Una generazione sospesa

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23.08.2024

Molti giovani oggi vivono in condizioni di precarietà e incertezza: una vera e propria “generazione sospesa”. Ciò li obbliga a ritardare decisioni cruciali legate all’assenza di indipendenza economica: la formazione di una famiglia, l’acquisto di una casa e lo sviluppo di una carriera stabile. La combinazione di salari bassi, contratti a termine e l’incertezza economica rende difficile per i giovani pianificare il loro futuro, contribuendo a un aumento del malessere psicologico e sociale. Inoltre, l’instabilità lavorativa e la difficoltà nell’accesso a servizi essenziali come la sanità e l’istruzione continuano a minacciare il loro benessere e la possibilità di costruire una vita autonoma e soddisfacente.

Le cause principali

L’aumento dei contratti temporanei rappresenta una significativa difficoltà per i giovani che aspirano a stabilizzarsi nel mondo del lavoro.

Dal 2008 in poi, le continue recessioni economiche hanno avuto un impatto profondo sul mercato del lavoro, restringendo le opportunità di impiego stabile e contribuendo alla stagnazione dei salari. Queste condizioni economiche avverse hanno colpito in modo particolare le nuove generazioni che, entrando nel mercato del lavoro in un periodo di incertezze e contrazioni, hanno visto ridotte le loro prospettive di crescita professionale e salariale.

Basti pensare che, secondo una recente ricerca del Consiglio Nazionale Giovani, la retribuzione media lorda per gli uomini under 34 nel 2021 era di 16.419 euro, per le donne 12.136 euro. Inoltre, anche la stabilità dei contratti gioca un ruolo fondamentale: se nel 2011 i contratti a tempo indeterminato per gli under 34 erano il 70,3%, nel 2021 erano il 60,1%. Un calo compensato dalla crescita spaventosa degli stagionali (dall’1,6% al 5,8%) e dei contratti a tempo determinato (da 28,1% a 34,1%).

Di fronte a un panorama lavorativo segnato da contratti precari e una crescita salariale limitata, i giovani si trovano a dover affrontare sfide difficilissime.

L’aumento dei costi della vita ha superato significativamente la crescita salariale, rendendo difficile ai giovani risparmiare. Le spese per l’alloggio, l’istruzione, i trasporti e i beni di consumo continuano a crescere, mentre gli stipendi non tengono il passo con questa inflazione. Di conseguenza, molti giovani si trovano a dover destinare una parte sempre maggiore del loro reddito alle spese essenziali, lasciando poco spazio per i risparmi. Questa situazione rende complicato per loro accumulare risorse finanziarie per obiettivi futuri come l’acquisto di una casa, la formazione di una famiglia o la pianificazione della pensione.

La digitalizzazione e l’automazione creano incertezza sulle competenze future. Con l’avanzare rapido della tecnologia, molti lavori tradizionali vengono sostituiti o trasformati da processi automatizzati e strumenti digitali. Questo scenario genera preoccupazioni riguardo a quali competenze saranno richieste in futuro e quali settori offriranno opportunità di lavoro stabili. I giovani, in particolare, devono affrontare la sfida di adattarsi a un mercato del lavoro in evoluzione, acquisendo nuove competenze tecniche e digitali per rimanere competitivi. Tuttavia, l’incertezza su quali competenze saranno realmente preziose rende difficile pianificare percorsi educativi e di carriera a lungo termine.

Il sistema educativo non aiuta, poiché spesso non prepara adeguatamente per il mercato del lavoro attuale. I programmi di studio tradizionali tendono a essere statici e non riescono a tenere il passo con le rapide evoluzioni tecnologiche e le nuove esigenze professionali. Di conseguenza, molti giovani si laureano con competenze che non sono immediatamente applicabili o richieste dalle aziende moderne.

Inoltre, le politiche giovanili sono spesso insufficienti e non riescono a inquadrare correttamente le relative problematiche, portando a un mancato supporto nella transizione verso il lavoro. La mancanza di iniziative efficaci per l’orientamento professionale, il supporto alla ricerca di lavoro e lo sviluppo di competenze specifiche crea ulteriori ostacoli per i giovani. Senza un adeguato sostegno, molti si trovano a navigare in un mercato del lavoro incerto e competitivo senza gli strumenti necessari per avere successo.

Le conseguenze

A livello individuale, i giovani che affrontano stress, ansia e incertezza legati al loro futuro lavorativo incerto possono subire gravi conseguenze rispetto la loro qualità della vita. Questi fattori non solo influenzano la loro salute mentale e il benessere, ma hanno anche impatti significativi a livello sociale.

L’incertezza economica e la difficoltà a pianificare una carriera stabile portano a una diminuzione della natalità, poiché molti giovani potrebbero sentirsi non pronti o incapaci di sostenere una famiglia in un contesto così instabile. Questo, a sua volta, ritarda il ricambio generazionale, con effetti negativi sulla demografia e sulla struttura sociale.

Nel lungo termine, la combinazione di una popolazione in crescita più lenta, e una forza lavoro meno stabile, contribuisce a una potenziale instabilità economica. Una base di lavoratori più ristretta e meno sicura riduce la crescita economica e complica la pianificazione delle politiche pubbliche per affrontare le sfide future.

Quali sono le soluzioni?

Per affrontare la situazione, servono urgentemente riforme nel mercato del lavoro che promuovano la sicurezza occupazionale attraverso la creazione di contratti più stabili e a lungo termine. Necessario incentivare le aziende a offrire opportunità di lavoro durature e garantire diritti adeguati ai lavoratori. Bisogna inoltre investire in un’educazione che sia veramente mirata alla strutturazione delle competenze richieste oggi dalle aziende e in politiche abitative che rendano l’accesso alla casa più sostenibile.

Infine, occorre un vero supporto mirato ai giovani che fornisca assistenza specifica, come programmi di orientamento professionale, servizi di consulenza e opportunità di networking, per aiutarli a navigare nel mercato del lavoro e a sviluppare carriere solide.

Daniel Denaro, UIL Giovani Toscana

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