Digital Services Act: dall’UE le nuove regole per le Big Tech

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26.04.2022

“Ciò che è illegale offline sarà effettivamente illegale online nell’Ue”. Così la Presidente della Commissione Europea, Ursula von Der Leyen ha presentato l’accordo – che ha definito “storico” – sul Digital Services Act.

Quasi un anno di trattative per comporre un pacchetto di misure che crea un perimetro di regole chiare per le Big Tech.

Colossi come Google, Apple, Meta, Amazon, Microsoft dovranno attenersi a leggi molto più stringenti in materia di fake news, tutela on line dei minori, e-commerce e molto altro.

Si tratta realmente di un accordo storico. È il primo regolamento effettivo sui servizi digitali.

Fino a questo momento, infatti, lo strapotere operato dai grandi della tecnologia e della comunicazione digitale ha generato, nel tempo, disparità e situazioni ai margini della legalità. E a danno dell’utenza e dei consumatori. Con l’entrata in vigore del DSA, le aziende saranno obbligate a vigilare sui contenuti veicolati e ad agire in modo molto più attento su ognuno degli ambiti di azione.

I servizi digitali gestiti da multinazionali del calibro di Amazon o Google, tanto per citare due esempi, sono grossi intermediari di innumerevoli attività. Tutte, fino a oggi, poco controllate e a danno dell’utenza e dei consumatori.

Pensiamo alle fake news, ad esempio. Oppure ai prodotti venduti on line senza autenticità e/o contraffatti. Fino ad arrivare a vere e proprie frodi o reati di violenza come il revenge porn.

Il vuoto legislativo che separava il concetto di reato off line e on line, con il DSA, si colma. Le sanzioni previste dal disegno di legge europeo sono onerosissime: multe fino al 6% del fatturato annuo globale per chi non è a norma.

Le novità del DSA

Protezione dei minori, contrasto di beni, servizi e contenuti illegali, tutela della libertà di espressione. Questi gli ambiti principali di azione del Digital Services Act del Parlamento Europeo. Nello specifico il DSA prevede una serie di obblighi per le Big Tech per proteggere gli utenti. Tra le novità,  segnaliamo:

  • l’accesso da parte della Commissione europea e i Paesi UE agli algoritmi delle grandi piattaforme digitali (Responsabilità algoritmica);
  • l’obbligo di rimozione immediata dei contenuti illegali online, compresi prodotti e servizi. A tal proposito dovranno essere favorite modalità semplici di segnalazione da parte degli utenti di contenuti illegali e/o situazioni poco chiare;
  • protezione dei diritti fondamentali on line (la libertà di espressione e la protezione dei dati);
  • Divieto di pubblicità mirata su dati sensibili (orientamento sessuale, religione, etnia);
  • Protezione dei minori: le piattaforme accessibili ai minori dovranno adottare misure specifiche per proteggerli, anche vietando completamente la pubblicità mirata;
  • obbligo di vigilanza sui mercati on line. Agli utenti dovrà essere garantito l’acquisto di beni e servizi sicuri;
  • maggior controllo e protezione per le vittime di violenza informatica (es. revenge porn). Anche in questo caso la rimozione dei contenuti dovrà essere immediata;
  • obbligo di trasparenza su algoritmi e contenuti. Gli utenti dovranno poter scegliere almeno un’opzione non basata sulla profilazione
  • saranno vietati i cosiddetti “dark patterns”. Meccanismi che inducono le persone a utilizzare un determinato servizio. Cancellare un abbonamento dovrà essere semplice;
  • Risarcimento: gli utenti avranno il diritto di chiedere un risarcimento per qualsiasi danno o perdita subita a causa di violazioni delle norme da parte delle piattaforme.

 Lotta alle fake news

Un elemento importantissimo introdotto dal DSA è il contrasto alle fake news. In tal senso il Digital Services Act impone obblighi severi da rispettare.

Siamo tutti consapevoli della forza e del potere dell’informazione. La guerra tra Russia e Ucraina, del resto, sta mostrando il valore forte della comunicazione digitale, dei socialnetwork e di tutte le piattaforme di comunicazione on line. È per questo che nel DSA è previsto che “le piattaforme digitali di grandi dimensioni dovranno rispettare obblighi più severi ai sensi del DSA, proporzionati ai significativi rischi sociali che comportano quando diffondono contenuti illegali e dannosi, compresa la disinformazione.”

In particolare, le Big Tech dovranno valutare e mitigare i rischi sistemici e sottoporsi a verifiche indipendenti ogni anno. Inoltre, gli algoritmi non dovranno più determinare in modo univoco le scelte degli utenti. In situazioni di crisi, infine, la Commissione Europea potrà chiedere alle piattaforme di limitare qualsiasi rischio per un tempo massimo di tre mesi.

L’attenzione dell’Ue al ruolo delle Big Tech

Il Digital Services Act fa il paio con il Digital Markets Act per il quale l’intesa è stata raggiunta lo scorso marzo. Quest’ultimo, riordina il mercato digitale. L’attenzione dell’Unione Europea all’intero ecosistema digitale è quindi massima e sta ponendo delle basi non indifferenti a uno sviluppo economico, finanziario e anche sociale vissuto più marcatamente on line e definito da regole condivise e comunitarie. Tutto ciò che, fino a questo momento, ha viaggiato ai margini della legalità sfruttando vuoti legislativi, viene ora regolamentato in modo più preciso e attento.

Stiamo andando verso un vero e proprio mercato unico digitale europeo, insomma.

Il segnale, anche sociale, è forte: siamo già tutti pienamente immersi nell’ “on line”.   Uno spazio digitale che viviamo ormai da tempo e che ora si sta istituzionalizzando e definendo anche nei confini.

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