Giornata internazionale della consapevolezza intersessuale

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26.10.2022

Ogni anno dal 2003 il 26 ottobre si celebra la Giornata internazionale della consapevolezza intersessuale, il cui obiettivo è porre la lente d’ingrandimento su una condizione che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo.

La data è stata scelta in onore del 26 ottobre 1996, quando si svolse la prima manifestazione delle persone intersessuali a Boston, una manifestazione che ha fatto conoscere al mondo l’intersessualità.

Che cos’è l’intersessualità?

Il termine intersessualità descrive tutte quelle persone che hanno dei caratteri sessuali primari e/o secondari che non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili, quindi che hanno un corpo che “non corrisponde alla definizione tipica dei corpi maschili o femminili” (definizione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani). Essa non può essere acquisita successivamente alla nascita, ma comprende variazioni fisiche dei genitali, degli ormoni o dei cromosomi e possono essere già visibili dalla nascita, mentre altre vengono notate solo nel periodo della pubertà.

Le persone intersessuali non sono poche nel mondo: secondo gli studi dell’accademica statunitense Anne Fausto-Sterling (Docente di biologia e studi di genere alla Brown University) l’1,7% delle persone nel mondo è intersessuale, numero che corrisponde a circa 130 milioni di persone, circa due volte l’Italia.

La storia dell’intersessualità

Testimonianze sull’intersessualità arrivano addirittura dagli antichi greci e romani. In principio ogni anomalia (visibile) degli organi sessuali era trattata al pari delle altre deformazioni, quindi “punita” con la morte. Con l’Imperatore Giustiniano si restituì il diritto alla vita delle persone intersessuali, ma con l’obbligo per il futuro individuo adulto a scegliere un sesso di appartenenza e adeguarvisi definitivamente nel ruolo e nel comportamento, permettendo alla condizione dell’intersessualità di esistere solo sul piano biologico e non da quello giuridico e sociale.

Una tappa fondamentale nella storia dell’intersessualità è la vita di Herculine Barbin, una persona intersessuale con una variazione dei genitali nata nel 1838 in Francia, a cui fu comunque attribuito alla nascita il sesso femminile. Il corpo, dopo la pubertà, era maschile, la peluria era quella tipica maschile, il ciclo assente ed erano persino presenti pene e testicoli all’interno del corpo, oltre a una vagina visibile (una condizione chiamata pseudoermafroditismo maschile). Per questo fu costretta dal tribunale a identificarsi come maschio (cambiò nome in Abel) e, dopo una vita di sofferenze ed emarginazioni, si suicidò ad appena trent’anni. In suo onore la Giornata della consapevolezza intersessuale nell’Europa continentale si celebra l’8 novembre, giorno della sua nascita.

L’intersessualità oggi

Oggi, nonostante siano passati secoli, non è ancora presente alcuna norma che permetta l’autodeterminazione della persona intersessuale, anche se recentemente in Germania è stata presentata dalla Corte Costituzionale una delibera che obbliga il Parlamento a introdurre un terzo genere per tuti coloro che non possono essere “categorizzati” negli altri due. Anche per questo motivo spesso si ricorre ad operazioni chirurgiche (nei casi in cui la variazione sia visibile sin dalla nascita) per determinare anche biologicamente il genere del piccol*, pratica ovviamente aberrante che non lascia alcuno spazio all’autodeterminazione della persona. Certo, pratiche di questo tipo aiutano l’individuo nell’identificazione in un’identità di genere, ma che oltre a non dar la possibilità di autodeterminarsi rischiano di minare la vita sessuale dell’individuo.

Intersessualità e transessualità

Oltre alla scarsa conoscenza dell’intersessualità, spesso questa viene confusa con la transessualità, mentre invece le due condizioni sono profondamente diverse, come le rispettive istanze di autodeterminazione: la persona intersessuale non è biologicamente classificabile come maschio o femmina, mentre la persona transgender non si identifica totalmente nel proprio sesso anagrafico.

Per quanto riguarda le istanze, le prime chiedono di cessare gli interventi chirurgici e ormonali nella prima infanzia, mentre le seconde di agevolare le procedure di transizione da un sesso all’altro. Non facciamo confusione.

L’intersessualità è una condizione biologica sulla quale persistono moltissimi pregiudizi e una scarsissima conoscenza. Per questo ha senso la giornata di oggi: per ricordare come più di cento milioni di persone nel mondo stiano ancora aspettando che il mondo stesso comprenda il loro essere e permetta loro di esistere non solo biologicamente (non siamo più nell’antica Grecia) ma socialmente e giuridicamente, che semplicemente dia loro il diritto di autodeterminarsi e vivere una vita normale e dignitosa.

Riccardo Imperiosi, Giovane Avanti

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