Veronese: «Utilizzare di più il contratto di apprendistato»

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17.11.2022

Crediamo sia lecito domandarsi quale sia il motivo, o i motivi, che impediscono ai datori di lavoro di assumere i giovani con contratto di apprendistato. Lo diciamo perché, leggendo i dati dell’Osservatorio sul Precariato Inps, quella che riteniamo essere la migliore forma di accesso per i giovani fino a 29 anni, è la meno utilizzata (assorbe solo il 4,1% delle nuove assunzioni effettuate nei primi 8 mesi di quest’anno, incidenza invariata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Eppure, continuiamo ad essere in presenza di un mercato del lavoro in cui c’è un altissimo numero di giovani alla ricerca di un lavoro. Se contiamo solo i giovani disoccupati fino a 29 anni, abbiamo una platea di oltre 657 mila giovani. Se sommiamo gli oltre 2 milioni di Neet nella medesima fascia di età, si arriva a numeri che si avvicinano al numero di giovani occupati.

Possiamo dire che il rapporto tra occupati e fuori dal mercato del lavoro è di 1 a 1. Quindi è chiaro ed evidente che occorre aprire un serio ragionamento sul tema giovani e rendere maggiormente esigibile il contratto di apprendistato. C’è poi il macro tema di come proiettare verso l’alto il contratto a tempo indeterminato, che dati alla mano, vede solo 17 rapporti di lavoro attivati con questa tipologia ogni 100. Una percentuale un po’ modesta se si considera che il resto delle attivazioni è avvenuto con forme contrattuali temporanee. In questo quadro, non va dimenticato che le ultime stime Istat, ci informano di oltre 2,9 milioni di lavoratrici e lavoratori irregolari, su cui pesa anche l’assenza di tutele in tema di salute e sicurezza. Come Uil, siamo pronti a confrontarci con la neo Ministra del Lavoro, sul tema della qualità, dignità e sicurezza del lavoro perché la precarietà, il lavoro nero, non producono alcun effetto benefico né sulle lavoratrici e lavoratori, né, più in generale, sul benessere e sul reale sviluppo del nostro Paese.

Roma, 17 novembre 2022

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