Il prezioso apporto all’economia ed alla demografia degli stranieri nelle Città metropolitane

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14.01.2025

E’ stato pubblicato, lo scorso dicembre sul sito del Ministero del Lavoro, il documento Rapporti annuali sulla presenza dei migranti nelle Città metropolitane, giunto all’ottava edizione e curato dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione in collaborazione con Sviluppo Lavoro Italia S.p.A.

Lo studio offre un’analisi approfondita sulla presenza dei cittadini non comunitari in Italia, con dati dettagliati per ciascuna delle 14 aree metropolitane. Qui, la popolazione non comunitaria rappresenta il 6,4% della popolazione residente, con 3.607.160 soggiornanti regolari al 2024. Si evidenzia una concentrazione maggiore nelle città del Nord (60,6%) rispetto al Centro (23,3%) e al Sud e Isole (16,1%). Le principali nazionalità sono Ucraina, Marocco, Albania e Cina, con significative variazioni nei flussi migratori legate a conflitti e regolarizzazioni legislative.

Le città di Milano e Roma ospitano il 22% del totale dei cittadini non comunitari, mentre Napoli ha registrato il maggiore incremento (+3,8% tra il 2023 e il 2024). Nonostante il calo generale dei soggiornanti (-3,2% a livello nazionale), alcune città come Messina e Bologna mostrano aumenti. I dati evidenziano anche una marcata disparità tra i territori in termini di occupazione, stabilizzazione e partecipazione imprenditoriale.

Il ruolo dei migranti nell’economia urbana 

Un tema chiave che emerge dal rapporto è il ruolo dei migranti nell’economia urbana, considerando sia il contributo lavorativo (7% degli occupati totali in Italia), sia imprenditoriale (8,8% delle imprese registrate). Le città come Milano e Genova emergono come centri di forte integrazione economica, mentre altre, come Palermo e Bari, evidenziano sfide legate all’occupazione e alla stabilizzazione dei migranti.

Il tasso di natalità

Un secondo aspetto significativo riguarda il tasso di natalità che, tra i cittadini non comunitari, risulta superiore a quello della popolazione italiana, contribuendo in modo rilevante al rinnovamento demografico nelle Città Metropolitane.  Nel 2023, i nati da genitori non comunitari rappresentano il 13,5% del totale dei nati in Italia, pur essendo solo il 6,4% della popolazione residente. Questo significa che il tasso di natalità per i non comunitari è circa doppio rispetto a quello degli italiani, quando confrontato con la rispettiva popolazione.

Nelle città del Nord e del Centro, i cittadini non comunitari compensano parzialmente il calo demografico dovuto al basso tasso di natalità tra gli italiani. Le città con la maggiore percentuale di nati stranieri sono quelle con una presenza consolidata di migranti e con economie locali che favoriscono l’integrazione. La concentrazione di minori non comunitari è massima in città come Catania (21,5%) e Torino (21%), ma minima in città come Napoli (14,7%) e Cagliari (15,8%).

In conclusione, possiamo dire che il contributo dato dai nuovi cittadini all’economia delle grandi città risulta prezioso sia in termini economici che sociali. Inoltre, l’aumento della natalità tra i migranti evidenzia il loro contributo alla sostenibilità demografica dell’Italia, un Paese caratterizzato da uno dei più bassi tassi di fertilità in Europa.

Tuttavia, le differenze tra le città mostrano che l’integrazione economica e sociale influisce direttamente sulla stabilità familiare e sulla propensione alla natalità dei migranti.

Servizio Stato Sociale, Politiche Economiche e Fiscali, Immigrazione

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