Cosa si intende per greedflation?
12.04.2023
Prima di parlare di greedflation va precisato che l’economia parte anche da uno scaffale del supermercato. Vai a comprare una risma di carta, scopri che viene 6,90 euro e ricordi come fino a poco tempo fa viaggiava sì e no a 3,50 euro a pezzo.
Poi hai la fortuna di conoscere un manager di una nota importante impresa del settore e scrivi, chiedendo perché il raddoppio. Risposta: “Noi tutto abbiamo fatto tranne che raddoppiare i prezzi a quella catena”. Signori ecco servita la “greedflation”, l’inflazione dell’avidità. È utile impararlo in fretta, sono mesi che tutti parlano di inflazione che quindi è normale un aumento dei tassi di interesse, che stanno massacrando imprese e famiglie (prestiti e mutui andati alle stelle). Invece è un aumento del tutto diverso.
Greedflation: Dove sta la linea rossa?
Andiamo con ordine, in alto trovate il grafico figlio di un’analisi di Société Générale basata sui dati statunitensi che comprendono il quarto trimestre 2022.
Lo vedete? Linea nera tratteggiata è il costo unitario del lavoro, linea viola i costi unitari non lavorativi. Linea rossa, i margini di profitto unitari. Dove sta la linea rossa? Chilometri sopra i costi, con tendenza a salire di più rispetto a materie prime e lavoro (anche i costi in viola sono frutto di speculazione).
Non è un’informazione neutrale, ma ci dice qualcosa di importante.
La prima: dopo avere tagliato salari e immesso valanghe di precarietà, le imprese hanno trovato il modo di raschiare il fondo del barile, sottraendo ulteriori risorse alle famiglie.
Siamo arrivati al punto che un periodico economico come Fortune riporta come l’autore dello studio parli di una possibile fine del capitalismo. I numeri? Fortune racconta che la loro lista che raggruppa le 500 più importanti società hanno generato 1,8 trilioni di dollari di profitto, su 16,1 trilioni di fatturato, un record storico, parliamo di migliaia di miliardi di dollari.
Eppure, tra crisi Covid, crisi bellica e materie prime in volo i risultati non dovrebbero essere da record. Fortune arriva ad aprire al dibattito se non sia tempo di dare vita a controlli dei prezzi. A sua volta The Guardian sottolinea che nella prima metà del 2022 i margini di profitto delle imprese quotate sulla Borsa di Londra all’indice FTSE 300 hanno visto una crescita dell’89% rispetto ai margini pre-Covid.
Il risultato di tacita collisione
E arriviamo al nostro supermercato. I margini di profitto dei colossi britannici della Grande distribuzione (Tesco, Sainsbury Asda) sono arrivati a 3,2 miliardi di sterline di profitti, il 100% in più rispetto ai livelli pre-Covid. E il Guardian sottolinea: i margini di profitto più alti fatti dalle grandi società sono il “risultato di tacita collusione”. E, intanto, i salari sono al palo, quelli italiani addirittura in calo.
Conclusione: questo aumento dei prezzi non è inflazione, ma qualcosa d’altro e come tale andrebbe affrontata.
Qui arriviamo al secondo punto. Perché di solito l’inflazione (sana) funziona così. L’economia cresce, c’è maggiore richiesta di lavoro, i salari salgono, gli investimenti aumentano trascinando al rialzo i prezzi.
L’inflazione prodotta dai venditori
Si usa il termine “surriscaldamento” dell’economia per cui per “raffreddarla” tra le varie cose si aumentano i tassi. Ecco, questa volta non è andata così. Come dice bene uno studio statunitense, si tratta di una “inflazione prodotta dai venditori…” le imprese con poteri sui mercati di impennare i prezzi mentre si aspettano che i loro concorrenti facciano lo stesso. Si tratta di un implicito accordo”. E così hanno fatto. Qui caschiamo tutti. Mentre molti economisti chiedono un approccio innovativo al tema, Fed e Bce (le banche centrali Usa e Ue) hanno affrontato il tema da scolaretti e hanno applicato in modo pedissequo una strategia vecchia di 20/30 anni: un improvviso violento aumento dei tassi di circa 3,5% dopo anni di tassi a zero.
Finendo con il colpire un’economia che stava cercando di riallinearsi. Adesso sembra che timidamente la Bce si stia ricredendo, forse rendendosi conto che copiare la strategia statunitense (che va inquadrata anche nella guerra economica in corso contro la Cina) è deleterio per tutti.
Il report di Société Générale, citato da Fortune, lancia un avvertimento: “La fine della greedflation arriverà sicuramente. Altrimenti potremmo assistere alla fine del capitalismo. È un tema enorme che i legislatori non potranno ignorare a lungo”. Peccato che stia accadendo proprio il contrario.
Francesco Leitner
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