Giornata internazionale dell’alfabetizzazione: L’analfabetismo funzionale e digitale in Italia
08.09.2022
L’8 settembre è stata istituita dall’UNESCO la Giornata Internazionale dell’alfabetizzazione, che mira a sensibilizzare la comunità su come scarse o inesistenti abilità di scrittura e di lettura rendano il singolo individuo più vulnerabile nella gestione della salute, del lavoro e della vita in generale.
Solo attraverso l’alfabetizzazione è possibile sradicare la povertà e un progresso sociale e umano.
D’altra parte, nel nostro piccolo, tocchiamo con mano questo fenomeno tutti i giorni. Quante volte ci troviamo davanti a una fake news diventata virale per l’incapacità di analizzare e verificare criticamente degli individui, soprattutto su internet? Quante volte ci troviamo davanti a ragionamenti senza un senso logico – espressi talvolta anche da personalità autorevoli – e che inspiegabilmente raggiungono un discreto successo su una parte di popolazione? Lo abbiamo visto durante la campagna di vaccinazione e anche prima con i negazionisti del Covid.
Esattamente come, durante la pandemia, abbiamo visto quanto l’alfabetizzazione digitale sia fondamentale nel nostro mondo iper-connesso e ultra tecnologico, non solo per smart working e DaD, ma anche per tutti quei mestieri ad alto rischio automazione che costituiscono un alto rischio di disoccupazione per gli impiegati non qualificati.
Cos’è l’analfabetismo funzionale?
L’analfabetismo funzionale è un fenomeno per cui l’individuo non arriva ad un livello di alfabetizzazione tale da saper analizzare criticamente un qualsiasi testo. Tale livello è direttamente indicato nelle specifiche tabelle del programma OCSE PISA (Programme for International Student Assesment), ed è il terzo su sei presenti, dove il primo indica un analfabetismo totale e l’ultimo comporta conoscenze elevate per confrontare e integrare informazioni da più testi. Il terzo livello, quindi, è considerato come livello base per garantire un corretto inserimento nelle dinamiche della vita sociale, economica e occupazionale.
Il programma nel 2015 indicava che in Italia il 20,9% della popolazione italiana tra i 16 e i 65 anni – sono circa 8 milioni di persone – non supera il livello 1. Complessivamente, circa il 46,3% della popolazione tra i 16 e 65 anni (media OCSE al 43,3%) non arriva al terzo livello. Di questi uno su tre ha più di 55 anni, mentre solo un giovane su sei non comprende a pieno il significato di ciò che legge.
L’analfabetismo digitale
L’analfabetismo digitale è una condizione che comporta incapacità dell’individuo di adoperare un computer e di districarsi tra le informazioni pubblicate nella rete Internet.
Secondo l’OCSE, nel 2018, di tutta la popolazione italiana 15-65 anni solo il 37% sarebbe in grado di utilizzare Internet in maniera complessa e diversificata, una percentuale che schiaccia l’Italia al 28° posto su 29 paesi analizzati.
Per quanto riguarda le posizioni a rischio automazione, nel 2018 sarebbero occupate dal 13,8% dei lavoratori – la media OCSE è del 10,9% – e solo il 21% di questi possiederebbe le capacità di prosperare in un mondo sempre più digitale. Anche in questo l’Italia è agli ultimi posti, piazzandosi al 27° posto.
“L’istruzione è un diritto umano fondamentale, un bene pubblico prezioso e uno strumento indispensabile per costruire società pacifiche, sostenibili e più giuste.”
UNESCO
Riccardo Imperiosi, Giovane avanti
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di Pierpaolo Bombardieri

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