Veronese: «Voto contro le ONG, mentre nel Mediterraneo si continua a morire»
16.02.2023
Mentre, oggi, si vota al Senato la legge contro i soccorsi in mare ad opera delle ONG, nel Mediterraneo si continua a morire per naufragio. Ieri, al largo della Libia, almeno 73 persone sono annegate senza che nessun mezzo di soccorso sia riuscito a intervenire in tempo.
Non si può certo essere sicuri di salvare tutte le persone che attraversano il mare e rischiano il naufragio, ma l’assenza di missioni di soccorso istituzionale e le difficoltà che si vogliono creare alle poche imbarcazioni delle ONG dedicate alle attività di search&rescue, rischiano di moltiplicare il numero delle tragedie e dei morti in mare.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa, 37 associazioni della società civile, tra le quali la UIL, hanno invocato l’immediato ritiro del decreto 2/2023, così come chiesto anche dal Consiglio d’Europa, in quanto incostituzionale e in aperta violazione delle norme internazionali, tra cui la legge del mare.
Per la UIL, non è impedendo le attività di salvataggio dei migranti, che si governano le migrazioni, né rifinanziando con il Memorandum Italia-Libia la Guardia Costiera Libica. Dovremmo, invece, occuparci, assieme all’Europa, dei diritti umani delle persone che sono nei campi di detenzione in Libia e delle violenze che subiscono donne e bambini.
È solo aprendo reali canali d’ingresso per lavoro in Europa che si combatte, a nostro avviso, il traffico delle persone, lo sfruttamento e le tragedie come quelle di ieri.
Roma, 16 febbraio 2023
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