PNRR: a che punto siamo?
01.03.2024
Il PNRR nello scorso anno è stato oggetto di un’operazione di restyling e revisione complessiva sia nelle riforme che negli investimenti che ne ha modificato il volto, tanto è vero che noi usiamo il termine di “nuovo PNRR”.
Infatti, nel mese di luglio del 2023 il Governo, a seguito di una ricognizione dei progetti del PNRR ha proceduto a riprogrammare e modificare il Piano ed inviarlo a Bruxelles.
Si tratta di un’operazione che prevede 16 miliardi di euro di definanziamenti di progetti e rimodulazioni di investimenti e riforme.
In particolare, si definanziano progetti per interventi volti alla transizione ambientale, digitale ed energetica; interventi per l’inclusione sociale e territoriale; rigenerazione urbana e i piani urbani integrati.
Le risorse derivanti dal definanziamento saranno destinate al finanziamento del nuovo capitolo del PNRR dedicato all’iniziativa REPowerEU.
Tra novembre e dicembre dello scorso anno le Istituzioni europee (Commissione e Consiglio) hanno dato “disco verde” a tale riprogrammazione.
Il PNRR a seguito di tale riprogrammazione passerà da una dotazione finanziaria di 191,5 miliardi di euro a 194 miliardi di euro.
L’incremento è dovuto per 2,7 miliardi di euro al finanziamento europeo dei REPowerEU e per 146 milioni di euro di sovvenzioni (fondo perduto) per l’aggiustamento del PIL.
La riprogrammazione del PNRR complessiva operata è pari a 21,4 miliardi di euro, comprese le nuove risorse aggiuntive e comprende 66 riforme (sette in più rispetto al piano originario), e 150 investimenti.
Le 7 nuove riforme sono relative al REPowerEU e le altre due riguarderanno la riforma delle politiche di coesione, per estendere alle politiche di sviluppo e coesione l’approccio orientato ai risultati del PNRR e il riordino degli incentivi alle imprese.
Cosa emerge dalla bozza della IV relazione semestrale al Parlamento?
La bozza della IV relazione semestrale al Parlamento contiene tutti gli obiettivi programmati nel secondo semestre del 2023. Ne emerge un quadro che ha consentito al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi prefissati per richiedere all’Unione Europea il pagamento della V rata.
Purtroppo, però registriamo un andamento lento nella messa a terra dei progetti del Pnrr.
Infatti, alla fine dello scorso anno, abbiamo speso soltanto il 44,5% di quanto ricevuto con le prime quattro rate dall’Unione Europea (102,5 miliardi di euro).
Cosa propone la UIL?
Servono provvedimenti concreti per accelerare la messa a terra dei progetti, attraverso un piano di efficientamento della Pubblica Amministrazione, con assunzioni di qualità e piani di riqualificazione per il personale già in servizio. servono assunzioni a tempo indeterminato nella Pubblica Amministrazione centrale e locale.
Occorre rivedere le deroghe, oggi a “maglia troppo larga”, che riguardano l’obbligo di assumere il 30% di donne e giovani con i bandi pubblici alimentati con risorse del PNRR.
Vi è la necessità di un cambio di paradigma per il coinvolgimento delle parti sociali solco del dialogo sociale rafforzato per l’attuazione, monitoraggio e valutazione del PNRR.
A quando il prossimo aggiornamento?
Il prossimo aggiornamento con la V relazione semestrale è per il prossimo mese di luglio.
Un po’ troppo in là. A nostro avviso serve una maggiore trasparenza nell’accesso ai progetti e all’avanzamento della spesa.
Il Governo proprio in questi giorni ha approvato l’ennesimo Decreto finalizzato all’accelerazione della spesa.
Un Decreto che accentra ancor di più le decisioni a “Palazzo Chigi” che avrà il potere, attraverso controlli, di commissariare le amministrazioni inadempienti.
Prendiamo atto dei poteri sostitutivi, per le Amministrazioni inadempienti, per l’attuazione del Piano. D’altronde non ci possiamo certamente permettere di perdere risorse vitali per il nostro sistema economico e sociale, ma al tempo stesso i commissariamenti rappresentano un fallimento della politica e della buona amministrazione.
Sul tema della trasparenza non ci sono provvedimenti volti alla consultazione pubblica dei dati inerenti all’attuazione del Piano e all’avanzamento finanziario e questo è un grave vulnus, che abbiamo più volte chiesto di superare e correggere.
Quanto alle risorse per portare a compimento i progetti definanziati con la revisione del Piano il Decreto propone un gioco da “risiko”: definanzia progetti di altri piani, utilizza risorse della coesione nazionale destinati per l’80% al Mezzogiorno.
A questo proposito abbiamo chiesto al Governo che si rispetti per il Mezzogiorno sia la quota del 40% delle risorse del PNRR, sia la quota dell’80% del Fondo Sviluppo e Coesione.
Intervista a Ivana Veronoese, Segretaria Confederale UIL, Servizio Lavoro Coesione e Territorio
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di Pierpaolo Bombardieri

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