Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per recuperare le periferie urbane

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13.04.2023

Sono tre miliardi di euro i fondi che il Pnrr prevede per riqualificare le tante periferie delle città metropolitane italiane. 

L’obiettivo – più volte fallito in passato – è ridurre le situazioni di degrado e di marginalizzazione che questi luoghi – sempre più non luoghi – hanno generato.

Ridurre il divario di cittadinanza, insomma. Perché tutte le persone – al di là dell’estrazione sociale o del colore della pelle – dovrebbe avere accesso agli stessi servizi e allo stesso livello di qualità. 

Le risorse del PNRR per le periferie

Guardando alla quantità di risorse assegnate dal PNRR per le periferie, Napoli si posiziona al primo posto con circa 351 milioni. Segue Roma, con 330 milioni di euro. Mentre Milano è terza, con 277. 

Concentrandoci esclusivamente sulla Capitale d’Italia, le opere più imponenti che mirano a ricucire il tessuto cittadino recuperando spazi e aree già esistenti, promuovendo processi di partecipazione sociale e imprenditoriale, interessano il Corviale, Tor Bella Monaca e numerosi edifici abbandonati. 

Roma cambia volto?

Ma andiamo con ordine: per Tor Bella Monaca – quartiere nato sul finire degli anni ottanta con i piani di edilizia popolare, visibile dal Grande raccordo anulare per le sue inquietanti torri di quindici piani che ospitano migliaia di abitazioni – sono previsti 80 milioni. Saranno utilizzati appunto per il recupero edilizio di oltre 1.200 appartamenti, la costruzione di nuovi spazi sociali e culturali, la trasformazione urbana dei complessi abitativi e dello spazio pubblico, per migliorarne l’accessibilità e la sicurezza. 

Cinquanta milioni pioveranno invece sulla periferia sud ovest della capitale, precisamente a Corviale, conosciuto con il nome di Serpentone, per via della sua smisurata lunghezza. Sono previsti per completare la riqualificazione del quartiere con nuovi impianti sportivi, interventi di efficientamento energetico e recupero di spazi sociali. 

Anche il Santa Maria della Pietà – l’ex ospedale psichiatrico, di proprietà di Regione Lazio e della Asl – con il suo monumentale parco è pronto a rinnovarsi. Qui saranno investiti 50 milioni di euro.

Per il complesso di Monte Mario è previsto un programma di interventi mirati alla salute e al benessere delle persone, inteso come benessere fisico, psichico e mentale, finalizzato alla cultura dell’inclusione sociale, dell’assistenza e dell’integrazione collettiva, comunitaria e generazionale.

Come? Attraverso una grande biblioteca, un centro diurno di sostegno per le persone con disabilità cognitive, una struttura per disabili con funzioni di sostegno alla famiglia, alloggi per persone sottoposte a sfratto e per donne vittime della violenza, un centro di educazione ambientale con laboratori per le scuole, spazi di coworking e di aiuto alla creazione di start up.

Ma non è tutto. A questi tre monumentali progetti – messi in campo dall’Amministrazione comunale – si aggiunge un’azione di recupero di altri edifici decadenti come la ex caserma di Porto Fluviale, un’area di oltre tre ettari che prevede il recupero in forma partecipata della caserma dismessa.

E poi l’ex Istituto Scolastico Don Calabria sarà demolito per lasciar spazio a una nuova struttura residenziale con giardino pubblico, un parcheggio, spazi per la collettività e circa settanta alloggi di edilizia residenziale pubblica

La pioggia di euro che arriva dal Pnrr sarà utilizzata dal Comune di Roma anche per migliorare l’approvvigionamento idrico e la riduzione delle relative dispersioni nella rete, nonché per realizzare un programma straordinario di completamento delle fogne nelle ex zone abusive.

Ricucire la città

In un recente convegno l’Assessore comunale all’urbanistica ha dichiarato: “vogliamo unire gli investimenti per la ricucitura della città con la sua proiezione nel futuro.

Il progetto Expo 2030, la realizzazione del Museo della Scienza di Roma, il rilancio del progetto Fori, la nuova Città del Cinema di Torrespaccata, il ridisegno di Pietralata, così come grande polo attrattivo per lo sport e ricerca con il nuovo stadio della Roma e il Rome Technopole sono i principali progetti che puntano a riposizionare Roma nel Paese e in Europa”.

La sfida è soltanto all’inizio. Roma può veramente cambiare volto. Del resto, la pandemia ha insegnato a tutti che ripartire commettendo gli errori del passato sarebbe un errore storico. 

Uno sbaglio imperdonabile è stato commesso costruendo enormi casermoni di edilizia pubblica senza prima pensare ai servizi e alla vivibilità dei luoghi. 

Adesso riqualifichiamo queste aree, rendiamo migliori queste scatole di scarpe in cemento armato tirate su in poco tempo, ma per il futuro basta Serpentoni, basta Torri. Basta emarginazione e degrado.  

Ufficio Stampa Uil Lazio 

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