Come sono cambiate le abitudini delle nuove generazioni nel tempo

4' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

28.07.2023

Il tempo passa, la società si evolve. Il tutto accade sempre più in fretta, con il boost della rivoluzione tecnologica che sembra scavare solchi enormi e sempre più ravvicinati tra una generazione e l’altra. Ma come sono cambiate, anche in un contesto temporale relativamente breve, le abitudini delle nuove generazioni? Lo racconta un’interessante analisi del CDC (Center for Disease Control) statunitense.

Lo studio e i dati

Lo studio si compone di più analisi – tutte disponibili gratuitamente – in cui si ripercorrono tutti i trend più importanti sui comportamenti delle nuove generazioni nell’arco degli ultimi trent’anni: fumo e uso di alcol e droghe, educazione sessuale, ore di sonno, binge watching e uso dei dispositivi elettronici, salute mentale sono solo alcuni degli aspetti più rilevanti analizzati nei vari sondaggi effettuati all’interno delle scuole statunitensi.

L’uso di tabacco, alcol e droghe

Sul fumo i dati raccontano una situazione in continuo miglioramento, anche se l’introduzione delle sigarette elettroniche hanno fatto registrare un’inversione di tendenza importante: fino al nuovo millennio gli adolescenti ad aver fumato almeno una volta nella loro vita superavano il 70% del campione totale, dato che è sceso al 45% alla fine del primo decennio e sotto al 30% nel 2019, anche se nello stesso anno la metà dei giovani intervistati ammetteva di aver provato le sigarette elettroniche. Discorso simile per l’alcol, con un consumo (chi lo avrebbe mai detto) addirittura in calo: se a metà anni ‘90 più della metà degli adolescenti aveva bevuto nei 30 giorni precedenti, nel 2019 tale percentuale era sotto il 30%. Diverso è il discorso per marijuana e cocaina, con la prima in crescita tra i giovani – ma in lieve calo dal 1999 ad oggi – e la seconda che vede una percentuale sostanzialmente invariata negli ultimi anni, anch’essa con un lieve calo dall’inizio del millennio.

L’educazione sessuale e la salute mentale

Molto interessante è la parte legata all’attività ed educazione sessuale: partiamo col dire che la percentuale di giovani ad aver avuto almeno un rapporto sessuale è tristemente calata dal 55% di inizio anni ‘90 al 40% del 2019, a fronte di un calo pressoché inesistente di giovani ad aver avuto rapporti sessuali senza protezioni: un dato che testimonia quanto sia fondamentale l’educazione sessuale, soprattutto nel mondo di oggi, governato dalla tecnologia e molto più rischioso per la presenza di fenomeni gravemente diffusi (come il revenge porn o simili).

Parlando di salute mentale, il primo dato che salta all’occhio è quello relativo alle ore di sonno degli adolescenti, che come sappiamo influiscono molto sul benessere: nell’ultimo decennio la percentuale si è abbassata dal 30% al 20%, chiaro segno di una tecnologia sempre più invadente (ma non parliamo di TV) e una società sempre più veloce e usurante.

Ma il dato realmente preoccupante in materia è un altro, quello che impedisce la visione di un futuro migliore del presente: gli adolescenti che sperimentano una sensazione persistente di tristezza e disillusione vanno aumentando vertiginosamente: se nel 2009 la percentuale di donne e uomini a provare queste sensazioni era rispettivamente del 35% e 20%, dopo appena dieci anni (prima della pandemia, n.d.r.) tali dati si sono alzati a livelli vicini al 50% e 30%. Insomma, una generazione più disillusa e sconsolata di fronte alle sfide del futuro.

Il rapporto con la tecnologia

Negli ultimi trent’anni, con una rivoluzione tecnologica così importante (pensiamo solo ai telefoni e al passo in avanti fatto dalle comunicazioni in appena tre decenni), è ovvio che sia aumentato a dismisura l’utilizzo dei dispositivi elettronici dei giovani, soprattutto nei c.d. “nativi digitali”. La percentuale di giovani che li utilizzano per almeno tre ore al giorno è cresciuta dal 30% e 20% (uomini e donne) a metà anni ‘00 al 45% complessivo del periodo pre-pandemia. Dato che in pandemia e con i suoi successivi strascichi si è alzato vertiginosamente. Un dato che non segue l’immaginario è la percentuale di giovani che guardano la TV almeno tre ore al giorno: ad oggi appena il 20% dei giovani guarda i palinsesti televisivi con tanta frequenza, nel 1999 erano oltre il 40%.

Un’analisi importante, che analizzando i cambiamenti negli adolescenti nel corso di un trentennio riesce anche a raccontare come sia cambiata la società e quali innovazioni siano state determinanti per cambiare le nostre abitudini, il lavoro, persino le nostre emozioni, sentimenti e sensazioni. Un’analisi scientifica che non serve a fare stupidi paragoni tra le varie generazioni, ma a comprendere i cambiamenti che hanno governato e governeranno in futuro la società in totale obiettività.

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

Articoli Correlati