BONUS PSICOLOGICO: STIAMO DAVVERO SALVAGUARDANDO LA SALUTE?

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13.11.2022

Negli ultimi mesi – sono stati molti i bonus e le agevolazioni messe in atto dalla Legge di Bilancio e dal Legislatore.

Una di queste, quella che forse ha dato modo di mettere in discussione la quotidianità di tutti i giorni, è il bonus psicologico. Un bonus – fin dalla sua nascita criticato – che vuole dare un supporto economico a tutte quelle persone che hanno riscontrato e tuttora vivono situazioni di fragilità e disagio causati dalla pandemia che ci ha interessati tutti – dalla quotidianità agli aspetti più generali, come il lavoro.

Un contributo che funziona attraverso il meccanismo dell’ISEE – ovvero a scaglioni, con ISEE inferiore ai 50k euro – per un importo massimo di 600 euro a persona – per far fronte alle spese relative e sostenute per sessioni di psicoterapia eseguite da professionisti iscritti in apposti albi.

All’alba del 24 ottobre 2022, ovvero la data di chiusura per l’invio delle istanze del bonus psicologico, le domande presentate al Ministero della Salute, ammontavano a circa 300mila – a definire tale ammontare è stata proprio la Commissione europea sull’impatto della pandemia sulla salute mentale dei giovani. Quei giovani che interessano il 60% della quota totale di presentazione delle domande – pertanto a 180mila domande sulle 300mila richieste inviate.

Un dato che fa riflettere – e deve far riflettere in modo più accurato. L’anno 2022 è stato definito ed etichettato l’anno dei giovani, della new generation – pertanto va definito e affermato che i giovani sono stati la parte di società, maggiormente colpita in termini di effetti da pandemia: la mancanza di vita sociale, il senso di abbandono, il senso di solitudine e tanti sentimenti che vanno a colpire nel profondo l’essere delle persone.

A pesare sulla salute mentale e fisica – perché si ricordano tutti quei giovani che hanno iniziato o riscontrato problemi di salute fisica – non è solo la pandemia, ma anche il susseguirsi di tanti, molti eventi, quali ad esempio: la guerra che ci vede indirettamente protagonisti e le conseguenze che tale conflitto ha portato anche nel modo di vivere la nostra quotidianità e le scelte di vita. Altro aspetto che fa riflettere sono le statistiche di accettazione delle pratiche inviate dalla cittadinanza: 1 domanda su 9 è stata accettata. Ciò significa che più della metà dei richiedenti e beneficiari è stato escluso, pur avendo tutti i requisiti per accedervi.

Mancanza di fondi? O si è sottovalutata la situazione psicologica delle persone? Si ricorda che anche i fondi messi a disposizione dal Decreto Milleproroghe, non saranno abbastanza. Il punto interrogativo ora è il seguente: basteranno queste politiche sociali? Se la risposta è negativa, dobbiamo agire in modo che tali politiche siano attuate con iter burocratici snelli e vengano messe in azione sempre più nuove azioni a favore delle fasce sociale meno abbienti.

Giovane avanti

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