La lezione della recessione tedesca

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30.06.2023

Citando un film, “Fin qui tutto bene, quando cadi il problema non è la caduta ma l’atterraggio”. La Germania è entrata in recessione “tecnica”, nel caso specifico Berlino ha dovuto incassare nell’ultimo trimestre 2022 un Prodotto interno lordo a – 0,5% e poi un altro a – 0,3%, anche se c’è ottimismo per il prossimo trimestre.

Eppure, con il PIL altri dati ci raccontano ancora un’inflazione a + 6,1% che sta mangiando via gli spazi di manovra dei consumatori, la spesa pubblica del Paese in contrazione del 5%.

Cosa sta accadendo?

Il primo punto è storico. Sono decenni che l’economia tedesca registra un saldo commerciale senza paragoni, ci si era posti la domanda se questo surplus nei conti con l’estero non stesse violando trattati europei. Colpisce che la Germania passò da una bilancia commerciale negativa da anni a una di colpo positiva con margini enormi.

Il punto di svolta? Provate a indovinare partendo dalla tabella qui di seguito.

Notato nulla? Certo che sì, il punto di svolta è il 2002, entra in vigore la Moneta unica, che si è rivelata un’ancora di salvataggio.

La Germania continua a crescere 

In una intervista Vincenzo Visco (ministro del Tesoro con Ciampi, Prodi e D’Alema), ebbe modo di dire: “La Germania continua a crescere a spese nostre, perché c’è un marco svalutato che è l’euro. E loro invece di espandere l’economia continuano ad accumulare avanzi sull’estero”. Tradotto, grazie all’euro la Germania si è trovata con una moneta svalutata a causa di alcune economie più deboli che ne fanno parte (Grecia, Spagna, Italia?) E senza pagare un prezzo come inflazione e tassi di interesse in crescita. Secondo alcuni analisti il marco tedesco da solo avrebbe dovuto toccare valutazioni almeno del 30% in più contro dollaro e la lira sarebbe scivolata fino al 50% in meno.

Sono anni che molti, quindi, considerano l’economia tedesca “dopata” per un vantaggio competitivo piuttosto artificioso e l’Italia è utilissima da questo punto di vista. Ma il doping quanto può ancora durare? Se guardiamo alla Germania di oggi i dati ci raccontano a marzo ancora un saldo delle esportazioni stellare, con un saldo di 16,7 miliardi di euro ma solo perché l’import (-6,4%) è crollato più dell’export (-5,2%).

Economia, guerra e pandemia

Seconda questione: la politica monetaria europea, la guerra. Prima il Covid, poi il conflitto che sta diventando estenuante. E le imprese che ne stanno approfittando per inventarsi l’inflazione che non c’è anche quando ha esaurito la propria spinta sui prezzi dell’energia. Il tema è stato affrontato dagli eredi della Merkel con un piglio molto sbrigativo, imponendo alla BCE un approccio molto duro.

A colpi di aumento dei tassi di interesse molto brutali (8 rialzi di fila toccando il 4%) si è abbattuto sui consumi, sui prestiti per l’acquisto di beni e sui mutui per la casa. Gli spazi di manovra dei Tedeschi si stanno riducendo, a esempio l’inflazione si è mangiata 500 euro della capacità di risparmio delle famiglie che, evidentemente, stanno usando più soldi per le spese correnti.

E se la Germania dovesse mai arrivare a un bivio drammatico nei prossimi anni, l’Italia non sarà certamente al sicuro. Specie se il doping non serve più come prima.

Francesco Leitner, Uil Milano e Lombardia

 

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