Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia e adolescenza

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20.11.2022

Ogni 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia e adolescenza, una data simbolica che coincide con i giorni in cui l’Assemblea generale ONU adottò prima la Dichiarazione dei diritti del fanciullo nel 1959 e poi la Convenzione sui diritti del fanciullo, nel 1989 e ratificata successivamente dall’Italia nel maggio 1991.

Da quella Convenzione – abbreviata CRC (Convention on the Rights of the Child) – sono passati più di trent’anni: com’è la situazione in Italia e nel mondo?

La Convenzione

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è divenuta nel tempo il trattato in materia di diritti umani con il più alto numero di ratifiche, con 196 Stati che si sono vincolati giuridicamente al rispetto dei diritti in essa riconosciuti.

Essa si basa su quattro principi fondamentali: non discriminazione (art. 2), per cui i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minorenni, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori; superiore interesse (art. 3), per cui in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità; diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino e dell’adolescente (art. 4), per cui gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione internazionale; ascolto delle opinioni del minore (art. 12), che prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

La Convenzione è composta da 54 articoli ripartiti in tre parti – enunciazione dei diritti, individuazione degli organismi e delle modalità per miglioramento e monitoraggio della CRC, descrizione delle procedure di ratifica – e ai quali sono allegati tre protocolli (del 2000 e del 2011) per approfondire le tematiche dei bambini in guerra, lo sfruttamento sessuale e la procedura di reclamo autonomo per la violazione di diritti.

I diritti nel mondo

La situazione dei bambini rimane drastica, soprattutto nelle aree del Sud del mondo, più colpite da povertà, conflitti e cambiamenti o disastri climatici: ad oggi più di 400 milioni di bambine e bambini vivono in aree di conflitto, 5,7 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono la fame e circa 710 milioni di minori vivono nei 45 paesi a più alto rischio d’impatto della crisi climatica.

Non solo, sono minacciati anche il diritto all’educazione e ad un normale svolgimento dell’infanzia: più di dieci milioni di minori rischiano di dover interrompere gli studi perché costretti a lavorare o a sposarsi e più di 22 mila ragazze muoiono ogni anno durante gravidanze effetto di matrimoni precoci.

I diritti in Italia

Lo scorso luglio il Gruppo CRC, formato da cento associazioni – ha presentato il 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Secondo il rapporto, nel 2020 i minorenni in condizioni di povertà assoluta, sono saliti a 1,337 milioni: la rilevazione più alta dal 2005, quando l’ISTAT ha iniziato a misurare la povertà assoluta tra i più piccoli. Focus particolari anche sulla povertà alimentare – il 2,8% dei minorenni non consuma un pasto proteico al giorno, con percentuali molto più alte al Sud -, su quella abitativa, col 41,6% di minori che vive in condizioni di sovraffollamento, e infine su quella educativa, strettamente connessa a quella economica. Per quanto riguarda le violenze, in Italia sono oltre 400 mila i bambini in carico ai servizi sociali, di questi quasi 80 mila per qualche forma di maltrattamento.

Ogni bambino e ogni bambina ha il diritto di vivere in condizioni dignitose, in una società che possa offrire eque opportunità di sviluppo e formazione per chiunque, che non costringa nessuno alla povertà alimentare o a quella abitativa, semplicemente che non lasci nessuno indietro.

Riccardo Imperiosi, Giovane Avanti!

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