In Italia calano i salari reali negli ultimi 15 anni. Il rapporto dell’OIL

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21.12.2022

Lo scorso 2 dicembre, presso la sede di Roma dell’OIL, è stato presentato l’ultimo Rapporto mondiale sui salari, con un approfondimento sulla situazione salariale italiana.

L’analisi dell’OIL mostra come per la prima volta in questo secolo, nella prima metà del 2022, i salari reali sono diminuiti su scala mondiale dello 0,9 per cento.  In Italia, la perdita di potere d’acquisto nello stesso periodo è stata di quasi 6 punti percentuali, più che doppia rispetto alla media europea (-2,4 per cento).

La riduzione dei salari reali in Italia

La crisi pandemica prima, e l’aumento generale del livello dei prezzi dopo, hanno esacerbato nel nostro Paese una tendenza di lungo periodo di diminuzione dei salari reali, dovuta a problemi strutturali dell’economia italiana. Problemi che non vengono adeguatamente affrontati neanche dall’attuale Governo, come dimostrano le previsioni della recente manovra di bilancio.

L’analisi più generale dell’evoluzione dei salari reali nel periodo 2008-2022 presenta un incremento degli stessi nella maggior parte dei Paesi dell’EU. La crescita maggiore si è registrata nell’Europa Centrale. In Germania e in Francia, per esempio, i salari sono aumentati rispettivamente del 12 e del 6 per cento. L’Italia, invece, è tra le economie avanzate del G20, insieme a Giappone e Regno Unito, che ha registrato una notevole riduzione salariale: una contrazione di ben 12 punti percentuali – 6 volte maggiore rispetto a quella del Giappone e 3 volte maggiore rispetto a quella del Regno Unito- che ha eroso il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori negli ultimi 15 anni.

Aumento della produttività

L’OIL analizza anche il rapporto che intercorre tra salari e produttività. In Italia, tra il 2021 e il 2022, è stata registrata una crescita della produttività (95,2 per cento) e una diminuzione dei salari reali (92,7 per cento) con un delta salari/produttività del 2,5 per cento. Questo significa che un aumento delle retribuzioni, entro un certo margine, non solo è auspicabile, ma non avrebbe alcun impatto sul livello generale dei prezzi.

Rafforzamento della Contrattazione Collettiva

Infine, Il Rapporto dell’OIL elenca una serie di raccomandazioni politiche per contrastare tale erosione del potere d’acquisto dei salari dovuta all’elevata inflazione. Tra queste, risulta necessario e quanto mai urgente, favorire misure fiscali di supporto a famiglie e imprese, e rafforzare la Contrattazione Collettiva.  È fondamentale prevedere misure di adeguamento dei minimi salariali non solo tenendo conto di criteri economici, ma anche di aspetti sociali così come previsto dalla Convenzione OIL n. 131. Per questa ragione crediamo che il CCNL rimane lo strumento più efficace per adeguare i trattamenti economici e normativi e indirizzare l’economia verso un nuovo sentiero di crescita.

Servizio contrattazione UIL

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