110 anni fa nacque Rosa Parks
04.02.2023
Un secolo e un decennio esatti fa nasceva la donna conosciuta come la madre del movimento dei diritti civili, colei che con un semplice rifiuto su un autobus ha avviato una rivoluzione culturale negli Stati Uniti. Stiamo parlando di Rosa Louise McCauley, da sposata Rosa Parks, un esempio di donna che tutti dovrebbero conoscere.
Il contesto e l’ombra dello schiavismo
Tuskegee, Alabama, 1913. Il contesto è tra i peggiori possibili per un afroamericano: appena cinquant’anni prima si concludeva la Guerra di secessione americana – quella tra stati confederati, tra cui l’Alabama, e quelli unionisti – che fu basata anche sulla questione della schiavitù. A fine XIX secolo negli Stati Uniti la schiavitù era permessa soprattutto negli stati del sud (quelli che poi saranno i Confederati): Alabama, Carolina del Sud, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi avevano tutte percentuali di schiavi di oltre il 45% della popolazione totale (Carolina del Sud e Mississippi superavano la metà della popolazione totale), un’enormità se si considera che in molti casi la popolazione libera arrivava al mezzo milione.
Inutile dire come appena cinquant’anni dopo la situazione in questi stati non era cambiata affatto, se non per le leggi che impedivano di fatto la schiavitù. La comunità afroamericana era costretta a subire leggi razziali, segregazioni continue (separate but equal) e veniva considerata inferiore legalmente, socialmente ed economicamente.
La vita e l’attivismo
Rosa nasce nel 1913 in una cittadina vicino alla capitale dell’Alabama, Montgomery. Figlia di un falegname e di un’insegnante, si trasferì durante la guerra a Detroit, dove vide la differenza – e l’umanità – con cui venivano trattati gli afroamericani rispetto agli stati del Sud.
Da giovanissima, nel 1932, sposa il barbiere Raymond Parks, attivista nel movimento per i diritti civili degli afroamericani, che la introduce all’attivismo. Nonostante Rosa lavori come sarta, la passione è tanta e si dedica sempre di più all’attività politica, sostenendo cause importanti per la fine della segregazione, come quella che coinvolse gli Scottsboro Boys, un gruppo di ragazzi accusati ingiustamente di violenza sessuale su due ragazze bianche dopo una rissa in treno.
Già undici anni dopo, nel 1943, Rosa viene nominata segretaria della sezione locale dell’associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, la NAACP, ruolo che la porterà addirittura alla collaborazione, nel 1954, con un ancora giovane e sconosciuto Martin Luther King, all’epoca pastore della chiesa di Dexter Avenue.
L’arresto e la battaglia
Il 1° dicembre 1955 Rosa, tornando a casa dal suo lavoro di sarta a Montgomery, prese l’autobus e, non trovando altri posti liberi, occupò il primo posto dietro all’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora fosse salito un bianco mentre non vi erano posti riservati ai bianchi disponibili. Appena dopo tre fermate, l’autista James F. Blake le chiese di alzarsi e spostarsi in fondo all’automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Rosa, con un atteggiamento sorprendentemente (per chi vive in Italia nel XXI secolo) calmo e dignitoso, rifiutò di muoversi e di lasciare il suo posto. Il conducente fermò il veicolo e chiamò due agenti di polizia, che una volta arrivati dovettero arrestare e incarcerare Rosa per aver violato le norme cittadine sulla segregazione nei mezzi pubblici.
Venne scarcerata dopo poche ore grazie all’avvocato (bianco peraltro) Clifford Durr, da sempre impiegato nella battaglia per i diritti civili.
Le proteste
Pochi giorni dopo, pur temendo rappresaglie della comunità bianca e razzista, la comunità afroamericana iniziò una protesta pacifica, di boicottaggio di tutti i mezzi pubblici di Montgomery, che durò più di un anno. 381 giorni in cui decine e decine di autobus rimasero fermi, in cui i tassisti abbassarono i costi a quelli di un biglietto del bus, in cui l’opinione pubblica era totalmente schierata con Rosa e gli abusi subiti non solo da lei, ma da tutti quanti. Fino al giorno in cui non venne rimossa la legge che legalizzava la segregazione, stesso giorno in cui Rosa venne condannata a una semplice multa. Nel 1956 la Corte Suprema degli Stati Uniti indicò all’unanimità come incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama.
Martin Luther King ebbe a dire sull’episodio che fu “l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà” e Rosa “rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future”.
La sconfinata aspirazione delle generazioni future. Per questo è fondamentale conoscere la storia non solo di Rosa Parks, ma di tutto il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti: un movimento che è e rimarrà il caposaldo della battaglia per ogni tipo di diritti civili nel mondo. Oggi, vista la crescente intolleranza che dilaga nel mondo, non solo è bene ricordare e studiare questi personaggi, ma sarebbe opportuno seguire quotidianamente i loro passi.
“Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente, non più di quanto lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro […]. No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire”
Rosa Louise McCauley, conosciuta come Rosa Parks
Riccardo Imperiosi, Direttore Giovane Avanti!
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