concreta, l’Unione Europea ha quindi iniziato a vietare l’esportazione della tecnologia dual-use in Russia. L’obiettivo di questa mossa è evitare che possano essere utilizzate le tecnologie più sofisticate, quelle che permettono, ad esempio, le elevate prestazioni dei droni.

La UE è al lavoro anche sulla diffusione di fake news. Nel 2014 fu creato il programma East Stratcom alla cui guida è stato posto uno staff di eccellenze del digitale. Il programma, inoltre, prevede una stretta collaborazione con altri organismi internazionali. I dati registrati negli ultimi anni certificano che la divulgazione di notizie false sull’Ucraina da parte della Russia non è poi così recente: questo fenomeno ha avuto inizio circa sette anni fa.

Un ulteriore provvedimento è da ricercarsi nel Digital Services Act. In questo caso, il Parlamento Europeo ha previsto l’istituzione di una Commissione che può intervenire concretamente sulla propagazione di immagini e informazioni false, applicando anche delle sanzioni.

E IN ITALIA?

Lo scorso sabato, 14 maggio, sembrava che gli hacker del collettivo Killnet avessero attaccato anche le reti dell’Eurovision Song Contest, svoltosi a Torino. La competizione canora ha accolto la band ucraina di rappresentanza, mentre è stata esclusa la presenza di una delegazione russa proprio a causa del conflitto. Per cui, un attacco era plausibile. I Killnet hanno smentito, prendendosi gioco dei media che avevano riportato la notizia, ma hanno annunciato ulteriori attacchi globali.

L’italia, come abbiamo visto, rientra tra le vittime di questo assalto. Quali sono le cautele adottate per ridurre il rischio? Nel decreto legge n.21 del 21 marzo scorso si è fatto proprio riferimento a una serie di misure straordinarie per aumentare la protezione anche delle reti.

È stato modificato il Golden Power per rafforzare le tutele. Resta la costante collaborazione con gli altri Paesi dell’Unione Europea.

In generale, sì, esiste il rischio di una cyberwar. Si tratta però di un terreno inesplorato. Anche se c’è consapevolezza degli strumenti digitali e dell’avanzamento sempre più rapido delle potenzialità della realtà virtuale, una guerra informatica sarebbe una novità e gli esiti e le conseguenze, contestualmente, non sarebbero così scontate né sempre del tutto prevedibili.

 

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