5G, deserta la gara per la realizzazione della rete in aree difficili

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25.05.2022

Una gara importante da quasi un miliardo di euro per la realizzazione delle reti 5G nelle aree a fallimento di mercato è stata un grande insuccesso.

Di primo impatto, stupisce come in un contesto di sostanziale ritardo nell’adeguamento (se non nella realizzazione stessa) delle nuove infrastrutture digitali per le bande ultraveloci, accadano situazioni di questo genere. Nei fatti, però, questo evento non è altro che la conseguenza di tutto un sistema distorto e complesso che ha gravato sull’evoluzione stessa dei servizi digitali italiani.

Cosa è successo

Il bando prevedeva la creazione di infrastrutture digitali 5G nelle aree a fallimento di mercato. Aree, cioè, ritenute dagli operatori “antieconomiche” e per le quali, probabilmente, non ci sarebbe stato investimento privato autonomo.

Nel bando di gara era presente una clausola di accesso, che avrebbe consentito a tutti gli operatori di utilizzare l’infrastruttura secondo un canone concordato. Il bando, dunque, aveva una natura di tipo sociale più che economica. L’operatore avrebbe lavorato per costruire l’infrastruttura 5G della quale avrebbero beneficiato tutti in modo equilibrato. E, soprattutto, la collettività. In più la presenza di penali ha reso tutto più difficile.

La gara è andata deserta. Nessuno si è accollato il rischio economico di costruire l’infrastruttura, magari sperando che lo facesse qualcun altro, senza la certezza di non incorrere in sanzioni, o che il 5G sia poi realmente una fonte di guadagno e di “esplosione” di nuovi servizi. Insomma, senza la certezza di averne poi un profitto.

Le risorse messe a disposizione erano, comunque, rilevanti: 974 milioni complessivi di fondi pubblici, divisi in sei lotti, per un totale di 3.000 unità di zone da coprire.

Quali evoluzioni?

La gara andata deserta pone il problema delle evoluzioni future. Sappiamo già che, anche per non fallire nei piani del PNRR dedicati proprio al digitale e alle infrastrutture, è necessario puntare sul 5G e sulle bande ultra-veloci. E sappiamo anche che realizzare e ammodernare il tessuto infrastrutturale è fondamentale.

Cosa accadrà, difficile dirlo. È necessario accelerare sull’infrastruttura ed evitare di perdere o vedersi dimezzare i fondi disponibili. Sburocratizzare il sistema e provare a coinvolgere maggiormente le aziende nella realizzazione di opere di interesse pubblico sono i primi veri passi da compiere.

Sviluppo, innovazione, digitalizzazione sono obiettivi troppo importanti per il futuro per mancarli così, d’un soffio.

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