Quante tasse pagano gli italiani?

4' di lettura
Mi piace!
100%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

11.04.2023

Il tema delle tasse e del fisco è da sempre uno degli argomenti al centro del dibattito in Italia.

Se da una parte il nostro Paese ha il triste record di avere uno dei livelli di evasione fiscale più alti al mondo, dall’altra chi paga le tasse e rispetta le leggi si trova molto spesso a dover sostenere delle spese fiscali molto alte.

Ma quante tasse pagano all’anno gli italiani? Partendo dai dati fiscali raccolti dal Ministero delle Finanze, è possibile calcolare un’approssimazione abbastanza veritiera. 

I dati del Ministero delle Finanze

In base alle informazioni del database “Statistiche fiscali” del Mef è possibile stimare che nel 2020, su 30 milioni di contribuenti che includono i lavoratori dipendenti e i pensionati, sono stati pagati mediamente 5250 € all’anno di imposta Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) netta, cioè dopo gli sconti fiscali quali deduzioni e detrazioni.

A ciò vanno aggiunti 420 € annui di imposta Irpef regionale e 200€ di imposta Irpef comunale, sempre secondo un calcolo medio. 

Va specificato che il nostro sistema d’imposta sul reddito presenta una “no tax area”, una soglia sotto la quale non è dovuto il pagamento, pari a 8.174€ di reddito annuo per i dipendenti e a 8.500€ per i pensionati.

Grazie al sistema delle detrazioni fiscali, come quelle per il reddito da lavoro dipendente, questa soglia può arrivare fino ai 15.000€. Non è così purtroppo per i redditi da pensione: sopra gli 8.500€ si inizia già a pagare l’Irpef. 

Ma l’Irpef è soltanto una, anche se nettamente la più sostanziosa, delle imposte pagate degli italiani. Analizzando il bollettino mensile delle “Entrate Tributarie” pubblicato dal Mef, è possibile stilare una classifica in base al gettito delle imposte, vale a dire la somma annuale che entra nei conti dello Stato. 

I dati del 2022 riportano un gettito di 544 miliardi di euro complessivi. Di questi, l’Irpef rappresenta poco più di 200 miliardi, seguita poco distante dall’Iva, l’imposta sui consumi che definisce il prezzo finale pagato dai consumatori nell’acquisto di beni e servizi, pari a circa 170 miliardi.

L’Iva, al contrario dell’Irpef, è un’imposta che si definisce indiretta, in quanto colpisce la ricchezza o il reddito nel momento in cui viene speso.

Le altre maggiori imposte indirette in Italia sono l’accisa sui prodotti energetici e derivati – una quota delle bollette viene infatti destinata ai conti dello Stato -, l’imposta sul consumo dei tabacchi – sui quali vige un monopolio statale, e il bollo auto. 

Non vanno poi dimenticate altre imposte dirette che gravano periodicamente sulle tasche degli italiani, come l’IMU (l’imposta sulla casa) e la Tasi (l’imposta sui rifiuti), nonché la giungla di micro-imposte e tasse per attività e consumi specifici. 

Pagare tutti per pagare meno 

Insomma: un carico fiscale che scoraggia le famiglie che svolgono diligentemente il loro dovere con il fisco, spesso senza che gli vengano restituiti servizi pubblici di qualità.

Tra queste, ci sono soprattutto le lavoratrici e i lavoratori dipendenti e le pensionate e i pensionati, le persone più fedeli al fisco, i quali vedono la loro Irpef già sottratta in busta paga tramite il meccanismo del sostituto d’imposta. Sono infatti il datore di lavoro in caso e l’INPS nell’altro a trattenere l’imposta per poi trasferirla allo Stato. 

Come UIL abbiamo sempre sostenuto che la formula non può essere “pagare meno tasse per pagare tutti”, ma “pagare tutti per pagare meno tasse”.

Non c’è gesto più solidale, di civiltà, patriottico che pagare le tasse dovute per contribuire tutti insieme al progresso e al benessere della collettività. Come diceva un vecchio ministro dell’economia, “le tasse sono una cosa bellissima”. Purché le paghino tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità, come sancisce la nostra Costituzione. 

Dipartimento Fisco e Previdenza UIL

Articoli Correlati