Alle Cinque Terre stazioni di ricerca sottomarine studiano gli effetti dei cambiamenti climatici
20.02.2023
Non solo paesaggi incantevoli e migliaia di turisti, da poco tempo alle Cinque Terre, meravigliose località turistiche liguri (La Spezia), si studiano anche gli effetti dei cambiamenti climatici. Come? Con due stazioni di ricerca sottomarine installate dal DLTM (Distretto ligure delle tecnologie marine), CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) insieme ad altri partner come l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e l’Istituto idrografico della Marina.
Le stazioni
Nell’ambito del progetto LabMare – finanziato dalla Regione Liguria – sono state installate due stazioni al largo del Golfo dei Poeti: una “costiera” e una “profonda”.
L’osservatorio “Levante canyon mooring” consiste in una catena strumentata dedicata al monitoraggio geofisico ed oceanografico in mare profondo di parametri come salinità, temperatura, torbidità e velocità della corrente, per lo studio del fondo e della colonna d’acqua. Tra gli strumenti più importanti troviamo una trappola per sedimenti – posta a 582m di profondità – che permette di ottenere informazioni relative all’apporto di sedimenti e nutrienti, un torbidimetro – a 580m di profondità – che permette di registrare la torbidità dell’acqua, tre sensori di conducibilità – posti rispettivamente a 83, 335 e 579 metri – per poter confrontare i dati lungo la colonna d’acqua.
L’altra stazione, un laboratorio hi-tech a 10 metri di profondità, è dotata di telecamera digitale subacquea, tecnologie per il monitoraggio dei parametri ambientali e speciali gabbie per lo studio della degradazione delle plastiche e l’assorbimento di sostanze inquinanti in ambiente marino.
La posizione privilegiata
La prima installazione del 2019 e il successivo riposizionamento nell’estate del 2022 sono avvenute grazie al supporto della Nave oceanografica del CNR Dallaporta. La stazione Levante canyon mooring è stata piazzata a circa 6,5 miglia nautiche al largo dell’Area marina protetta delle Cinque Terre, dove la profondità raggiunge i 600 metri. Una posizione che garantisce un punto di osservazione marino esclusivo principalmente per la presenza di un canyon sottomarino, il quale crea un ambiente favorevole allo sviluppo e crescita di ecosistemi di pregio (come i coralli profondi) grazie alle forti correnti di fondo e al notevole apporto di sedimenti e sostanze organiche.
Secondo Mireno Borghini, ricercatore del progetto, “uno studio congiunto nel 2014 ha evidenziato, con il supporto di un sottomarino a comando remoto, la presenza di coralli bianchi vivi alla profondità di circa 570m. Questi organismi danno origine ad ecosistemi profondi ad elevata biodiversità, ma subiscono un forte impatto causato dalla pesca a strascico; devono quindi essere preservati e sono di notevole interesse scientifico”.
Insomma, da località turistica a punto centrale delle operazioni di monitoraggio della biodiversità marina e dei cambiamenti climatici: le Cinque Terre si ergono a esempio da seguire grazie alle misure intraprese per affrontare il problema e agli studi scientifici iniziati per contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico.
Riccardo Imperiosi, Giovane Avanti!
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