Giornata Europea della protezione dei dati personali: perché si celebra? Di cosa parliamo?
28.01.2022
Oggi, 28 gennaio, si celebra la Giornata europea della protezione dei dati personali. Un tema sempre attuale e parecchio dibattuto. Cogliamo quindi l’occasione per approfondire la questione aperta nel 1981 – anno in cui il Consiglio d’Europa aprì alle firme della Convenzione n.108.
La Giornata è stata istituita nell’aprile del 2006 dal Consiglio d’Europa, con il dichiarato scopo di veicolare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica verso due aspetti fondamentali della dimensione digitale: la privacy e, contestualmente, la protezione dei dati personali. Ci addentriamo perciò in una materia molto delicata, spesso trattata con superficialità.
Partiamo dall’assunto che il mondo digitale non sia un mondo a sé stante, ne siamo ormai parte integrante. Ogni aspetto della vita privata e lavorativa di una persona appartiene anche all’universo virtuale, non sempre tangibile, ma più reale che mai. Questo è il motivo per cui ogni volta che si condivide un file, si accede a un sito web, che si pronta una visita medica, che si accettano Cookie o si scambiano messaggi in chat, si dovrebbe essere pienamente consapevoli dei dati personali che vengono trasmessi a terzi. Che si tratti di un’app di messagistica o di un quotidiano online.
Prima di scoprire cosa c’è dietro, a cosa di preciso si dia il consenso, facciamo un’altra premessa che in qualche modo tenta di discolpare – ma non del tutto – gli utenti del web. La digitalizzazione dei contenuti e dei rapporti, sia privati sia lavorativi, ha dettato tempistiche a cui è difficile stare dietro. Ogni cosa deve essere immediata, pronta all’uso. Guai a perdersi nella lettura e nella comprensione di “termini e condizioni”. Ci vorrebbe davvero troppo. Ed ecco che con un rapidissimo click si concedono dati sensibili e privatissimi che diventano linfa vitale per il marketing.
Il 28 gennaio è quindi la data indicata in cui governi, media e organismi preposti per la protezione dei dati spendano del tempo alla sensibilizzazione sul tema. Come dicevamo, gli utenti, se non correttamente informati, possono andare incontro a sorprese spiacevoli. L’Unione Europea ha redatto un documento utile ed esplicativo, il GDPR – General Data Protection Regulation – il cui intento è chiarire e disciplinare gli aspetti legali su sicurezza, dati, privacy e responsabilità. Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Europea nel maggio del 2016, ha imposto dei cambiamenti interessati sulla gestione dei dati da parte di aziende e organizzazioni. Tra questi troviamo l’obbligo della richiesta del consenso e la sua conseguente registrazione. Ecco perché sarebbe bene essere informati sui moduli di consenso; prendersi qualche minuto per leggerli e studiarli non potrebbe che portare benefici.
Quanto ai Cookie, c’è da sapere che sono file di testo presenti sul computer dell’utente. Hanno l’obiettivo di registrare abitudini e preferenze. Mettiamola così, sono blocchi o porzioni di dati che in qualche modo vanno a definire i gusti dei fruitori. Sarà capitato a tutti di chiedere a un motore di ricerca qualcosa di specifico, per poi magari ritrovarsi su Facebook diversi banner sull’argomento. A determinare questa staffetta sono proprio i Cookie.
Recentemente Google ha fatto sapere che dal 2023, Chrome non supporterà più i Cookie di terze parti, una limitazione abbastanza importante per le aziende che si occupano di digital Advertising e quindi di pubblicità. L’altro lato della medaglia è che si valorizza maggiormente la privacy degli utenti, che non è poco.
Insomma, diffusione e raccolta di dati sono regolamentate legalmente. Per proteggere la propria privacy e limitare il passaggio di informazioni, tuttavia, si dovrebbe essere maggiormente consapevoli dei rischi che si corrono quotidianamente. D’altra parte, il mondo digitale funziona esattamente come quello fisico: per proteggersi dai pericoli bisogna sapersi muovere ed essere coscienti del contesto, delle regole e di ciò che rende la vita ciò che è.
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