Gli sport più scelti dai giovani

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14.02.2023

Indubbiamente uno degli ingredienti di una vita sana ed equilibrata rimane l’attività sportiva, che sia individuale o di squadra, dalla corsetta fino al Triathlon, questa buona attitudine porta svariati benefici non solo cardiocircolatori.

Le buone abitudini possono iniziare in qualsiasi momento della propria vita e fanno ancora meglio il loro lavoro se coltivate fin da bambini, e così lo sport e la sua influenza e praticabilità in termini giovanili può essere indicativa in qualche modo anche di un indice di attenzione alla propria salute. 

L’emergenza Covid ha inciso non solo sulle opportunità educative dei giovani, ma anche sulla loro attitudine sportiva e sedentaria. Da quello che sappiamo i giovani italiani non brillano per attività fisica e secondo un’analisi della rivista medica The Lancet sono tra i meno attivi al mondo, quasi 9 adolescenti su 10 si allenano meno di quanto raccomandato. 

La frequenza con cui si pratica sport è meno elevata tra i bambini sportivi di 3-5 anni e cresce nelle età successive fino a raggiungere alti livelli di assiduità tra gli sportivi di 15-24 anni che, nel 40,6% dei casi, vi si dedicano in media per tre o più giorni a settimana. La frequenza allo sport si riduce nelle classi di età adulte (25-64 anni) mentre recupera tra gli over65: in questa fascia d’età il 44,5% degli sportivi pratica sport in media tre o più giorni a settimana.

Senza troppe sorprese, lo sport più praticato dai giovani italiani (e non solo) è sicuramente il calcio ed il calcetto che vede per lo più ragazzi fino ai 19 anni addirittura con un tasso superiore al 50% in termini di sport praticato, mentre è poco meno del 3% per le giovani ragazze. 

A seguire con gli sport acquatici, è il nuoto ad essere molto diffuso sia nell’infanzia che negli adulti, e rimane comunque la seconda disciplina più praticata (circa il 20%) in generale con una preferenza più nei ragazzi che nelle ragazze. Seguono pallacanestro, ginnastica, tennis e arti marziali per i ragazzi (tutte discipline attorno al 10% circa) e per le ragazze danza (28%), ginnastica (25,1%), nuoto e atletica leggera, footing e jogging (10,7%). 

Chiaro anche che la cultura dello sport, è influenzata non solo dall’età, ma anche dalla geografia, ad esempio l’attitudine alla pratica sportiva è maggiore al Nord-est Italia dove vi si dedica il 41,6% della popolazione di tre anni e più; segue il Nord-ovest (39,9%) e il Centro (36,7%). Le quote sono decisamente più basse nelle regioni meridionali (24,8%) e insulari (25,4%) con l’eccezione della Sardegna (31,9%). Le regioni con i valori più bassi sono Campania (20,8%), Calabria (22,5%), Sicilia (23,2%), Molise (23,6) e Basilicata (24,7%).

Il monitoraggio di tali preferenze e peculiarità è utile ed indicativo della salute non solo delle persone, ma anche dei lavoratori. Infatti la predisposizione alle malattie professionali, secondo un recente studio dell’agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, dimostra come i disturbi muscolo-scheletrici tra i bambini e i giovani possono condizionare la vita lavorativa per i giovani lavoratori e quali fattori di rischio sono da prendere in considerazione e combattere. 

Parliamo ad esempio di carico di lavoro fisico, le posture lavorative non naturali a lungo termine, il lavoro ripetitivo, il lavoro sotto pressione, il bullismo, la precarietà del lavoro, le sfide professionali e le condizioni meteorologiche estreme. Tutte variabili che possono essere contrastate e prevenute grazie anche allo sport a da ciò che ne consegue dal  suo benessere psico-fisico e sociale.

Valerio Camplone

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