Giornata Mondiale della Gastronomia Sostenibile

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18.06.2022

Oggi, 18 giugno 2022, si festeggia la Giornata mondiale della gastronomia sostenibile.

Indetta ufficialmente nel 2016 dall’ONU, ottiene subito sponsorizzazioni e coordinazione dall’UNESCO e dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).

Una data molto importante promossa per omaggiare l’importanza del cibo e della gastronomia come tradizione ed espressione culturale delle diverse aree regionali, in tutto il mondo, e per ribadire la centralità del cibo e dell’alimentazione sostenibile, promuovendo il consumo di prodotti ecologici, a chilometro zero, nel rispetto dell’ambiente.

Ogni anno, in occasione della Giornata mondiale della gastronomia sostenibile, si riflette sull’importanza dell’alimentazione e del consumo responsabile di prodotti a basso impatto ambientale, con marchi di qualità, nel nome del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati per il 2030 dall’ONU.

La proiezione verso una cultura del cibo sostenibile, però, richiede l’adempimento di numerosi requisiti, in tema di qualità e sostenibilità, come l’agricoltura sostenibile, il rispetto dell’ambiente, la tutela dell’ambiente rurale, il benessere sociale delle categorie di lavoratori addetti alla produzione e l’introduzione di meccanismi di governance basati sulla responsabilità e sull’etica nell’ambito produttivo della filiera alimentare.

Il cibo però non è soltanto un mezzo di sostentamento fisico: è anche la diretta espressione di culture, aree geografiche, che si riconoscono nelle proprie eccellenze alimentari.

E l’Italia in questo primeggia. Culla tra le migliori cucine al mondo, da noi regnano ancora tradizioni culinarie forti e diffuse, essendo il nostro un paese, che vive, ancora dalla sua unificazione, un divario industriale tra Nord e Sud, tra grandi e piccoli centri abitati: un handicap sociale che ha però indirettamente facilitato lo sviluppo e il consolidamento di eccellenze culinarie locali, nel  nome della tradizione storica, specialmente in aree a bassa densità abitativa.

I piccoli centri abitati, specialmente quelli rurali, sono infatti un patrimonio di ricchezze alimentari, che da secoli custodiscono le proprie specialità ed eccellenze per realizzare prodotti genuini, a chilometro zero, tramite metodi di produzione artigianali. L’obiettivo della Giornata mondiale della  gastronomia sostenibile è in questo senso introdurre una nuova visione della cultura culinaria e  del commercio agroalimentare, in controtendenza rispetto all’attuale impostazione della filiera  produttiva del settore dell’alimentazione di consumo, basata ancora oggi sull’industrializzazione,  su metodi di produzione, di conservazione e di trasporto ad alto impatto ambientale o non conformi alle direttive di sostenibilità promosse dall’agenda dell’ONU.

Inoltre, la filiera alimentare, in Italia, è uno dei motori economici del paese (rappresenta il 15% del PIL italiano), e offre lavoro a quasi un milione e 500 mila persone, ovvero il 6,4% degli occupati.

Viene poi spontaneo pensare che, in un paese culturalmente e con una varietà culinaria tanto diversificata come il nostro, la produzione di beni alimentari sostenibili, a basso impatto ecologico e secondo l’etica  della prossimità territoriale, fortifica il legame tra gli individui e il proprio territorio.

Gli investimenti del piano di Ripresa e Resilienza promosso dal governo vertono perciò anche in una direzione che aiuti finanziariamente le piccole realtà locali a sfruttare il proprio patrimonio culinario, per creare posti di lavoro e per superare definitivamente la crisi economica post-Covid. Sono stati infatti stanziati 4,9 miliardi di euro per il settore agroalimentare, di cui 500 milioni per l’innovazione e la meccanizzazione sostenibile del settore agricolo ed alimentare, ed 800 milioni per lo sviluppo e l’innovazione della logistica della filiera agroalimentare (agricoltura, allevamenti, silvicoltura ed itticoltura).

La gastronomia sostenibile combatte con tenacia anche la diffusione, in Italia ed in Europa, degli allevamenti intensivi. La carne e soprattutto il pesce sono due elementi che costituiscono parte integrante della dieta mediterranea, ovvero la nostra alimentazione tipica, radicata sul territorio da secoli. Tuttavia, gli allevamenti intensivi rappresentano l’esatto opposto delle pratiche di sostenibilità proposte dall’agenda dell’ONU. L’utilizzo di metodi di allevamento, lavorazione e macellazione non regolamentate e non conformi agli obiettivi di sostenibilità, portano alla realizzazione di prodotti di bassa qualità, con un maggiore rischio della presenza di infezioni alimentari.

Gli investimenti dell’Unione Europea ed i fondi del PNRR hanno perciò anche l’obiettivo di facilitare la riconversione ad una produzione ecologica e conforme agli obiettivi di sostenibilità gli allevamenti intensivi e il settore dell’industria agroalimentare, per quella sfera di prodotti che ormai è caratterizzata da un’elevata domanda.

Un altro obiettivo che da anni è al centro delle tematiche relative alla gastronomia sostenibile è il consumo responsabile e salutare dei prodotti. L’alimentazione smodata o dannosa per il nostro organismo è da anni, infatti, al centro del dibattito.

Una delle grandi sfide della giornata mondiale della Gastronomia Sostenibile è la riduzione del consumo di carne e dei prodotti animali derivati.

Uno studio di Greenpeace, effettuato nel febbraio 2020, ha infatti sottolineato come il consumo di carne e di prodotti caseari e latticini in Europa sia rispettivamente il doppio ed il triplo rispetto alla media globale e di come il consumo di queste due tipologie di prodotti debba calare del 70% entro il 2030 e dell’80% entro il 2050, per garantire la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità. Questi obiettivi sono stati appoggiati anche dall’ONU, che spinge per una riconversione della nostra alimentazione-tipo, verso prodotti vegetali e con il minor apporto di grassi animali, per una questione di tutela ambientale e della nostra salute.

Ultimo, ma non per importanza, è il tema dello spreco: migliaia di tonnellate di cibo e di litri di acqua vengono sprecati perché considerati scarto delle produzioni industriali di massa o prodotti non di qualità. Tra gli obiettivi della giornata mondiale della Gastronomia Sostenibile figura anche l’importanza del riciclo e dell’evoluzione della filiera produttiva alimentare verso una filosofia “cradle to cradle” (dalla culla alla culla) anziché “cradle to grave” (dalla culla alla tomba), ovvero con l’immissione nel ciclo produttivo di sostanze all’apparenza di scarto per minimizzare gli sprechi e per realizzare nuovi prodotti.

La Giornata mondiale della gastronomia sostenibile è perciò un punto di incontro per riflettere sull’importanza di un’alimentazione corretta, sulla necessità dell’innovazione della filiera agroalimentare in nome della sostenibilità e della responsabilità e sull’importanza della promozione di realtà culinarie territoriali come risorsa di sviluppo e come fonte per la creazione di

posti di lavoro nel settore agroalimentare. Per preservare la biodiversità del nostro pianeta, per rendere sostenibile la filiera della produzione alimentare e per avere uno stile di vita più salutare è necessario conoscere queste tematiche e adottare in futuro, in nome della sostenibilità questi approcci, che rappresentano i punti focali dell’economia connessa al settore agroalimentare e dell’alimentazione del futuro.

Appuntamento dunque al 18 giugno, per quest’importante rassegna che di anno in anno, sta raccogliendo sempre più consensi e attenzione da parte del pubblico.

Il cibo del futuro nasce da ciò che mangiamo oggi!

Giovane avanti

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