Working : la serie di Obama che racconta il lavoro targato USA
19.06.2023
Barack Obama studiava al college quando scoprì “Working”: un saggio ambizioso, in cui lo storico e scrittore Stud Terkel puntava a raccontare tutto il mondo del lavoro americano. Dalla base fino ai vertici. Per la prima volta qualcuno chiedeva direttamente alle persone comuni come fosse lavorare. Le loro vite di camerieri, professori, business executive o pompieri, erano raccolte in un unico volume che testimoniava le profonde trasformazioni sociali ed economiche degli anni ’70, tra innovazione e mercato globale.
Indagando il quotidiano, Terkel sollevava questioni esistenziali. Cosa rende significativo il lavoro? Quale senso dà alla nostra vita?
Obama come Terkel
Cinquant’anni dopo, Obama pone le stesse domande. Anche oggi stiamo vivendo una fase di straordinario cambiamento. Intelligenza artificiale e automazione stanno rivoluzionando lavori e mestieri, con la promessa di migliorare la vita umana. Ma il dato di fatto è che le disuguaglianze aumentano e il benessere è sempre più un privilegio di pochi. Soprattutto negli Stati Uniti.
Per capire da dove origina il corto circuito l’ex Presidente si mette nei panni di Terkel e torna a parlare a tu per tu con la forza lavoro americana. Insieme a lui ci sono le telecamere di Higher Ground e Concordia Studio, che con la produzione esecutiva anche di Michelle Obama e la regia di Caroline Suh, hanno dato vita alla miniserie Netflix Working. Un remake 2.0 dell’omonimo libro del ’74 che documenta strato dopo strato, il complesso sistema produttivo statunitense.
Working: differenze di scenario
L’indagine parte dai low skills jobs – estenuanti e mal-pagati – e arriva ai CEO. Nel mezzo il grande assente: la classe media. Quello che era il corpo sociale in espansione negli anni del boom economico, il primo approdo nell’uscita dalla povertà, si sta progressivamente riducendo. La forbice si allarga e la distribuzione della ricchezza è estremamente ineguale. Lo palesa l’evidente cambio di scenario che circonda l’ex Presidente. L’angusta mensa in cui mangia Elba, addetta alle pulizie del Pierre Hotel di New York non ha niente a che vedere con la splendida terrazza dove è intervistato Natarajan “Chandra” Chandrasekaran, il chairman del grande gruppo multi-milionario Tata Group che possiede l’albergo. Nel mezzo c’è Beverly, impiegata, che ha visto svuotarsi anno dopo anno il suo reparto a causa dello sviluppo digitale.
La dinamica si ripresenta quasi identica nella serie di incontri di Obama nel settore della gig economy. Qui, alla base della catena sociale si trova Carmen. Una mamma single di Pittsburgh che sbarca il lunario facendo più lavori, tra cui le consegne tramite l’app Uber Eats. Un gradino sopra di lei, c’è Luke, data analyst per Aurora Innovation, la promettente start up che punta a creare auto a guida autonoma. A co-fondarla è stato Chris che si avvale di ingegneri robotici senior come Karthik, per convincere grandi investitori e prevedere miliardi di profitti.
L’assistenza domiciliare, tra razzismo e povertà.
Ma forse, nella serie Working, il settore dove emerge con più forza l’ingiustizia sistemica dell’ordine sociale americano è quello dell’assistenza domiciliare. Il lavoro di cura di persone anziane e non autosufficienti è stato spesso relegato a donne. Il più delle volte donne nere. Questa ghettizzazione professionale ha esacerbato i bias razziali e di genere consolidando il pregiudizio per cui esistono lavori meno validi di altri.
A spiegarlo è la voce narrante dell’ex Presidente che introduce una delle protagoniste. È Sheila, la supervisor della At Home Care Mississippi che può fare poco per le dipendenti che lamentano paghe troppo basse e turni massacranti. L’unica azione in suo potere è riferire. Lo fa a Jeanette, la fondatrice dell’organizzazione. Una CEO fuori dalla norma che non guadagna milioni, ma solo 40 mila euro l’anno, faticando a pagare i salari. Nello Stato del Mississipi la sanità ha subito dei tagli e mancano le risorse. Per questo si affida a Kenny Wayne Jones, ex senatore e lobbista. È a lui che spetta di influenzare chi decide per salvare dalla miseria le assistenti domiciliari.
Il sogno americano si è infranto
Il viaggio di Obama tra fabbriche e uffici, tra case di periferie e ville mozzafiato prova che il sogno americano si è infranto. Il se vuoi puoi si scontra con un sistema profondamente ineguale. Quando l’economista Friedman, durante l’amministrazione Reagan, ha inaugurato il mito della massimizzazione dei profitti, ha certamente aumentato la ricchezza. Ma questa si è poi concentrata nelle mani dei vertici. Infatti, se nel 1970, i CEO guadagnavano 30 volte lo stipendio dei propri dipendenti, attualmente guadagnano fino a 350 volte di più. Qualcuno deve dirigere. Questo è fuori discussione. Ma come dirige ed entro quali limiti è un discorso diverso che deve tenere conto anche dell’etica del lavoro delle nuove generazioni. I neodiplomati o laureati di oggi non cercano un impiego solo per pagarsi le spese. Hanno bisogno di un significato. Un senso di realizzazione. Sopravvivere non basta e allo stesso tempo non è più così scontato.
Working lo rende ben chiaro. Serie consigliatissima.
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