PENSIONATI ITALIANI ALL’ESTERO: A VOLTE RITORNANO
12.03.2024
Pensionati italiani all’estero: è arrivato il momento del ritorno? Nei decenni passati, sempre più pensionati italiani hanno intrapreso l’avventura di trasferirsi all’estero per il clima più mite, i costi della vita più accessibili, gli sgravi fiscali e per raggiungere i figli trasferitisi fuori dall’Italia in cerca di un lavoro più stabile.
I paesi più gettonati per i pensionati italiani, secondo il Rapporto Inps- Fondazione Migrantes L’italia delle Partenze e dei Ritorni, sono:
- la Svizzera;
- la Germania (in calo);
- la Spagna;
- gli Stati Uniti;
- il Canada;
- l’Australia;
- la Francia;
- il Belgio (in calo).
Questi sono anche i Paesi che hanno accolto la maggioranza dei giovani italiani in cerca di stabilità lavorativa ed economica. La maggior parte dei pensionati italiani che vi si sono trasferiti sono infatti i genitori di questi giovani lavoratori.
Tuttavia, negli ultimi anni, si registra non solo un decremento del fenomeno migratorio (quindi sempre meno pensionati che se ne vanno dall’Italia) ma anche il ritorno in Italia di molti over 65 che hanno trascorso gran parte della vita lavorativa all’estero. Lo stesso Rapporto Inps-Fondazione Migrantes evidenzia come le domande per farsi erogare la propria pensione all’estero sono state nel 2022 solo 4.900, contro le più di 6.000 del 2018. Nel 2023 c’è stato un ulteriore calo.
Pensionati italiani all’estero, perché ritornano?
Ma perché i pensionati italiani all’estero tornano in Italia? Eclatante è il caso del Portogallo: in questo Paese, infatti, nel 2024 è stata eliminata l’esenzione fiscale (prima totale e dal 2020 con aliquota del 10%) che consentiva agli stranieri residenti non abituali un maggior potere d’acquisto rispetto a quello che avrebbero avuto nel proprio paese d’origine. Questo ovviamente ha fatto venir meno la principale attrattiva per la quale i pensionati italiani sceglievano il Portogallo come meta per stabilirsi.
Il calo tuttavia non si registra solo in Portogallo: secondo l’Inps, i pensionati italiani all’estero nel 2020 erano 296.944, mentre nel 2022 274.544 (circa 22 mila in meno).
Questo accade perché il rapporto costi/benefici del trasferimento all’estero non è più così favorevole.
A pesare principalmente è l’aumento dei prezzi globale, che non ha risparmiato i Paesi preferiti dai pensionati italiani all’estero. Molte di queste località inoltre non hanno un sistema sanitario pubblico, il che porta chi si trasferisce a dover necessariamente sottoscrivere un’assicurazione privata, spesso molto costosa.
In conclusione, il fenomeno dei pensionati italiani all’estero sta subendo un’inversione di tendenza, con sempre più persone che scelgono di fare ritorno in patria. Questo cambiamento può essere attribuito a diversi fattori: non solo l’eliminazione di vantaggi fiscali in alcuni Paesi di accoglienza e l’aumento dei costi della vita globali, ma anche aspetti legati alla qualità della vita e all’accesso ai servizi essenziali come il sistema sanitario che, per il momento, in Italia è ancora garantito.
Ufficio Comunicazione UIL Pensionati
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