CONTRATTO ISTRUZIONE E RICERCA: TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE

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14.11.2022

Dopo circa quattro anni di attesa, la partita del contratto del comparto Istruzione e Ricerca si è sbloccata. L’accordo relativo alla parte economica interessa oltre 1.100.000 tra docenti e ATA e comporta un incremento medio di 100 euro lordi per tredici mensilità.

I DETTAGLI

È stato sottoscritto all’Aran – l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca. Cosa comporterà l’accordo? Un maggiore compenso economico, già a partire dalle prossime buste paga.

L’accordo, al momento, riguarda solo il lato economico e alle porte c’è la trattativa sulla parte normativa, ancora tutta da giocare, dove verranno affrontati i temi dei profili e degli ordinamenti professionali  del personale amministrativo,  la mobilità, la formazione, la valorizzazione Dsga, la contrattazione integrativa, le relazioni sindacali e il lavoro a distanza.

I NUMERI E LA PLATEA

Il contratto Istruzione e Ricerca interessa 1.232.248 dipendenti. Di questi, un 1. 154.993 appartiene ai settori scuola e AFAM.

L’accordo relativo alla parte economica, prevede un incremento del tabellare per tutti i dipendenti del comparto, nonché un incremento delle indennità fisse e ricorrenti. Secondo i dati tabellari, l’incremento medio lordo al mese per 13 mensilità per tutto il comparto di 98 euro. Sul fronte docenti, gli aumenti medi lordi ammontano a 101 euro.

L’intesa consentirà la corresponsione di arretrati per 2.362,49 euro medi per tutto il personale della scuola (per i docenti l’ammontare è di 2.450 euro medi). Gli arretrati e i benefici saranno erogati entro fine anno, come da impegno del Governo. La parte economica del contratto, inoltre, potrà essere incrementata delle risorse derivanti dalla legge di bilancio 2023.

Capitolo arretrati, altra questione spinosa che ha finalmente risposta. Il nuovo contratto firmato all’Aran prevede infatti anche il pagamento degli arretrati dovuti al comparto scuola, arretrati che interessano oltre un milione di persone. Questi, dovrebbero arrivare tra dicembre 2022 e gennaio 2023, e la cifra, in media, ammonta a 2064, 96 euro.

CONTRATTO SCUOLA: BUONA NOTIZIA? SI, MA SOLO SE PUNTO DI PARTENZA

L’accordo tra Aran e sindacati DEL COMPARTO ha suscitato grande soddisfazione tra le forze di governo. Per il ministro dell’Istruzione Valditara l’accordo dà “un primo segnale concreto sul tema delle retribuzioni, fondamentale per rivalorizzare e restituire autorevolezza alla figura del docente”.

Meno trionfalistico, ma comunque soddisfatto, il Segretario generale Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile che sul rinnovo del contratto ha sottolineato come si tratti di un punto di partenza, non di arrivo: la trattativa, dice, non è un successo eclatante ma è una boccata di ossigeno per tutto il personale del comparto. In un momento così difficile, con un’inflazione al 10%, bisogna ancora lavorare per trovare i soldi in finanziaria e bisogna negoziare la parte giuridica, già dal prossimo 15 novembre.

Su richiesta dei sindacati, per la prima volta, la trattativa per il contratto scuola è stata divisa in due parti (economica e normativa).

Il motivo è chiaro: le retribuzioni, troppo basse per affrontare il costo della vita e della crisi economica. Sono troppo basse per il personale tutto, ancora meno pagato rispetto a gran parte d’Europa, nonostante l’ottimo lavoro svolto in questi duri anni di pandemia, dove si è ritrovato ad affrontare situazioni insolite, difficili, complesse per le quali i lavoratori hanno dovuto inventarsi nuovi strumenti di insegnamento e di adattamento, senza mai retrocedere, dimostrando anzi grande spirito di flessibilità, professionalità, dedizione al lavoro e grande senso di responsabilità.

Ufficio Comunicazione Federazione UIL Scuola RUA

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