Festa Nazionale della UIL: gli interventi della prima serata

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15.07.2022

Ieri è iniziata la Festa Nazionale della UIL! Al primo dibattito, dal titolo “LA UIL TRA LE PERSONE. Un patto tra generazioni” hanno partecipato Emanuele Ronzoni (Segretario organizzativo UIL), Carmelo Barbagallo (Segretario generale UILP), Giuliano Zignani (Segretario Generale UIL Emilia Romagna), Priscilla Binda (Componente UIL – CNG, Consiglio nazionale giovani e ha moderato Antonio Passaro (Capo Ufficio stampa della UIL).

DI SEGUITO RIPORTIAMO PARTE DEGLI INTERVENTI DEI PARTECIPANTI:

Antonio Passaro: il tema del primo seminario è il patto tra generazioni. Sono presenti quattro persone che rappresentano momenti importanti della nostra storia. Prima di dar loro la parola, partiamo con un filmato che sintetizza la splendida esperienza di Uiltour, che ha visto la UIL impegnata sui territori per molti mesi su tematiche molte importanti che affronteremo anche in questi giorni. Questa festa è un momento di gioia perché c’è la gioia di stare insieme, ma non è un momento di leggerezza, perché è un approfondimento su tematiche importanti che vedono la UIL in prima linea.

Emanuele Ronzoni: Intanto grazie a tutte le ragazze e i ragazzi che hanno con il loro lavoro in questi mesi realizzato quello che stiamo vivendo oggi, sia a livello nazionale che dell’Emilia-Romagna.

Quando abbiamo immaginato di partire con l’esperienza del tour qualcuno era scettico. Tuttavia, abbiamo continuato perché abbiamo registrato l’esigenza delle persone di rincontrarsi dopo la pandemia, di stare insieme. E per noi era importante stare tra la gente per capire quali fossero le necessità.

Mentre facevamo il tour ci siamo detti, insieme agli amici dell’Emilia Romagna, che dovevamo creare anche momento ludico per stare insieme dopo questa pandemia che ci ha bloccato. Abbiamo scelto questa bellissima piazza, in questa località e in questo periodo, proprio perché volevamo incontrare tanti cittadini, anziani e giovani. E lanciare loro un messaggio, ovvero che la nostra organizzazione vuole essere protagonista del cambiamento.

Insieme abbiamo le possibilità e le capacità di creare una società più solidale, con più speranza, dove c’è condivisione. Dove le persone possano essere ritenute importanti, dove ci siano pari opportunità. Il nostro impegno è provare a dare un senso diverso a questa società coinvolgendo le persone e ascoltandole, permettendo loro di dare un contributo. Noi non abbiamo la verità in tasca, la nostra forza è quella di saper ascoltare. Noi ci occupiamo delle persone che vogliamo rappresentare. Coniugare l’impegno sociale a un momento di festa, questa piazza ha questo senso.

Giuliano Zignani: aver scelto questa piazza significa che la UIL vuole stare sempre più in mezzo alle persone e al territorio. Uiltour è stato un bellissimo percorso, abbiamo fatto parlare i territori, abbiamo fatto emergere le varie problematiche. Anche in questa fase congressuale non ho mai visto tanta partecipazione, tanti giovani e tanta voglia di confronto e discussione.

La UIL si pone al centro del dibattito politico sindacale e ai grandi temi di questo Paese. Io ho un sogno che non sono riuscito a realizzare ancora: vorrei andare nelle periferie di Bologna per poter dare assistenza a tutte le persone che ne hanno bisogno. Perché dove c’è il sindacato c’è democrazia. E c’è legalità.

Durante la pandemia ci sono stati momenti di grande difficoltà, ma noi siamo sempre rimasti aperti. Quindi grazie a tutti quelli che lo hanno permesso anche durante il covid. La UIL è un sindacato che guarda avanti e d’altronde passare da sindacato dei cittadini a sindacato delle persone è una svolta epocale che coglie il cambiamento della nostra epoca.

Carmelo Barbagallo: Il Segretario Pierpaolo Bombardieri sottolinea che dobbiamo usare il noi. Dobbiamo parlare con e non alle persone. Perché così si cambiano le idee. I pensionati vogliono una giusta assistenza. Quando vedevo le foto in bianco e nero c’era la rappresentazione di una speranza.

Draghi si è dimesso, ma ci sono state tante promesse e ora? È necessaria una legge sulla non autosufficienza. Abbiamo fatto aprire il congresso a una ragazza di 100 anni perché è l’unico che ha trovato aperto. Il nostro confronto con la gente ci mette in condizioni di farci conoscere.

