IL DL Ricostruzione diventa Legge

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23.03.2023

Nei giorni scorsi, è stata approvata la legge n. 21/2023, di conversione del D.L. n. 3/2023, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’11 marzo 2023, n. 60 (link), recante “Interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile”. Il provvedimento – composto da 23 articoli – si indirizza, in linea generale, verso la semplificazione e l’accelerazione delle procedure per la ricostruzione nelle aree colpite da eventi di natura sismica.

Più nel dettaglio, la nuova norma estende le disposizioni di semplificazione dettate dalla Parte II, titolo IV, del D.L. n. 77/2021 (Governance del Piano nazionale di rilancio e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure) anche alle procedure connesse all’affidamento e all’esecuzione dei contratti pubblici per gli interventi ricostruttivi nei comuni interessati dai terremoti di aprile 2009 (L’Aquila e Abruzzo) e agosto – ottobre 2016/gennaio 2017 nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, eccetto quelli già finanziati con le risorse previste dal PNRR e dal Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC). Limitatamente agli interventi da realizzare nelle aree del Cratere del Centro Italia che rientrano nell’ambito del PNC, l’esercizio dei poteri sostitutivi statali è affidato al Commissario ad acta del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione; quest’ultimo è nominato con decreto del Presidente della Repubblica e dovrà trasmettere al Governo entro il 31 maggio 2023 una relazione sullo stato di attuazione della ricostruzione.

Dal punto di vista occupazionale, la legge estende anche alle amministrazioni pubbliche ricomprese nel cratere del sisma del 2016-2017 la possibilità di riservare fino al 30% dei posti dei concorsi pubblici per l’assunzione a tempo indeterminato di personale non dirigente, in analogia con quanto già previsto per le zone abruzzesi colpite dal sisma del 2009. Vengono poi prorogati fino al 31 dicembre 2025 i rapporti di lavoro a tempo determinato presso gli Uffici Speciali per la città dell’Aquila e per i comuni del cratere per il sisma del 2009. Inoltre, è spostata al 31 dicembre 2023 la scadenza dei rapporti di lavoro a termine stipulati con il personale in servizio presso gli Uffici Speciali per la Ricostruzione (USR) e presso gli altri enti pubblici ricompresi nel cratere del sisma del 2016 -2017, compresi i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati, mediante convenzioni, con società a controllo pubblico. Infine, è prevista anche la stabilizzazione dei rapporti di lavoro negli enti locali dei crateri dei terremoti del 2002 (Molise), del 2009, del 2012 (Emilia-Romagna) e del 2016-2017.

Tra le altre disposizioni, vogliamo soltanto ricordare: l’introduzione anche dei prezzari regionali vigenti per il calcolo dei contributi riservati agli interventi di ricostruzione o recupero degli immobili privati distrutti o danneggiati dagli eventi sismici del 2016-2017; l’erogazione dei contributi finalizzati alla realizzazione di interventi unitari sugli edifici privati o di proprietà mista pubblica e privata, anche non abitativi, in caso di sostituzione del privato da parte del comune; la possibilità di utilizzo della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per interventi di ricostruzione anche in altri comuni del cratere sismico del 2016-2017, che dimostrino il nesso di causalità diretto tra danni e terremoto; la proroga al 31 dicembre 2024 della possibilità di fare ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato per l’accelerazione e l’attuazione degli investimenti concernenti il dissesto idrogeologico, compresi quelli finanziabili tra le linee di azione sulla tutela del territorio nell’ambito del PNRR.

Se, da un lato, come UIL, apprezziamo l’intenzione del Governo di procedere alla stabilizzazione del personale, precedentemente assunto con contratto a tempo determinato, attivo presso gli USR, pure non possiamo non rilevare alcune criticità. Tra queste, la mancata estensione di tale stabilizzazione alle lavoratrici e ai lavoratori assunti per accelerare e dare attuazione agli interventi contro il dissesto idrogeologico. Così come l’opportunità persa di riunire in un unico testo di legge i grandi temi del contrasto ai disastri naturali – terremoto e dissesto idrogeologico, in primis – citati solo nella titolazione della norma, che nella sostanza dei fatti, però si rivolge principalmente alle aree flagellate dal sisma, senza peraltro superare la logica emergenziale, incarnata dal ricorso alle figure del Commissario straordinario e del Commissario ad acta.

Vogliamo, quindi, ribadire la nostra convinzione circa il fatto che, per salvaguardare l’identità dei luoghi, le loro vocazioni e procedere alla “ricomposizione” dei centri abitati evitando nuovi abbandoni, non occorrono ulteriori disposizioni ad hoc. Quel che serve veramente è un sistema normativo strutturale e organico, che sia prima di tutto orientato alla prevenzione, che preveda anche la corretta gestione delle emergenze, che crei un organismo stabile di esperti a servizio delle azioni di tutela e salvaguardia del fragile territorio nazionale e che spazi dagli interventi fiscali a quelli per la protezione del Lavoro e delle imprese, contrastando possibili illegalità ed infiltrazioni illecite, oltre che lo sfruttamento e la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro. Auspichiamo perciò la creazione di un quadro legislativo – sia a livello nazionale che regionale – definito e certo, che coordini tutta la normativa in essere e superi, armonizzandola, la suddivisione delle competenze tra i soggetti istituzionali che hanno delega alla Ricostruzione.

In questo contesto, la UIL rivendica il pieno coinvolgimento nella definizione di tale corpus normativo, nonché il proprio ruolo di agente sociale impegnato in un’azione di ascolto, sintesi, e propositivo indirizzo e rappresentanza delle istanze delle comunità locali. Esperienze passate, anche e soprattutto nelle emergenze che certi territori hanno già vissuto, ci hanno insegnato che il confronto costante tra i diversi soggetti in campo ha fatto crescere l’elaborazione collettiva e generato buone pratiche ed una innovazione anche di carattere legislativo: per questa ragione, è fondamentale che alla governance costituita dalla Cabina di coordinamento tra Governo, Regioni e Comuni si affianchino tavoli che coinvolgano costantemente anche le Parti Sociali. Solo in tal modo la sfida di tale programmazione locale potrà essere raccolta e dare risposte adeguate.

Lavoro, attività economiche, Ambiente e Sostenibilità, tutela del territorio, infrastrutture e reti immateriali: sono questi assunti, nel loro insieme, la chance affinché dalla crisi possano fiorire nuove opportunità.

Dipartimento Ambiente UIL

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