Pensioni: pensare ai giovani

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14.04.2023

Quando parliamo di pensioni o previdenza, il primo pensiero va inevitabilmente alle nuove generazioni. Perché? Perché i giovani di oggi rappresentano il pilastro su cui in un domani sempre più prossimo si reggerà l’intero sistema di welfare del nostro paese.

Bisogna dire, però, che i ragazzi che stanno per affacciarsi al mondo del lavoro o che hanno appena iniziato la loro prima esperienza lavorativa, spesso, non hanno una conoscenza approfondita della materia previdenziale né hanno contezza delle difficoltà che presenta, oggi, il sistema pensionistico.

Dall’entrata in vigore della legge Dini, nell’ormai lontano 1995, il metodo principale di calcolo dell’assegno pensionistico è diventato quello contributivo.

Nello specifico, la riforma ha previsto che tutti i lavoratori il cui primo versamento contributivo sia successivo al 01/01/1996 (i cosiddetti contributivi puri) riceveranno delle pensioni calcolate interamente con il metodo contributivo.

LE CONDIZIONI PER LE PENSIONI OGGI

In sostanza, che cosa vuol dire calcolare la pensione con il metodo contributivo?

Significa corrispondere al pensionato un trattamento pensionistico il cui importo è parametrato al numero di contributi che lo stesso ha versato durante la propria vita lavorativa. Questo vuol dire che più contributi si versano, più alto sarà l’importo delle pensioni e più facilmente si raggiungeranno i requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico stesso.

Attualmente, a seguito dell’entrata in vigore della legge Fornero, si accede alla pensione con 67 anni di età e 20 anni di contributi, rispettando, però, per i soli contributivi puri. Un ulteriore requisito di natura economica pari ad 1,5 volte il valore dell’assegno sociale per la pensione di vecchiaia e a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale per accedere alla pensione contributiva anticipata prevista dalla stessa riforma Fornero (64 anni di età e 20 anni di contributi).

Ad una prima lettura, i numeri sopra enunciati possono sembrare particolarmente difficili da ricordare. In realtà, l’indicazione da tenere a mente è una sola: versare quanti più contributi possibile e farlo in maniera continuativa.

L’IMPEGNO DELLA UIL A SOSTEGNO DEI GIOVANI

Questo, purtroppo, è un discorso molto più semplice a dirsi che a farsi, vista la situazione di grave precarietà che da anni si riversa incessantemente sulle nuove generazioni, le quali faticano a trovare un posto di lavoro stabile e sicuro che permetta loro di costruirsi un futuro previdenziale certo. 

A tal proposito, il lavoro delle parti sociali è rivolto con sempre maggior insistenza ai giovani, affinché quello che dovrebbe essere un diritto inalienabile, non si trasformi in una vana speranza.

Questo deve portare ad una situazione di rassegnazione? Ovviamente no, le nuove generazioni sono il nostro futuro e la UIL continuerà a lottare al loro fianco per cambiare le cose. 

Per questo, bisogna dire basta ai contratti precari e spingere per l’assunzione a tempo indeterminato dei nuovi assunti.

Ma non solo, la UIL continuerà la sua lotta affinché sia introdotta una pensione di garanzia per i giovani che tenga conto del numero di anni di lavoro svolti, dei contributi versati e che valorizzi i periodi di formazione e di disoccupazione delle nuove generazioni.

IL FONDO DI PENSIONE

Ma c’è un altro punto da sottolineare, ed è l’importanza di iscriversi ad un fondo pensione. Per la UIL, bisogna riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare e sui fondi pensione, che molto bene hanno lavorato in questi anni. Ma spieghiamo meglio.

Accanto alla pensione “pubblica” o “di base” che ci verrà corrisposta una volta maturati i requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico obbligatorio, abbiamo la possibilità, attraverso l’iscrizione ad un fondo pensione, di costruirci una pensione “complementare”, che ci darà l’opportunità di integrare la pensione di base, così da ricevere un importo pensionistico maggiore.

L’adesione ad un fondo pensione è, ovviamente, volontaria, ma è fortemente consigliata soprattutto ai giovani, per alcuni semplici motivi: innanzitutto, perché il lavoratore può decidere liberamente quanto versare della propria retribuzione e quando interrompere i versamenti.

In secondo luogo, perché i soldi versati saranno investiti in “comparti sicuri”, che daranno un ritorno maggiore, in termini monetari, di quanto si è inizialmente versato; in terzo luogo, perché, se il lavoratore deciderà di versare il proprio contributo, anche il datore di lavoro sarà obbligato a versare la propria quota.

Tutti i contributi versati, opportunamente rivalutati, saranno successivamente corrisposti sotto forma di rendita, una volta maturati i requisiti di accesso alla pensione nel sistema obbligatorio, e andranno a completare e ad accrescere la pensione obbligatoria che, per le nuove generazioni, sarà sicuramente di importo più modesto.

Da qui, l’importanza, per i giovani, di iniziare a costruire fin da subito la propria pensione, per ricevere una rendita futura maggiore e per beneficiare di agevolazioni fiscali derivanti da un’iscrizione di lungo periodo.

Servizio Fisco e Previdenza UIL

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