Giovani italiani e prima casa, incentivi in scadenza.

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15.11.2022

Uno dei dati più controversi e purtroppo ad oggi caratteristici del nostro paese, in tema di indipendenza giovanile, è l’età media in cui si lascia il proprio nucleo familiare di nascita.

Secondo i dati Eurostat l’età media nell’Unione europea in cui un giovane tra i 15 e i 34 anni ha lasciato l’abitazione dei propri genitori è di 26,5 anni, con un range che va dai 19 anni della Svezia ai 33,6 del Portogallo.

L’Italia in questo scenario con i suoi 30 anni di media, si colloca tra le ultime posizioni in quanto a indipendenza giovanile, dato ovviamente correlato all’alta disoccupazione giovanile e ad una conseguente difficoltà di accesso ad impegni di affitto e mutuo.

Su questo tema, non essendo purtroppo novità, negli ultimi anni si sono susseguiti diversi interventi normativi atti ad agevolare non solo il giovane che ha un contratto di affitto, ma anche il giovane che vuole acquistare casa.

Cercheremo di fare quindi un quadro il più possibile chiaro delle agevolazioni ad oggi vigenti ed in scadenza al 31 dicembre 2022.

Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa Consap

Già dal 2014, la Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A.), società in house del Ministero dell’Economia e delle finanze, ha istituito un fondo destinato a favorire l’accesso al credito da parte delle famiglie per l’acquisto di una prima casa.

Il mutuo Consap per sua definizione è destinato solo ad alcune categorie (tra cui i giovani under 36) e arriva a coprire normalmente il 50% della quota capitale, favorendo delle rate con tassi agevolati.

Attualmente il Decreto Sostegni Bis ha esteso questa garanzia dello stato all’80% della quota capitale per chi ha un Isee sotto i 40.000, aiuto che permette ai giovani con contratti atipici o precari di usufruire di una tutela dello stato e ridurre l’apporto di proprie disponibilità.

A far data dal 2023, questa garanzia tornerà ad essere disponibile al 50%, fermo restando una certa discrezionalità dell’accesso solo da parte di alcune banche aderenti a questo tipo di mutuo e a fondi che non sempre bastano per tutte le richieste.

Esenzioni delle imposte sull’atto

Fino al 31 dicembre per gli atti di compravendita, nuda proprietà e usufrutto a favore di under 36 con Isee sotto i 40.000 €, viene cancellata l’imposta di registro che per la prima casa è del 2% sul valore catastale dell’immobile (che si ottiene moltiplicando per 115,5 la rendita catastale). Questo è sicuramente l’incentivo più sostanzioso in termini di risparmio, considerando che su un’immobile di circa 180.000 euro parliamo di un’imposta di registro di circa 1.400 € che viene totalmente azzerata.

Segue anche l’esenzione dell’imposta ipotecaria e catastale che sono entrambe di 50 € l’una nel caso di compravendita tra privati e di 200 € l’una per compravendita da impresa.

Capitolo a parte, invece, è per l’imposta sostituiva sui finanziamenti per acquisto, costruzione e ricostruzione di immobili ad uso abitativo.

Questa esenzione riguarda, in particolare per i nuovi acquisti, una delle voci di costo del mutuo, ovvero lo 0,25% dell’ammontare complessivo concesso che viene totalmente abbattuto.

Credito d’imposta

Per gli acquisti soggetti ad Iva (generalmente quelli conclusi con un’impresa) oltre all’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, viene riconosciuto un credito d’imposta di ammontare pari all’Iva corrisposta al venditore.

Il credito può essere utilizzato, a scelta del beneficiario, in diminuzione IRPEF in base alla dichiarazione dei redditi da presentare dopo la data dell’acquisto agevolato o in compensazione tramite modello F24 o in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute su atti e denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito.

Cosa succederà da gennaio 2023?

Il nuovo governo Meloni, al momento in cui scriviamo (novembre 2022) non ha previsto interventi normativi nuovi o di proroga 2023 riguardo gli incentivi prima casa under 36.

Posto il permanere del Fondo Consap al 50%, vanno fatte considerazioni importanti sul momento storico riguardo il recente innalzamento dei tassi d’interesse dovuto alle tensioni geopolitiche e per l’iniziativa della stessa BCE in lotta alla forte inflazione che incombe sulla redditività delle famiglie e ancor di più, quindi, sui giovani.

Nell’ultimo periodo storico, la richiesta di mutui in generale è scesa del 24,5% rispetto ad un anno fa ed il timore del rischio recessione non apre alle più rosee prospettive di iniziativa economica per i giovani, che probabilmente con più facilità rinunceranno alla possibilità di accedere ad un mutuo e comprare casa considerando l’ipotesi di dover pagare poi delle rate che difficilmente saranno sostenibili.

Valerio Camplone

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