QUATTORDICI ANNI DAL TERREMOTO DELL’AQUILA: DALL’OCCUPAZIONE ALLA RICOSTRUZIONE MATERIALE E SOCIALE

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06.04.2023

Il 6 aprile 2009 è una data che ha cambiato per sempre la storia dell’Abruzzo a causa del terribile terremoto dell’Aquila. 

Sono passati quattordici anni dal violento sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese e altri comuni limitrofi, e che ha contato 309 vittime e oltre 1600 feriti. 

L’Abruzzo, come ogni anno, ricorda la triste pagina di storia regionale che si è consumata nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009, con la consueta fiaccolata nelle vie del centro storico e altre iniziative per commemorare quel tragico evento.  

Da quella data all’Aquila tutto è cambiato e sono state molte le ripercussioni economiche, sociali e occupazionali che hanno modificato il modo di vivere degli aquilani, e non solo.

I dati sull’occupazione

Il tema del lavoro, al centro del dibattito sindacale, ha avuto in questi anni sicuramente un occhio di riguardo nei confronti di quel territorio. 

Gli ultimi dati sull’occupazione non sono di certo confortanti per l’intera regione che perde circa 39mila unità rispetto al 2021. 

Nello specifico, nella provincia dell’Aquila si è verificato un decremento degli occupati complessivi del 2 per cento e il tasso di disoccupazione è molto più preoccupante rispetto ad altri territori, essendo superiore a quello nazionale del 3,3 per cento.

La ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila

Non rincuora di certo il tema della ricostruzione, tanto discusso nelle aule istituzionali. Al momento i cantieri conclusi in centro città sono il 10 per cento degli edifici pubblici e il 75 per cento di quelli privati. 

Non è diversa la situazione nei comuni che fanno parte del cratere del terremoto dell’Aquila del 2009. 

Anche lì la ricostruzione pubblica si aggira intorno al 10 per cento e quella privata raggiunge il 60 per cento. Analizzando questi dati in relazione alla situazione occupazionale del capoluogo e dei paesi del cratere, viene fuori che gli occupati nei cantieri edili sono, allo stato attuale, 8047 unità.

L’impegno del Sindacato dopo il terremoto dell’Aquila

Importante è stato l’impegno del sindacato confederale aquilano – Uil, Cgil e Cisl – che è sempre stato in prima linea, adoperandosi per i finanziamenti finalizzati alla programmazione e alla progettazione di una città nuova, dopo quanto accaduto.

 Di grande importanza sono stati i fondi raccolti da Uil, Cgil e Cisl nazionali, insieme a Confindustria, che diedero vita ad un progetto per la realizzazione di una smart city, una città giovane e veloce, che nascesse dalle ceneri del terremoto. 

Un’intuizione, quella, che si sta concretizzando con l’attuale idea di ricostruzione, che ha come filosofia proprio la creazione di una città nuova, una città dell’avvenire, che possa cogliere in maniera diretta la transizione ecologica e ambientale e che realizzi un centro innovativo e al passo con i tempi, fruibile soprattutto dalle nuove generazioni, che sono le più propense ad abbandonare le aree interne. 

Puntare sulla prevenzione mettendo in sicurezza il territorio

Il terremoto dell’Aquila ha sicuramente posto l’accento sulla gestione dell’emergenza sanitaria in caso di catastrofi naturali. Nello specifico, Uil Abruzzo in occasione del decimo anniversario dal sisma, nel 2019, ha organizzato una tavola rotonda sulla necessità di creare un modello di gestione condivisa dell’emergenza sanitaria in tali situazioni. 

Con l’intento di mandare un messaggio chiaro alle istituzioni: puntare sulla prevenzione è decisivo in una regione a forte rischio sismico come l’Abruzzo. In un territorio come quello abruzzese la messa in sicurezza dei comuni, che garantisca l’incolumità di chi vi abita, è una scelta responsabile e utile anche a rilanciare l’economia. 

Per questo le confederazioni si sono attivate sin dai primi mesi dopo il terremoto nella stesura e nella firma di protocolli di emergenza che assicurassero la sicurezza degli abruzzesi e limitassero i danni provenienti da accadimenti naturali imprevisti.

Insomma, in questi quattordici anni tanto è stato fatto ma molto c’è ancora da fare. Da ricostruire. Da un lato quella ricostruzione materiale, per la quale ci si sta adoperando, e che sta riportando in vita, seppur molto lentamente, edifici pubblici, case private e spazi di aggregazione. D’altro canto, però c’è la riorganizzazione della socialità perduta, tornare a condividere di nuovo esperienze e momenti di vita, in sostanza ricostruire quel senso di appartenenza ad una comunità e ad una città che in tanti non hanno lasciato e non hanno mai smesso di amare. 

Ufficio Comunicazione UIL Abruzzo 

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