Curriculum vitae e intelligenza artificiale: come funziona il reclutamento digitale

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09.06.2022

Scrivere un curriculum vitae non è mai semplice. Presentarsi in poche righe, cogliere gli aspetti che più possono rendere appetibile il proprio background richiede grande concentrazione e attenzione. I dettagli possono davvero fare la differenza. La difficoltà aumenta, tuttavia, se si pensa che a leggere i curricula non siano delle persone ma delle macchine. Come si costruisce un cv che deve passare al vaglio dell’engine di Google?

Alcune aziende, quando sono in fase di assunzione, si servono dell’intelligenza artificiale per lo screening dei curricula. Un bel grattacapo per chi, dall’altro capo della macchina, deve progettare una presentazione efficace che però vada a rispettare determinati criteri.

PERCHÉ È L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE A SELEZIONARE I CV?

Partiamo dal presupposto che, attualmente, questo tipo di selezione riguarda per lo più grandi aziende, che hanno a disposizione tecnologie avanzate. È in effetti un algoritmo a decretare se una candidata o un candidato sia adatto al posto per cui si candida. Le valutazioni sono scientifiche ed efficienti.

Le imprese sono alla ricerca di figure professionali sempre più specifiche e un algoritmo può determinare in maniera efficace se la persona sia adatta o no al ruolo. La possibilità di accedere a infinite banche dati e di poter seguire dei parametri che non possono essere influenzati in nessun modo dal fattore empatia di certo consente maggiore accuratezza.

Un altro elemento da tenere in considerazione riguarda il processo di selezione in sé. Affidando l’iter a una macchina, si risparmiano tempo ed energie che possono essere reinvestite nel lavoro. La cosa, per quanto innovativa, presenta delle criticità che però approfondiremo nei prossimi paragrafi.

COME SI SCRIVE UN CV A PROVA DI ALGORITMO?

Ad ogni modo, non è impossibile scrivere un cv intellegibile per le macchine. Bisogna escludere dall’equazione il fattore umano, almeno per la prima parte della selezione. Esistono dei supporti digitali e delle accortezze da osservare che permettono di redigere una presentazione seo friendly.

Innanzitutto, è importante scegliere con cura le parole chiave. Va bene rendere conto del proprio bagaglio e delle esperienze personali che hanno caratterizzato il percorso lavorativo, ma prima è necessario fare una ricerca e comprendere quali effettivamente possano essere key words che l’algoritmo apprezzerà di più e includerà nel processo di selezione.

Un’altra regola da tenere a mente riguarda l’omogeneità di font e immagini. È bene utilizzare sempre lo stesso carattere in modo da non disorientare la macchina; anche le immagini dovrebbero rispettare dei criteri standard. Magari graficamente non sono pienamente soddisfacenti, ma sono efficaci.

In ultimo, si tenga conto, se la candidatura avviene attraverso piattaforme come Linkedin o Facebook, di tutti i tag, le parole chiave e i riferimenti più gettonati e utilizzati sulle piattaforme stesse.

CURRICULUM E ALGORITMI: PERCHÉ SÌ, PERCHÉ NO

Come già anticipato, questo specifico metodo di selezione agevola il processo di assunzione. Ad esempio, il robot Vera, recruiter digitale, lavora per più di 200 aziende, tra cui IKEA.

Tuttavia, per quanto empirica possa diventare l’assunzione del personale, il dilemma morale resta: come può essere del tutto escluso il fattore umano? Come si può scegliere di assumere una candidata o in candidato solo sulla base di dati?

Non è una novità. Tutto ciò che riguarda il mondo digitale pone nella condizione di avviare riflessioni di questo genere. Il nuovo che avanza mette davvero da parte le emozioni, le sensazioni e le intenzioni? Fino a che punto una macchina può conoscere l’uomo?

Oggi che il Metaverso non è più fantascienza questi interrogativi risultano essere più superficiali di quanto lo sarebbero stati alcuni anni fa, ma non svaniscono. Si tratta comunque di una realtà ancora poco conosciuta e non sempre accessibile a tutti.

A proposito di accessibilità, evidenziamo un’altra problematica. Chi non ha una preparazione adeguata e non sa di doversi confrontare con un algoritmo viene escluso a prescindere e non ha alcune speranza di poter concorrere per una determinata posizione lavorativa. Bisogna, quindi, lavorare sull’inclusività, rendere trasparente questa transizione verso il futuro (più prossimo che mai) e ciò riguarda ogni tipo di attività e impiego. Deve trattarsi di un percorso equo che vada a ridurre, il più possibile, disuguaglianze e discriminazioni.

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