Priscilla Binda: questa è una organizzazione che dà molto spazio ai giovani. Loro hanno tante richieste, ma anche tanta voglia di partecipare. I giovani hanno voglia di dialogare tra generazioni, vogliono una formazione di qualità non solo scolastica ma anche per entrare nel mondo del lavoro.

I colleghi che sono nei territori e nelle aziende vogliamo qualità e lavoro stabile. La maggior parte dei contratti sono precari e i figli si fanno tardi. Ma ci chiediamo quale sia il target che definisce chi siano i giovani, perché spostiamo sempre avanti il traguardo che devono raggiungere. Non riusciamo ad avere stabilità e non riusciamo a costruirci una famiglia

Antonio Passaro: Il patto tra generazioni cos’è? Quali sono queste generazioni?

Emanuele Ronzoni: Già da qualche tempo ci sforziamo di mettere insieme le esperienze con la dinamicità di chi è più giovane e stasera ne è un esempio (giovani e anziani) e metterlo come prima serata dà il senso di quello che vogliamo.

Ognuno deve mettere un pezzo per insegnare a chi è meno giovane per insegnare a chi avrò il futuro. Le persone anziane posso trasferire alcuni valori e noi vorremmo creare occasioni di crescita, progetti in cui anziani e giovani danno un contributo alla linea dell’organizzazione.

Una organizzazione che mette al centro la persone in quanto tale, al di là del profitto, dell’interesse, è un muro che va buttato giu. Ci possono essere delle difficoltà, ad esempio in questa fase congressuale stiamo facendo rispettare il limiti d’età perché anche i giovani devono assumersi delle responsabilità. Bisogna avere il coraggio di fare una scommessa che passa attraverso una responsabilizzazione dei giovani arricchita dall’esperienza delle persone anziane che possono evitargli di fare degli errori.

Antonio Passaro: Gli anziani “rubano” lavoro ai giovani? Come si concilia tema giovani e anziani sul lavoro nel territorio?

Giuliano Zignani: Il conflitto tra giovani e anziani è anche messo in campo da una classe politica che non ha idea di quello che sta succedendo all’interno della nostra società. Ad esempio, non affrontano il tema delle tenzioni e si contraddicono. Vorrei fare una riflessione: in riviera ogni albergo 15/20 giorni fa cercava personale che non trovava. Anzitutto i ragazzi vanno pagati nel rispetto dei contratti collettivi nazionale di lavoro, ma inoltre la pandemia ha accelerato il percorso nel mondo del lavoro.

Noi stiamo formando giovani in maniera avanzata a livello europeo, ma che non trovano sbocchi nel lavoro e quindi dobbiamo capire cosa cambiare. Questo vale sia per la scuola che per l’orientamento.ci sono una serie di aspetti che vanno visti, che si chiami patto o non patto. Dobbiamo vedere realmente come tra generazioni ci si aiuta. L’altro giorno ho ascoltato intervento di PierPaolo Bombardieri che sintetizzo: fate largo ai giovani. E ha ragione. I giovani sono il futuro del sindacato e della società.

Carmelo Barbagallo: Da giovane metalmeccanico ho iniziato a frequentare la UIL e ho visto in presidenza solo persone anziane. E ho capito che il potere non lo regala nessuno e cari giovani non lo regalerete neanche voi quando lo avrete, perché bisogna sgomitare.

Giovani e anziani solo correndo insieme possono arrivare prima dove vogliono arrivare. Dobbiamo finanziare digitalizzazione attraverso tv pubblica e privata.

Ci sono 1,7 lavoratori per ogni pensionato. Se non stiamo attenti molte aziende chiudono perché non hanno capito che sono cambiati i consumi. La proposta di PierPaolo Bombardieri di dare ai giovani lavoro stabile è giusto. Gli anziani dovrebbero fare servizio civile e lavori socialmente utile. Se se ne va prima l’anziano non è vero che viene sostituito da uno giovane. Dobbiamo proporre indeterminato per i giovani per accumulare contributi che servono per le loro pensioni e coinvolgere in lavoro socialmente utile. Con i giovani bisogna discutere seriamente e assieme per fare un patto tra di noi.

Priscilla Binda: quando si parla di conflitto tra generazioni penso che come UIL sindacato delle persone dobbiamo smontare quella narrazione che va a creare il conflitto.

Tipo le aziende lamentano che non possono assumere perché non possono licenziare anziani. Agli anziani invece raccontano che i giovani non vogliono lavorare ecc… non è vero! Molti hanno un titolo di studio superiore alla mansione; aumenta la fuga di cervelli perché preferiscono andare all’estero per ristorazione e turismo ad esempio perché non vogliono lavorare in nero.

