Il conflitto in Ucraina non si sta combattendo solo sul campo, ma anche sui social
18.03.2022
Sembra un’esagerazione, forse, ma non lo è. In pochi giorni abbiamo imparato a conoscere molto di questo conflitto attraverso i social. Basti pensare che, in poche settimane, il Presidente ucraino, Zelensky, ha aumentato la sua popolarità su scala mondiale, raccogliendo oltre 5milioni di follower in più solo su Instagram.
La scelta di utilizzare i social media come mezzi di comunicazione diretti e intermediati non è nuova, basti pensare alla Primavera Araba, ma è con questa guerra che si sta rendendo evidente l’effettivo “potere” esercitato dai social come mezzo di comunicazione.
Twitter e Telegram sono i social preferiti, ma sono tutte le piattaforme ad essere coinvolte in questa battaglia 4.0.
Una sorta di guerra nella guerra, senza esclusioni di colpi, dunque, quella si sta combattendo tra Ucraina e Russia sui social: da un lato il grande impegno ucraino nell’utilizzare quanto più possibile i social non solo per veicolare informazioni sul conflitto, ma soprattutto per tramettere messaggi politici diretti, dall’altro la censura Russa che sta stravolgendo il panorama comunicativo nel Paese.
Lo scambio di battute tra il nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente ucraino Zelensky ne è un clamoroso esempio, così come anche il dialogo ormai famoso tra Zelensky e Biden. Tutto a colpi di tweet.
Del resto, già nei primissimi giorni del conflitto, è sembrato subito chiaro che la dimensione informatica e digitale della nostra quotidianità avrebbe giocato un ruolo fondamentale. Tre i punti da sottolineare: la “chiamata alle armi tecnologica” con il coinvolgimento di hacker e tutto il sottobosco del dark web, l’utilizzo politico dei social, l’esclusione via via sempre crescente del popolo russo dai social media più famosi e diffusi.
Questi tre elementi, combinati assieme, possono rendere facilmente l’idea di come e quanto la tecnologia della comunicazione e i social media siano diventati parti integranti e fondamentali del “quarto potere”.
Un potere che spaventa. Basti pensare alla scelta di Putin di bloccare Facebook e Twitter nell’intera Russia, accusando i social americani di “discriminare” i media russi. Una scelta che mira a escludere il popolo russo da un’informazione “pulita”, non contaminata dalla macchina della propaganda che distorce e manipola la realtà.
Il sostanziale “spegnimento” di questi canali ha generato molto malumore tra i Russi che hanno dovuto rinunciare ai loro influencer e fare i conti con una realtà di esclusione sostanziale da tutto ciò che ha significato fin’ora “comunicazione globale”. Le lacrime delle influencer russe nei loro ultimi post aperti, del resto, la dicono lunga sul livello di tensione che si gioca su questo fronte.
La guerra combattuta sui social sembra ribaltare le forze sul campo: i Russi sembrano subire la forza dei social, mentre l’Ucraina ha dimostrato di poterne fare un uso strategico, soprattutto agli occhi degli “spettatori” – nonché utenti – mondiali che hanno la possibilità di rendersi spettatori del conflitto ed evitare o tutelarsi dalle mosse propagandiste russe.
Dal canto suo, Zelensky come dicevamo ha aumentato la sua popolarità nel mondo, costruendo un personaggio tutto nuovo. Un Presidente che lotta sul campo con i suoi soldati, che indossa la mimetica e che rende pubbliche risposte e richieste ai leader europei e occidentali. Di fatto costringendoli a una presa di posizione pubblica.
E all’interno di tutta la strategia comunicativa che supporta la resistenza ucraina, il lavoro sul digitale è continuo e costante il Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione dell’Ucraina, l’Associazione dell’Innovazione e dell’Educazione Digitale e la Totonis Company hanno lanciato una nuova piattaforma internazionale #MyWar (https://www.mywar.in.ua). L’intento è quello di dare la possibilità a ogni ucraino, come testimone della guerra, di descrivere la propria storia, diffondere fatti reali ed esperienze personali. I cittadini di tutti i paesi del mondo possono vedere e leggere questi fatti nella loro lingua madre ed esprimere il loro sostegno all’Ucraina in azioni reali. Uno strumento dalle enormi potenzialità.
Non solo social, però. La guerra ha coinvolto anche hacker e dark web: sono in tanti gli hacker che stanno mettendo a disposizione dell’Ucraina le proprie capacità per ostacolare la Russia. Ricordiamo a tal proposito l’iniziativa di Anonymous che ha violato le stampanti militari e governative russe, reso irraggiungibili i siti di compagnie, banche, media russi, inviato “sette milioni di messaggi sui telefoni di utenti russi per dire loro la verità circa sull’invasione di Putin” e numerose altre iniziative che dimostrano come la guerra, nel 2022, abbia dei risvolti cyber da non sottovalutare.
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