GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI STUDENTI: QUALCHE RIFLESSIONE SUL PROGETTO ERASMUS

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17.11.2022

LA STORIA

Si celebra oggi l’ottantunesima Giornata internazionale degli studenti, istituita per la prima volta il 17 novembre 1941 a Londra, per ricordare la deportazione nei campi di concentramento di 1200 studenti che il 28 ottobre 1939 avevano sostenuto o partecipato a una manifestazione antinazista presso l’Università Carolina di Praga. Addirittura il 17 novembre le autorità naziste, per dare l’esempio, arrivarono a giustiziare senza processo nove fra studenti e professori di quell’università. L’International Union of Students decise così due anni dopo di istituire questa ricorrenza per ricordare ogni anno l’importanza del diritto allo studio e soprattutto della libertà di espressione da parte degli studenti di tutto il mondo.

GLI STUDENTI EUROPEI OGGIGIORNO

Ad oggi sorge spontanea una domanda: quanto si sta facendo per sostenere e allargare il diritto allo studio? Nella nostra Europa liberaldemocratica sicuramente molto, ma a mio avviso non abbastanza.

Basterebbe infatti parlare solo del progetto Erasmus, un’iniziativa molto importante per le nuove generazioni volenterose di fare ed apprendere, ma decisamente ancora troppo poco sostenuta e finanziata. È infatti evidente come gli incentivi agli studenti Erasmus vincitori di borse di studio per l’estero risultino spesso del tutto insufficienti per pagare vitto, alloggio, mezzi di trasporto, oltre che ovviamente le tasse dell’università di provenienza.

Il progetto Erasmus rappresenta per molti studenti, specie per le più giovani generazioni, una grandissima opportunità per superare i propri limiti in termini di competenze e soft skills; purtroppo, è ancora troppo poco incentivata. Ad oggi la somma destinata a uno studente Erasmus che si reca in uno dei paesi con costo della vita più alto, come Irlanda, Inghilterra, Norvegia, Svezia, Danimarca, Islanda, Finlandia, Lussemburgo, è pari a 300 euro al mese.

Se ci si reca invece in tutti gli altri paesi europei, la somma è di soli 250 euro mensili. È abbastanza palese quanto tali cifre siano decisamente insufficienti a coprire buona parte delle spese che si dovranno affrontare. Questo ovviamente va a discapito degli studenti più poveri, e sicuramente il problema non si risolve diminuendo l’importo destinato agli studenti con ISEE più alto. Non si capisce inoltre perché una parte del finanziamento sia erogato al termine dell’esperienza all’estero e non completamente durante lo svolgimento del progetto, quando c’è una reale necessità economica.

Se la Commissione Europea ampliasse considerevolmente i fondi destinati alle borse di studio Erasmus, questo costituirebbe un importante investimento per il futuro. Non sarebbero infatti soldi spesi a fondo perduto, perché un giorno quei ragazzi tornati da un altro angolo della nostra Europa, oltre ad essere meglio specializzati nei loro settori, saranno soprattutto dei rappresentanti in patria dei valori europeisti trasversali a tutto il continente.

Saranno loro infatti a costruire l’Europa del futuro. Perché, diciamocelo, la cosa forse più importante che si impara andando in Erasmus è il comprendere un sentimento di appartenenza alle comuni radici europee. Si capisce che oltre ad essere italiani, francesi, tedeschi ecc. si è prima di tutto europei. Soltanto guadagnandosi la stima degli studenti di oggi la Comunità Europea riuscirà a garantirsi un domani caratterizzato da stabilità e consenso. Se si vuole analizzare la questione da un punto di vista prettamente economico, credo che il risultato non cambi molto.

Infatti, quanti di quei soldi ricevuti vengono spesi da uno studente per visitare siti turistici e per usufruire dei servizi del paese verso il quale si reca? Quindi ampliare i fondi destinati al progetto Erasmus non sarebbe anche un modo per sostenere il settore turistico in tutta Europa che dall’inizio della pandemia è entrato fortemente in crisi?

Per questo è necessario ampliare considerevolmente i fondi destinati al progetto Erasmus e allargare il numero di accordi tra università europee per offrire maggiori opportunità di interscambio. Ad oggi sostenere il più possibile il progetto Erasmus non significa soltanto offrire una bella esperienza a uno studente, ma anche garantire il futuro dell’Europa. Perché saranno gli studenti Erasmus di oggi i futuri e più accaniti sostenitori dell’ormai irreversibile processo di integrazione europea destinato negli anni a crescere. Si dice spesso che viaggiare apre la mente.

Personalmente a me ha cambiato la vita e credo che lo stesso possa avvenire anche a tanti altri studenti provenienti da tutta Europa, se solo si facesse ancora qualcosa di più per aiutare economicamente chi, senza borsa di studio, rinuncerebbe in partenza a una così bella avventura.

Francesco Marcelli, Giovane Avanti!

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