INPS: 125 anni di storia dell’Ente più grande d’Europa

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29.03.2023

II 3 marzo scorso si si sono tenute a Roma le celebrazioni per il 125° anniversario dell’INPS. Questo istituto rappresenta, oggi, la base del nostro Stato sociale e le fondamenta su cui si regge il nostro intero sistema di welfare.

UNA BREVE RICOSTRUZIONE STORICA

Facendo un brevissimo excursus di quello che è stato il percorso che ha portato alla fondazione e all’evoluzione dell’Istituto così come lo conosciamo, bisogna partire da una data e da una legge in particolare, la n. 350 del 1898, che istituì la Cassa Nazionale di previdenza per l’invalidità e per la vecchiaia degli operai. Questa era basata sul principio della libera sussidiarietà, in base al quale gli operai si iscrivevano volontariamente, senza alcun obbligo, e versavano, ciascuno, un contributo, che poteva essere integrato dal contributo, sempre volontario, del datore di lavoro. Non erano presenti vincoli all’entità ed alla durata del versamento, ma il diritto alla rendita sorgeva solo al raggiungimento dei 60 anni di età unitamente ad un determinato numero di anni di iscrizione.

L’assicurazione contro la vecchiaia e l’invalidità diventa obbligatoria, per i lavoratori dipendenti dell’industria e dell’agricoltura solo nel 1919, quando furono istituite le pensioni di vecchiaia e di invalidità, e viene introdotta l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria.

Nel 1943, con il Regio Decreto-legge 2 agosto 1943, n. 704, la Cassa acquisisce ufficialmente la denominazione di Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS).

Nel 1945, viene creato il primo fondo a ripartizione, che negli anni successivi sostituirà integralmente il precedente sistema a capitalizzazione, oggi previsto a fondamento della previdenza complementare, creando, così, le basi per quel patto intergenerazionale in base al quale i contributi versati dai lavoratori attivi finanziano le pensioni dei lavoratori oggi in riposo.

IL CAMBIAMENTO DEGLI ANNI ’90

Negli anni ’90, prendono il via una serie di riforme tese all’armonizzazione e alla razionalizzazione del sistema pensionistico, sia dal punto di vista gestionale-amministrativo, che, ovviamente, da quello finanziario, che portano alla privatizzazione di Casse previdenziali prima pubbliche, all’istituzione di nuove Casse private, e che proseguiranno negli anni Duemila con un sempre maggiore accentramento di funzioni nelle mani dell’INPS, derivante dalla soppressione dell’INPDAP, l’istituto previdenziale dei lavoratori del pubblico impiego, dell’ENPALS, l’ente previdenziale per i lavoratori dello spettacolo, e, da ultimo, dell’INPGI, l’istituto di previdenza dei giornalisti.

Oggi, l’INPS ha raggiunto numeri veramente imponenti, arrivando a gestire 386 miliardi di euro di entrate e 384 miliardi di euro di uscite, nei quali sono ricomprese tutte le prestazioni sociali e previdenziali erogate dall’istituto.

LA UIL CONTINUA LA SUA LOTTA PER UN INPS EQUO, TRASPARENTE E PARTECIPATO

La UIL chiede da tempo una riforma pensionistica equa e solidale, che tenga conto di tutte le fasce deboli della popolazione. Serve superare le rigide regole imposte dalla riforma Fornero ed applicare un metodo di uscita dal mondo del lavoro che sia flessibile, intorno ai 62 anni di età o con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età.

Bisogna dare risalto al fondamentale ruolo che le donne svolgono nel nostro sistema di welfare, valorizzando dal punto di vista contributivo il lavoro di cura svolto, anche se non coincidente con periodi di lavoro e prevedendo, per le lavoratrici madri, un anno di anticipo pensionistico per ogni figlio.

Per i giovani, poi, è necessario prevedere una pensione di garanzia che valorizzi previdenzialmente i periodi di formazione e disoccupazione, tenendo conto delle difficoltà che questi affrontano in un mondo del lavoro sempre più caratterizzato dalla precarietà di stage, tirocini e contratti a tempo determinato.

Propedeutica a qualunque discorso economico e finanziario è, però, la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale, per avere un quadro molto più chiaro della situazione, perché la spesa previdenziale italiana è in linea con la media europea, va soltanto fatta chiarezza.

REALIZZARE UN VERO SISTEMA DI WELFARE

Inoltre, per un sistema di welfare che sia veramente forte ed efficace, è necessario riformare l’Inps partendo dalla sua governance.

A tal proposito, dovrebbero essere riviste alcune funzioni attribuite agli organi componenti la struttura organizzativa dell’Inps, al fine della predisposizione di un efficiente sistema duale di governance dell’istituto. Nello specifico, è necessario che il CIV:

  • Definisca sì gli indirizzi strategici dell’ente, ma abbia anche il potere di controllarne, nel concreto, gli sviluppi.
  • Approvi in via esclusiva e vincolante il bilancio preventivo e consuntivo dell’istituto, che viene redatto dal Cda, in modo tale da permettere un corretto bilanciamento dei ruoli, senza che la decisione ultima spetti al ministro.
  • Dia il proprio parere vincolante per la nomina dei membri del Cda, nonché per la rimozione degli stessi e del Direttore generale.

Solo attraverso un sistema duale che riconosca il giusto bilanciamento dei ruoli, si potrà avere un Inps trasparente, efficiente, efficace e capace di svolgere pienamente la funzione di garante del nostro fondamentale sistema di welfare.  

Servizio Fisco e previdenza UIL

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