Social e fake news: come si riconosce una “bufala”?
11.01.2022
Negli ultimi anni l’informazione ha subito un’evoluzione importante. Le dinamiche di diffusione e di accezione di una notizia sono diventate complesse, seppur all’apparenza sembri esattamente l’opposto. Questo perché la mediazione dei social ha in parte velocizzato e facilitato il processo di propagazione delle informazioni, permettendo così agli utenti di essere sempre conoscenza di ciò che accade nel mondo.
D’altro canto, la corsa alla pubblicazione più veloce ha, in alcuni casi, minato alla qualità dei contenuti divulgati. Talvolta ciò è sfociato nella diffusione di notizie false, o comunque incomplete.
Se quello tra social e informazione è diventato un legame indissolubile e imprescindibile, il rapporto tra fatti concreti e contenuti inaffidabili ma efficaci in termini di like ed engagement ha portato inevitabilmente a una crescita esponenziale di contraddizioni e disinformazione.
Recentemente l’Osservatorio Censis ha diffuso dei dati particolarmente interessanti su quali siano le modalità con cui gli italiani si informano. È emerso che circa 4,5 milioni si documentano solo tramite i social network. Il che di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che inesorabilmente si va in contro a una ghettizzazione dei contenuti, cosa che favorisce la diffusione di notizie false.
Il processo si è acuito negli ultimi due anni. Le news inerenti al Coronavirus e ai vaccini hanno un appeal rilevante per i lettori – per ovvie ragioni –, ma in qualche modo, grazie alle piattaforme digitali, l’informazione specifica risulta a volte fuorviante e poco completa.
Gli utenti social scelgono le pagine da seguire, leggono le informazioni che meglio incontrano le proprie inclinazioni sociali e politiche e gli algoritmi assecondano tali tendenze proponendo ai fruitori link e suggerimenti di pagine che sposano le succitate propensioni.
Ma allora si riconosce una “bufala”? Come possiamo muoverci nel mare magnum di informazioni e voci senza cadere in errore e dare per vera una notizia? Il primo passo da fare è quello di valutare attentamente la fonte da cui apprendiamo una notizia. Un post letto sulla home di Facebook o un link che fa capo a un dominio poco conosciuto non hanno la pretesa, né l’onere, di essere veritieri. Anzi!
Il secondo step riguarda la ricerca: ogni volta che si ha un dubbio, che non si è sicuri, è importante approfondire. I motori di ricerca permettono di avere un risconto, di fare chiarezza su qualsiasi tipo di argomento. Dunque non bisogna cedere alla pigrizia e andare sempre alla ricerca di informazioni aggiuntive ed esaustive.
In ultimo, avanziamo un suggerimento: la comparazione di fonti può essere anche effettuata sugli stessi social. Anche se alcune ideologie non incontrano il vostro favore, possono comunque fornirvi spunti di riflessione e permettervi di capire se vi siete affidati ai mezzi di informazione più attendibili.
Recentemente abbiamo affrontato anche un’altra problematica riguardante i social network: gli haters che, in qualche modo, è strettamente correlata a quella delle notizie false. Spesso, gli odiatori fomentano le discussioni anche basandosi su fake news e informazioni incomplete.
Ne deriva, a questo punto, una riflessione: quanto i social network sono effettivamente nostri alleati? Probabilmente, dipende molto dall’utilizzo che se ne fa e rispondere non è propriamente semplice. Ciò che è chiaro è che hanno assunto un ruolo preponderante nelle nostre vite e che sta a noi renderli “amici”.
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Redazione TERZO MILLENNIO
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