Giovani, migranti e integrazione

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18.12.2022

Il 18 dicembre si celebra la Giornata Mondiale dei Migranti, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare l’approvazione – in questo giorno del 1990 – della Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, documento entrato definitivamente in vigore nel 2003, ma purtroppo non ancora ratificato da molti Paesi a forte immigrazione come nell’Europa occidentale o in Nord America.

Questa giornata, importante per i diritti umani nel mondo e soprattutto per l’integrazione in un mondo sempre più connesso (in tutti i sensi), a noi giovani offre degli spunti importanti: analizzare l’inserimento nella comunità delle seconde generazioni, e quindi delle famiglie, è fondamentale per capire l’efficacia di un modello integrativo.

I dati sui migranti

All’inizio dell’anno corrente in Italia erano residenti oltre 5 milioni di stranieri, con un ritmo di crescita di circa 200 mila persone ogni tre anni. Secondo l’ultimo Rapporto Istat “nell’ultimo decennio si è assistito a una contrazione senza precedenti dei flussi per motivi di lavoro, a una sostanziale stabilità di quelli per ricongiungimento familiare e a una rapida crescita degli arrivi di persone in cerca di protezione internazionale”.

Per quanto riguarda le nuove generazioni, al 1 gennaio 2020 sono oltre 1 milione i minorenni nati in Italia da genitori stranieri: più di uno su cinque prenderà poi la cittadinanza italiana (228 mila). Anche gli studenti con un background migratorio (quindi stranieri o italiani dopo aver preso la cittadinanza) superano il milione: una proposta come lo ius scholae coinvolgerebbe una platea di 280 mila ragazzi e ragazze, ovvero più degli attuali alunni con cittadinanza acquisita. Anche se la distribuzione non sarebbe poi così uniforme, visto che uno su quattro degli aventi diritto sono concentrati in Lombardia.

L’integrazione delle seconde generazioni

Negli ultimi decenni, per la posizione strategica nel Mediterraneo e in quello che era il “lato occidentale” dell’Adriatico, l’Italia è stata teatro di enormi migrazioni di massa, come dall’Albania, Nord Africa e Africa Sub-sahariana. Molti dei migranti hanno messo radici – mentre la propensione a stabilirsi in Italia è più bassa tra gli arrivati nell’ultimo decennio – e così le seconde generazioni hanno potuto integrarsi o nascere direttamente in Italia. Giovani che nella maggior parte dei casi si sono integrati bene, con percorsi attivi di cittadinanza, nelle istituzioni o comunque in enti di rappresentanza: basti pensare che oltre trenta associazioni di giovani con background migratorio attive in tutta Italia hanno partecipato all’iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione “Filo diretto con le seconde generazioni“. Un’iniziativa partita nel 2014 con l’obiettivo di approfondire la conoscenza di queste realtà associative e delle loro istanze e di sviluppare uno spazio comune di collaborazione, che ha portato alla luce già in quell’anno il primo Manifesto delle Nuove Generazioni Italiane, poi aggiornato nella seconda edizione del 2022. Quelle trenta associazioni, diventate di più nel tempo, nel 2016 si costituiscono in un coordinamento nazionale, il CoNNGI (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane):

Il Manifesto delle Nuove Generazioni Italiane

In premessa si leggono subito i valori del Manifesto, che sono gli stessi delle associazioni facenti parte della rete CoNNGI: “una società più inclusiva, solidale e aperta, che valorizza la pluralità ed è trainata dalle Nuove Generazioni italiane, dando effettiva e concreta attuazione al Principio di eguaglianza e non discriminazione sanciti dall’art. 3 Costituzione”. A livello tematico si divide poi in sette parti: Scuola; Lavoro; Cultura, sport e partecipazione; Cittadinanza e rappresentanza politica; Comunicazione e media; Cooperazione internazionale; Ambiente, salute ed eguaglianza. Parti che comunque sono accomunate dai nove obiettivi strategici che la rete associativa si pone:

  1. Consolidare una rappresentanza e rappresentatività politico-sociale rendendo il CoNNGI un punto di riferimento per le nuove generazioni italiane;
  2. Partecipare ai tavoli istituzionali come interlocutori attivi e propositivi per il cambiamento della società civile;
  3. Sviluppare e consolidare la consapevolezza delle Nuove Generazioni italiane sul loro valore di “ponte interculturale” e ambasciatori della volontà di cambiamento e inclusione dei giovani e non;
  4. Incentivare e migliorare il dialogo con tutte le rappresentanze delle comunità con background migratorio, favorendo anche il dialogo intergenerazionale;
  5. Promuovere una narrazione differente del fenomeno migratorio, senza stereotipi, visioni comuni e senza assecondare necessariamente certe visioni politiche;
  6. Valorizzare le competenze professionali formali e informali delle Nuove Generazioni italiane favorendo inclusione lavorativa e mobilità sociale, riconoscere che la conoscenza di più lingue e culture è un valore aggiunto;
  7. Aprire il Manifesto a nuove istanze specifiche, a necessità territoriali e alle sfide contemporanee e globali;
  8. Costruire una rete europea capace di dialogare con le istituzioni europee e non;
  9. Rafforzare le capacità di gestione e valorizzazione delle diversità dei soggetti che operano in e con contesti multiculturali.

Smettiamola di farci influenzare da bias e stereotipi, smettiamo di narrare l’integrazione come un qualcosa di impossibile da raggiungere e per la quale non sussistono le condizioni strutturali. Il modello integrativo deve essere indubbiamente migliorato, come deve esserlo il modello di prima accoglienza. Ma esistono migliaia di esempi viventi, di giovani impegnati per il nostro Paese e per la comunità che ci raccontano che l’integrazione esiste, è possibile e, pensate un po’, è a portata di mano. Sta a noi allungarla.

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

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