NFT: UN’OCCHIATA AL TERZO MILLENNIO, TRA TECNOLOGIE E NUOVE APPLICAZIONI

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29.12.2021

Tra le nuove tecnologie entrate a gamba tesa nel nostro quotidiano, ci sono gli NFT.

Per chi non è avvezzo al mondo digitale, probabilmente, non avrà idea di cosa stiamo per parlare.
Per chi, invece, mastica un po’ i nuovi strumenti digitali basati su blockchain o conosce le evoluzioni dell’arte digitale sa che stiamo per affrontare un argomento che è di per sé rivoluzionario.
NFT è un acronimo che sta per “non fungible token”, un “gettone digitale non riproducibile”. Una sorta di bollino di proprietà, insomma, su opere, beni o servizi digitali.

Sebbene ai più gli NFT non suggeriscano molto, si tratta di un approccio tecnologico – e se vogliamo anche culturale – che sta rivoluzionando diverse realtà. La prima industria che sta conoscendo un cambiamento reale grazie ai NFT è quella culturale: arte, musica, gaming, proprietà intellettuale, collezionismo.
Si tratta, però, di una di quelle tecnologie in grado di scardinare equilibri in tutti i settori. Basterà poterla applicare nel modo giusto: non è un caso che anche le industrie produttive stiano alzando le antenne. Prima tra tutte quella del tessile e della moda, ma anche il settore dell’artigianato, o automobilistico. La Ferrari, su questo settore, è già attiva. Persino nei servizi (per lo più servizi finanziari) l’NFT può avere sviluppi interessanti. Per non parlare della rivoluzione che potrebbe innescare nell’ambito pubblico, dove potrebbero essere utilizzati per normare licenze, riconoscere l’identità, la residenza, i titoli di studio e così via.

Facciamo un passo indietro.
Spieghiamo, per bene, cosa è un NFT e come funziona.

Lo abbiamo definito un “gettone digitale non riproducibile”. Una sorta di etichetta o, meglio, di bollino che certifica la proprietà di un’opera, ad esempio, o comunque di un bene.
Al momento, è nell’arte digitale che gli NFT stanno mostrando la propria dirompenza: acquistare un’opera legata a un NFT significa acquistare un diritto garantito, con un vero e proprio contratto digitale (smart – contract) che sancisce la proprietà.
Su un’opera digitale, per la quale, potenzialmente è possibile avere svariate, innumerevoli copie tutte di fatto originali, apporre un’etichetta che ne certifica l’unicità è una rivoluzione. E infatti il mercato è più che florido. Diverse opere digitali con NFT sono state battute all’asta per milioni di euro.

È di pochissimi giorni fa la notizia che il cantante Ozzy Osbourne è entrato nel mondo degli NFT. Il progetto è “Cryptobatz”, una collezione di 9666 NFT bats (cioè pipistrelli), una citazione del suo leggendario morso a un pipistrello sul palco di Des Moines, in Iowa, nel 1982.
Il meccanismo che rende di fatto unico un’opera digitale grazie agli NFT è complesso da spiegare per chi e a chi non è così addentro al mondo digitale. Di fatto, si tratta di una sorte di codice compresso (hash) memorizzato su una blockchain in grado di memorizzare tutti i passaggi che poi saranno effettuati nelle compravendite.
Il token (il gettone, per intenderci) memorizza tutti i passaggi di vendita (per lo più in cryptovaluta), fino al creatore dell’opera. L’autenticità e le proprietà sono sempre inequivocabilmente dimostrate.

Come già detto, è l’arte digitale ad aver conosciuto un exploit fortissimo, ma la tecnologia NFT ha potenzialità enormi. Non è assurdo immaginare di poter acquistare dei mobili con dei token, degli abiti, viaggi. Per non parlare del mondo del marketing per il quale si spalancano porte che potrebbero assicurare un passaggio vero in un altro mondo. Un mondo che forse, ora, non riusciamo a immaginare. Del resto gli NFT si prestano bene al concetto di “realtà aumentata”, intervenendo di fatto nel concetto di valore dei prodotti. La tracciabilità della proprietà e il bollino di autenticità che di fatto rappresentano stanno interessando i grandi marchi per lo sviluppo di beni e servizi esclusivi.

Il mercato ha registrato un plus del 11.000% . Quando il sistema della carte di credito si aprirà alle valute digitali, con ogni probabilità, crescerà ancora moltissimo.
Il rischio è, ovviamente, come in tutti i mondi inesplorati, quello di cadere in una bolla speculativa. Di non riuscire, subito, a rendere applicabili tutte le funzionalità potenziali oppure quello di incorrere in difficoltà di regolamentazione e legislazione. Non ultimo, anche l’impatto ambientale grava molto sulla tecnologia. Il sistema è lo stesso del mining delle valute digitali. Per realizzarle serve un’ingente quantità di energia.

E per il mondo del lavoro?

Al momento sono i singoli artisti o creativi a esplorare il mondo NFT. È però altamente probabile che, nel futuro, saranno tantissime le professioni che ruoteranno attorno al concetto di blockchain e quindi lavoreranno per rendere più funzionali gli NFT. Siamo nel futuristico, ma non è difficile immaginare un ruolo anche per i servizi pubblici, data la particolarità degli NFT di rendere unico e assoluto un qualsiasi bene materiale o immateriale. Insomma, le prospettive sono tante.

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