Discorso sullo Stato dell’Unione: MANCA IL PATTO DI STABILITÀ
13.09.2023
“È tempo che l’Europa torni a pensare di nuovo in grande e che sia artefice del suo destino”. Così Ursula Von Der Leyen ha concluso il suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione. La Presidente della Commissione è convinta che la reazione forte e compatta degli Stati Membri, in pandemia prima, e contro la guerra poi, debba spazzare via ogni dubbio sulla fattibilità di un’Europa verde, digitale e geopolitica. I sindacati lo sono un po’ meno. Perché ai grandi proclami ancora non seguono azioni concrete, almeno sul piano sociale.
Certamente questi anni di crisi hanno catalizzato importanti passi in avanti sui diversi fronti delle politiche comunitarie. Ne sono la prova il Fondo SURE che ha salvato milioni di posti di lavoro in tutta Europa e il Next Generation EU, il piano di investimenti in riforme sociali e innovazione da 800 miliardi di euro. Ma il lavoro è tutt’altro che compiuto.
Il Green Deal e la nuova Val Duchesse
Innanzitutto, alluvioni, incendi e siccità causati dal cambiamento climatico obbligano l’Europa a cambiare rotta e, per Von Der Leyen, il Green Deal è la bussola. Ma la decarbonizzazione deve andare di pari passo con il lavoro decoroso. La Presidente della Commissione, in proposito, rimarca il concetto: “Nessuno deve rimanere indietro”. Sostenibilità, competitività e una società equa devono e possono coesistere. La proposta è abbracciare la complessità della trasformazione intensificando il dialogo delle istituzioni con le parti sociali. È a questo punto della relazione che la Presidente della Commissione annuncia una Nuova Val Duchesse.
A quasi quarant’anni dal primo esperimento di dialogo sociale per opera di Jacques Delors, Von Der Leyen propone di fare lo stesso. Ancora una volta, nella piccola cittadina belga, sindacati e imprese si riuniranno intorno allo stesso tavolo per un nuovo vertice tripartito.
A parole, il progetto è condivisibile. Il dialogo sociale è una grande conquista nella vita democratica delle istituzioni comunitarie. Tuttavia, rimangono fumose e indefinite le azioni concrete a sostegno della società equa di cui la stessa Von Der Leyen parla. Di cosa si dibatterà a Val Duchesse? Di fondo sovrano europeo? Un nuovo Piano Sure? Questo non è dato saperlo. E il resto del Discorso non fa ben sperare.
Il Discorso sullo Stato dell’Unione e le sfide dell’Unione
Tra le priorità dell’Unione elencate, infatti, spiccano le problematiche di accesso al mercato del lavoro, gli ostacoli, burocratici e non, alle attività economiche negli Stati dell’Unione e, infine, l’inflazione nella catena di approvvigionamento delle materie prime.
È in questo contesto che la Presidente inaugura la nuova figura di Rappresentante Speciale delle Piccole e Medie imprese e ripromette di ridurre gli obblighi di comunicazione a livello comunitario del 25%. Poi condanna duramente ogni forma di concorrenza sleale, riferendosi ai prezzi delle auto elettriche cinesi, tenuti artificialmente bassi dagli aiuti di Stato. Su questo fronte la Von Der Leyen spende molte parole. Spiega che la Commissione è decisa a combattere questa distorsione del mercato con un’inchiesta anti-sovvenzioni, senza però chiudere i rapporti con Pechino. È il cosiddetto “Derisking not decoupling” fatto proprio dall’esecutivo comunitario.
Perciò, mentre lavoratrici e lavoratori aspettano qualche parola sul fronte sociale, la Von Der Leyen glissa e si focalizza sul facilitare le imprese nell’accesso alle catene di approvvigionamento globale, come anche alle nuove tecnologie.
Il futuro dell’Ucraina è in Europa
Senza ulteriori rimandi a questioni inerenti i welfare state, la Von Der Leyen interviene poi sulla politica estera. Infatti, rinnova il sostegno a Kiev contro l’invasione russa: “Saremo sempre al fianco dell’Ucraina, fino a quando sarà necessario. Perché il futuro dell’Ucraina è in Europa”. E non solo il suo. La Presidente della Commissione si concentra perciò sull’importanza strategica e politica della prospettiva di allargamento.
Il quadro dei temi toccati dalla Presidente non sarebbe completo senza annotare anche le dichiarazioni in tema migrazioni. Tanto è vero che la Von Der Leyen ha sottolineato la necessità di un’azione unita e lungimirante degli Stati Membri in materia, combinando sicurezza e umanità, sovranità e solidarietà, protezione delle frontiere e delle persone. Stando alle sue parole, il nuovo patto sulle migrazioni e l’asilo potrebbe dare risvolto concreto a questi propositi. Ad oggi, però, rimangono tali.
Il grande assente
In questa veloce sintesi del discorso sullo Stato dell’Unione, è chiaro quindi che le tematiche sociali non siano in cima alla lista dell’Agenda della Commissione. Anche perché c’è un altro grande assente: il patto di stabilità. Le regole sul pareggio di bilancio e il debito sovrano che potrebbero colpire duramente il welfare dei Paesi Membri, non hanno spazio nel Discorso sull’Unione. Una questione tanto delicata è relegata al non detto. E a parlare allora sono i sindacati.
Primo fra tutti, l’Unione Italiana del Lavoro, impegnata da tempo nella campagna “Patto di Stabilità, no grazie” che rinnova la sua battaglia contro l’austerity. Non a caso, il prossimo 13 ottobre sarà a Parigi insieme ai sindacati francesi ed europei “per chiedere il superamento dell’austerità che ha minato e continua a minare lo stato sociale”. L’Europa, dunque, si mobilita a riprova del monito di quello stesso Delors a cui la Von Der Leyen si ispira: “Non ci si può innamorare di un mercato”. PIL e moneta non bastano per l’integrazione. Serve un’Europa Sociale.
Articoli Correlati
L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

Categorie
I Più Letti
La quattordicesima mensilità (o tecnicamente “somma aggiuntiva”) è una prestazione che l’INPS eroga d’ufficio ogni anno, solitamente nel mese...
L’Estratto Conto Certificativo (ECOCERT/ECOMAR) è un documento che attesta i contributi che un lavoratore ha versato durante la sua...