Antonio Passaro: L’Istat dice 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e tra 18 – 34 anni sono 4 volte più poveri di quelli del 2005. In più 7 giovani su 10 vivono con i genitori.

Priscilla Binda: Problema è sempre lavoro in nero, contratti giornalieri, settimanali o stagionali e un giovane come può pensare di crearsi un futuro? Certo che vivono con i genitori perché come fanno a pagarsi un affitto? Nel nord Europa hanno la possibilità di essere completamente autonomi.

Antonio Passaro: voi giovani fareste un nuovo ’68?

Priscilla Binda: Sì effettivamente una difficoltà c’è e il lockdown ha aggravato il saper fare gruppo. Quindi sui territori dobbiamo continuare a creare queste occasioni.

Dobbiamo fornire le gambe che sono veloci e dare la strada giusta facendogli capire che sono parte di un progetto e che sono ascoltati. Diamogli gli strumenti, prendiamo tutto il loro entusiasmo e traduciamolo in forza. Facciamogli capire che anche se non arrivi subito bisogna perseverare e imparare dagli sbagli che ci sono stati.

VIENE PROIETTATO VIDEO ZERO MORTI SUL LAVORO – CAMPAGNA UIL

Antonio Passaro: il senso del video è sottolineare l’importanza della nostra campana Zero Morti Sul Lavoro.

Emanuele Ronzoni: Situazioni come queste sono troppe e per questo la UIL è stata la prima a mettere nel dibattito politico sindacale l’esigenza di maggior sicurezza. Quando abbiamo lanciato la campagna ci hanno detto: “ma che dite? Neanche c’è lavoro!” e invece noi abbiamo capito che nonostante questo, le morti non diminuivano.

Abbiamo messo al centro questo tema che comporta stragi, questioni drammatiche a cui bisogna dare risposte. Il Presidente della Repubblica, il Papa, lavoratori e familiari delle vittime ce lo dicono: dobbiamo continuare. Non si può uscire per andare a lavorare e non fare ritorno a casa. Ancora ci sono incidenti che accadono perché qualcuno non fa bene il suo lavoro. Questa campagna sensibilizza tutti e volevamo farla solo per 2021 e invece continuerà fino a quando obiettivo di zero morti non verrà raggiunto.

Antonio Passaro: tantissimi personaggi di cultura, sport ecc. ci hanno sostenuto con il famoso segno dell’ok e dobbiamo ringraziare PierPaolo Bombardieri che ci ha creduto veramente. Il momento non era facile a causa del covid e invece no. Bisogna andare avanti con questa battaglia. Il problema della sicurezza del lavoro c’è sempre stato.

Carmelo Barbagallo: Io sono molto sensibile perché avevo due nonni morti così. Uno edile morto dal fabbricato, l’altro mugnaio con malattia professionale. Tutti e due nati prima che io nascessi. Non ho avuto i nonni. PierPaolo Bombardieri bisogna anche alzare asticella se non capiscono!

Li hanno assunti istruttori del lavoro che avevano detto?  Bisogna condannare questi delitti per quello che sono.

Giuliano Zignani: Quando noi abbiamo parlato nelle scuole ai giovani di sicurezza del lavoro erano attentissimi. Allora iniziamo a formare anche i ragazzi. Il sindacato non deve solo chiedere i controlli ma fare un cambiamento culturale, perché la nostra è una battaglia culturale.

Quando Sali le scale di un comune e chiedi risposte su queste aziende mafiose e nessuno dice nulla e allora bisogna ridurre drasticamente quello che sta succedendo.

Priscilla Binda: Su tema zero morti le idee sono le stesse. Il problema è anche culturale come detto perché bisogna andare nelle scuole. Bella anche l’idea del game molto immediata. Rifiutiamo quella narrazione falsa per cui devi lavorare 16 ore allora hai incidente, e invece ti dicono: “fallo altrimenti sei un fannullone” e invece bisogna insegnare ai giovani che è sbagliato

Antonio Passaro: tweet per chiudere: tra 20 anni come vedete questa piazza?

Giuliano Zignani: una UIL che diventa il primo sindacato italiano.

Emanuele Ronzoni: possiamo diventare pure prima dei 20 anni, anche tra poco. Mi immagino una organizzazione che continui a dare spazio presenza e pari dignità a tutti.

Carmelo Barbagallo: non siamo secondi a nessuno. Poi dobbiamo evitare di lasciare ai nostri nipoti un debito pubblico altissimo e dobbiamo incalzare i governi e recuperare le tasse, combattere corruzioni, usure: quando la smetteranno? Bisogna ricordarglielo ogni giorno.

Priscilla Binda: immagino io di essere da quella parte e dalla mia altri giovani e che quindi tutto questo percorso ha funzionato.

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