Denatalità: perché i giovani italiani non fanno più figli

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04.07.2022

L’Italia è un Paese sempre più vecchio e per vecchi. Nel Belpaese si fanno sempre meno figli e, soprattutto, si fanno sempre più tardi. Ogni anno si aggiorna il record di denatalità, tanto che il presidente dell’Istat ha affermato, negli ultimi Stati Generali della natalità, che “senza riforme strutturali l’Italia nel 2050 avrà 5 milioni di abitanti in meno”. Per capire la portata del fenomeno: nei primi nove mesi del 2021 ci sono state 12.500 nascite in meno rispetto al 2020, anno in cui le nascite in meno rispetto al 2019 sono state 15 mila totali.

DENATALITÀ: QUALI CAUSE?

Ma perché? Le cause possono essere molteplici, anche considerando che le giovani madri sono sempre meno (- 5,6% per le giovani madri under 24). La permanenza dei giovani nelle famiglie di origine – nel nostro Paese i giovani vanno via di casa mediamente a trent’anni, la media europea è di 26,4 – sicuramente influisce. Ma più che una concausa è l’ennesimo effetto delle difficoltà che i giovani incontrano nel mondo del lavoro, sempre più precario e instabile. Ciò nelle nuove generazioni crea un’enorme insicurezza e sfiducia nel futuro. Dalle ultime ricerche, il 66% dei giovani intervistati esprime ansia e preoccupazione per il proprio futuro. A questo si aggiungono le difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni. La fascia d’età 18-35 ha una propensione intensiva all’affitto, che di certo non garantisce quella stabilità che dà l’acquisto di una propria abitazione. Non possiamo biasimarli: senza un lavoro stabile e ben remunerato (talvolta basterebbe correttamente remunerato) e con prezzi alle stelle, come fanno i giovani a potersi permettere un’abitazione propria? Oltretutto spesso l’acquisto di una casa non è accompagnato dall’indipendenza economica, con giovani che rimangono dipendenti dall’aiuto della propria famiglia e che, in casi eccezionali, addirittura fanno ritorno a casa.

QUANTO SPENDONO LE FAMIGLIE PER MANTENERE I FIGLI

Quindi insicurezza economica e instabilità sociale tra le prime cause del problema denatalità. Tutto questo si riflette anche nel costo di mantenimento di un figlio. Ovviamente il reddito delle famiglie incide, ma parliamo di numeri altissimi anche per le famiglie con redditi più bassi (quindi senza necessariamente considerare la media): una famiglia bi-genitoriale con reddito annuo di 22 mila euro, per mantenere un figlio fino a 18 anni, spende in media più di 118 mila euro, la stessa famiglia con un reddito di circa 34 mila euro all’anno spende più di 175 mila euro, quasi 10 mila euro per ogni anno di vita. Sono numeri enormi che fanno comprendere parte del problema denatalità soprattutto tra i giovani.

Bene le azioni del governo a sostegno delle famiglie (assegni di natalità, assegno unico, bonus asilo ecc.). Ovviamente, però, non sono sufficienti a invertire la tendenza. Se il problema è l’instabilità e insicurezza economica è ovvio che si debba intervenire sul mercato delle abitazioni, con una maggiore apertura verso i giovani con più agevolazioni per l’acquisto della prima casa, e soprattutto su quello del lavoro: meno precarietà, più stabilità.

In sostanza, meno bonus e più riforme strutturali. Ne va del futuro di questo paese, occorre ringiovanirlo, oggi più che mai. Anche perché, con un già evidente problema di sostenibilità del sistema pensionistico, viene da chiedersi come questo possa non collassare di fronte a tanto calo demografico.

 

Riccardo Imperiosi, Giovane Avanti!

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