Blue Monday: siamo davvero più tristi?

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16.01.2023

Oggi è il terzo lunedì di gennaio, il cosiddetto blue monday – letteralmente “lunedì triste” – il giorno considerato come il più triste e deprimente. Perché? Perché, secondo delle formule di cui parleremo a breve, inconsciamente il cervello realizza in questo giorno che sono finite le festività natalizie e che i mesi successivi saranno caratterizzati dalla quasi totale assenza di giorni festivi.

La storia

Nel 2005 il canale britannico Sky Travel pubblicò un comunicato stampa in cui, attraverso una formula individuata dallo psicologo Cliff Arnall dell’Università di Cardiff, si individuava il giorno più triste dell’anno. La formula teneva conto di parametri come condizioni atmosferiche, debiti, salario mensile, tempo trascorso da Natale o dal fallimento dei propositi per il nuovo anno, livelli motivazionali e sensazione di necessità di agire, ovviamente tutti senza unità di misura.

Una bufala?

Come possiamo immaginare, la formula non può calcolare assolutamente niente con queste variabili: si tratta quindi di una bufala! Infatti, come ricostruito in un articolo del Guardian del 2006 dal medico e divulgatore scientifico Ben Goldracre, Cliff Arnall non sarebbe in realtà neanche l’ideatore della pseudo formula. L’agenzia di comunicazione Porter Novelli avrebbe, infatti, contattato diversi psicologi, accademici e non, proponendo di prestare il proprio nome per il comunicato di Sky Travel dedicato all’identificazione del giorno più deprimente dell’anno e Arnall sarebbe semplicemente l’unico tra i candidati ad aver accettato di stare al gioco, cedendo così alle lusinghe della celebrità.

Perché è sbagliato indicare il giorno più deprimente

La tristezza è una componente quotidiana delle nostre vite, un’emozione da gestire e che però è normalissimo provare. La depressione no. La depressione è una patologia che affligge ogni anno milioni di persone e che devasta le loro vite, per questo andrebbe trattata con più rispetto e delicatezza. Indicare il giorno più deprimente dell’anno è sbagliato, banalizza le sofferenze e addirittura rischia di essere motivo di ansia e agitazione per chi soffre di questo tipo di disturbi.

Il giorno più felice

Il nostro Arnall, per fare le cose per bene, ha deciso di pubblicare anche la formula per individuare il giorno più felice dell’anno. Le variabili sono trascorrere il tempo all’aperto, il contatto con la natura, il potenziale per interazioni sociali, i piacevoli ricordi d’infanzia e l’eccitazione per le vacanze. Anche in questo caso quindi la formula non porterà sicuramente a nulla, però nella data che individua – il 18 giugno – possiamo essere un po’ più felici per l’arrivo dell’estate!

Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!

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