Celiachia: Quanto è diffusa?
16.05.2023
A sempre più persone, complice anche un’informazione fortunatamente più approfondita e presente, viene diagnosticata la celiachia. Nella giornata odierna si celebra proprio la giornata mondiale della celiachia.
Che cosa sono la celiachia e il glutine
La celiachia è una patologia autoimmune cronica un’enteropatia auto infiammatoria permanente scatenata dall’ingestione di glutine che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti. Il glutine, visto che ad oggi c’è molta confusione su cosa sia effettivamente e soprattutto sugli effetti sull’uomo, è la frazione proteica alcol–solubile di grano, orzo e segale. Un complesso proteico che, una volta ingerito da un celiaco, causa una fortissima risposta infiammatoria nell’intestino tenue. La risposta immunitaria è, a sua volta, un’altra infiammazione cronica che danneggia i tessuti e distrugge i villi intestinali, responsabili dell’assorbimento dei nutrienti, cosa che aggrava la situazione di un celiaco perché gli prospetta un danno indiretto da malnutrizione.
Tra i sintomi più comuni troviamo diarrea, gonfiore addominale, dolori addominali, perdita di peso e malassorbimento intestinale.
Cosa non può mangiare un celiaco
Il glutine si trova principalmente in alimenti a base di frumento come pane, pasta, pizza, biscotti e snack dolci e salati. Il rischio più grande però, anche evitando uno di questi alimenti, è quello della contaminazione: infatti, in moltissimi alimenti sono presenti piccolissimi particolati di glutine frutto di contaminazioni nelle varie fasi della produzione o del confezionamento. Non a caso un alimento, affinchè sia sicuro per un celiaco, deve contenere la dizione “senza glutine” oppure essere inserito nell’apposita tabella dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia), che redige periodicamente il Prontuario degli alimenti e una lista di ristoranti (o simili) in cui è possibile mangiare in sicurezza. Cosa che dovrebbe ma in realtà non è affatto scontata, visto che talvolta – ormai molto spesso – certi locali si propongono come adatti ai celiaci e, al contrario, non rispettano le normative per le contaminazioni o per i giusti alimenti.
Di quanti celiaci stiamo parlando?
Spoiler: non sono pochi. Secondo la Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia – realizzata dalla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della salute, con il contributo dell’Istituto superiore di sanità – solo nel nostro Paese ogni anno vengono diagnosticati oltre 9mila casi di celiachia, mentre i casi totali sono più di 240mila, di cui il 70% (168mila) sono donne. Numeri enormi, che a livello generale interessano circa l’1% della popolazione mondiale.
La celiachia è una patologia comune, spesso difficile da diagnosticare per una diversa sintomatologia negli individui affetti e dei falsi negativi nei test. Piccola parentesi: minori sintomi non significano un minor “grado” di celiachia! Il danno all’intestino è il medesimo e, anzi, sono più a rischio rispetto a chi ha una sintomatologia molto forte. Inoltre, se spesso la positività a questa patologia è da ricondurre alla genetica, altre volte subentra a seguito di altre cause che fino ad ora sono sconosciute. Per questo è importante fare i test e provare a diagnosticarne un’eventuale presenza: anche non avendo sintomi o individui positivi in famiglia, rischiamo comunque danni seri per la nostra salute.
Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!
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