Come i social hanno trasformato le nostre vite
01.07.2022
I social network hanno radicalmente cambiato, anzi hanno trasformato le nostre vite. La creazione di reti sociali e il loro sviluppo, in particolar modo nell’ultimo decennio, hanno consentito la creazione di comunità e gruppi virtuali. I quali interagiscono in rete e condividono contenuti di vario genere a livello professionale, di amicizia, di semplice comunicazione.
La diffusione, spesso, anche incontrollata dei social ha fatto emergere numerose problematiche. In particolar modo quelle legate alla privacy e protezione dei dati personali soprattutto perché manca una vera informazione e presa di coscienza su questi temi fondamentali (e non solo sul piano giuridico).
La potenza della rete ha però anche risvolti in negativo sul piano dei reati informatici. Si parla sempre più di cyberbullismo, cyberstalking, hate speech, truffe online, furti di dati.
L’IMPATTO DEI SOCIAL SUGLI UTENTI DURANTE LA PANDEMIA
Durante la pandemia da Covid-19 l’impatto che la rete e i social hanno avuto è stato molto forte a livello globale. Guardiamo però all’Italia e all’impatto che sugli utenti italiani hanno avuto le nuove tecnologie.
La popolazione “social” in Italia è di circa 51 milioni di utenti- con un incremento dell’1.7% nell’ultimo anno- ed è rappresentata dalle donne per il 51.3 %. Secondo i dati raccolti da WeareSocial oltre 43 milioni di utenti accedono ai social network e quindi hanno un loro profilo e interagiscono con le pagine e le community presenti sui social (con una crescita del +5.4%).
Un dato “molto forte” è quello che riguarda i possessori di smartphone: 97.3%, significa che ognuno noi ha uno smartphone e, in molti casi, anche più di uno.
Un altro elemento che non può essere sottovalutato è quello di coloro che accedono ai social network: circa 41 milioni sono gli utenti che utilizzano i social, ossia il 67.9% della popolazione.
Per più di 6 ore al giorno gli utenti, in Italia, accedono ad internet e più di 2 ore al giorno le trascorrono sui social dai dispositivi mobili. Quali sono i contenuti che hanno maggior rilievo? Quelli video e audio con almeno il 90% degli utenti guarda video online ogni settimana.
Spesso l’informazione social è fatta di “pillole” che riportano nel testo del post poche parole – molte volte parole che colpiscono l’attenzione dell’utente – per far comprendere a grandi linee di cosa si parla e poi viene allegato al post l’articolo o il video.
Stando agli ultimi dati, l’accesso ad internet e alla rete viene utilizzato per cercare informazioni o per seguire notizie e viene usato meno per diffondere opinioni.
I DATI SULLE PIATTAFORME
Per quanto riguarda le piattaforme, sicuramente Facebook è una delle più diffuse perché in realtà, a livello nazionale si colloca al secondo posto dato che il primo posto è occupato da Whatsapp che come servizio di messaggistica consente anche la condivisione di video e/o documenti. Il dato più alto è rappresentato proprio dalla diffusione delle piattaforme che consentono di vedere video (88.7% degli utenti). Lo dimostra Instagram che si colloca al terzo posto e in questo caso la diffusione delle stories (15 secondi), ma dà anche la possibilità di caricare video o di fare dirette. Un dato che potremmo definire “basso” rispetto ad altri dati è quello relativo ai video che rientrano nella categoria “educazione”. La percentuale è solo del 17.1% a differenza delle categorie “musica”, “intrattenimento” e “video tutorial”.
Da ultimo, non possiamo sottovalutare la crescita esponenziale di TikTok. Nell’anno della pandemia, in Italia, ha visto raddoppiare il numero di utenti, soprattutto quelli più giovani e spesso sono ancora bambini. Un social che ti consente di caricare brevi video e questo, insieme alle stories di Instagram, porta l’utente a “cambiare” la sua soglia di attenzione. Questo perché ci si concentra su video corti anche, molte volte, caratterizzati da contenuti “leggeri” che non stimolano a compiere riflessioni più approfondite.
I SOCIAL SONO UNA COSTANTE NELLE NOSTRE VITE
Oggi possiamo affermare che la rete e i social sono una costante nella vita di ognuno di noi. Ma ciò che è cambiato è il modo di interagire perché siamo abituati a veder “scorrere” i contenuti, a leggere post molto brevi, a vedere video della durata di pochi secondi. E’ cambiato il modo di confrontarsi anche a livello umano e professionale. Gli utenti sempre più giovani postano, commentano, spesso anche utilizzando un linguaggio che arriva all’odio. Pubblicano contenuti che dovrebbero essere vietati, ma che oggi rientrano nella categoria del cyberbullismo.
È vero che i social hanno aiutato l’interazione e l’interconnessione tra gli utenti. Tuttavia, spesso, manca un’educazione al digitale ci troviamo di fronte casi e vicende che possono anche sfociare sul piano giudiziario.
Giulia Cavallari, Giovane Avanti!
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