Grazie all’intelligenza artificiale tre persone paralizzate tornano a camminare

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08.02.2022

Tre persone paralizzate hanno ricominciato a camminare grazie a degli elettrodi impiantati nel midollo spinale. Tutto il percorso di ricerca è stato da poco pubblicato su Nature Magazine, una delle riviste più autorevoli al mondo in campo scientifico. Lo studio è stato condotto dal Politecnico di Losanna (Epfl), in Svizzera e a coordinarlo sono stati Grégoire Courtine e Jocelyne Bloch. Anche un italiano ha partecipato al gruppo di ricerca, Silvestro Micera, che lavora tra la Scuola Superiore Sant’Anna ed Epfl.

“Questo successo è il risultato di lunghi studi portati avanti in questi anni, che avevano l’obiettivo di capire come ricreare gli impulsi elettrici necessari per il controllo del tronco e delle gambe”, ha dichiarato all’ANSA Silvestro Micera.

La ripresa della mobilità è stata possibile attraverso un tablet sul quale i pazienti possono selezionare la tipologia di movimento che vogliono fare, più una sorta di bypass all’interno dell’addome che raccoglie le informazioni e una serie di elettrodi morbidi impiantati direttamente all’interno della colonna vertebrale, nel midollo spinale. Sulla base dei movimenti selezionati dal tablet, i segnali vengono inviati agli elettrodi che attivano la contrazione dei muscoli in forma coordinata, generando in questo modo movimenti complessi: non solo camminare ma anche nuotare e pedalare.

Tra le prime tre persone sulle quali è stata condotta la sperimentazione c’è l’italiano Michel Roccati, 30 anni, rimasto paralizzato nel 2017 per un incidente in moto e a cui avevano tolto qualsiasi speranza di tornare a camminare. E invece appena l’impianto è stato attivato Michel è riuscito a alzarsi di nuovo. Infatti, a Michel e agli altri due pazienti è stata in primis fatta una formazione approfondita sull’utilizzo dell’impianto, ma appena è stato attivato, sono riusciti a camminare, pedalare, nuotare e controllare i movimenti del busto in un solo giorno.

“I primi passi sono stati qualcosa di incredibile, un sogno che si avverava. Ora sono in grado di salire e scendere le scale, nuotare e punto, entro primavera, di riuscire a camminare per un chilometro” ha detto Michel.

Infatti, gli scienziati affermano che, mentre i progressi ottenibili in un solo giorno sono sorprendenti, dopo qualche mese lo sono ancora di più. Questo perché la tecnologia è miniaturizzata e dunque i pazienti possono eseguire i loro esercizi di allenamento all’aperto e non solo all’interno di un laboratorio.

Courtine ha spiegato che la tecnologia non è una cura per le lesioni spinali ed è ancora troppo complicata per essere utilizzata nella vita di tutti i giorni, “ma è un passaggio fondamentale per migliorare la qualità della vita delle persone”.

Courtine ha inoltre dichiarato che stanno conducendo ulteriori ricerche su come questa tecnologia potrebbe essere utilizzata per altri tipi di condizioni neurologiche, come il morbo di Parkinson, questo perché è come se la scienza abbia appena aperto la possibilità di dialogo con il midollo spinale.

L’obiettivo dello studio è quello di aumentare il numero di pazienti da coinvolgere nelle sperimentazioni affinché si possa commercializzare il prima possibile la tecnologia.

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