Ok, il prezzo è giusto? Adoc contro il caro prezzi

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18.05.2023

Combattere il caro prezzi che sta riducendo sul lastrico le famiglie, costringendole a condurre uno stile di vita sottotono, a cambiare abitudini e a fare i conti con un’inflazione che continua a rosicchiare stipendi, pensioni e risparmi. È questo l’obiettivo della campagna di informazione dell’Adoc Nazionale, l’Associazione di difesa e orientamento dei consumatori. 

Con lo slogan, “Ok, il prezzo è giusto? No alle speculazioni, giù i prezzi, carrelli pieni con prodotti di qualità”, la campagna si estenderà su tutto il territorio nazionale, dalle grandi città ai piccoli borghi, con iniziative mirate per sensibilizzare i consumatori a non subire questa ingiustizia e non piegarsi a prodotti scadenti che possono nuocere alla salute. Testimonial Marisa Laurito che per l’occasione ha prestato il suo volto per la campagna.

In Italia oltre 2 milioni di famiglie in povertà

In Italia, oltre 2 milioni di famiglie sono in povertà assoluta, bassi stipendi e magre pensioni vengono erosi da un’inflazione molto alta. La mancanza di adeguamenti salariali, inoltre, limita ancor di più il potere d’acquisto allargando la forbice della disuguaglianza tra le persone – ha spiegato Anna Rea, Presidente Adoc Nazionale – ci troviamo di fronte a una situazione grave e allarmante che deve trovare risposte immediate e concrete. 

Il prezzo dei prodotti di largo consumo cresce esponenzialmente e le persone ormai faticano a fare la spesa e a comprare prodotti per la propria sopravvivenza. Servono provvedimenti immediati per fermare la speculazione che arriva sulle nostre tavole. Dall’origine all’ingrosso, fino al dettaglio, bisogna intervenire sulla catena del valore dei prezzi.

Inflazione e retribuzioni

Dopo anni di inflazione bassa o negativa, e in seguito agli effetti del conflitto russo-ucraino, nel corso del 2022 e nei primi mesi del 2023, l’inflazione in Italia ha superato l’8%, di fatto erodendo di una mensilità retributiva la capacità di consumo delle famiglie. È quanto emerge dal rapporto curato da Eures e Adoc e diffuso in concomitanza del lancio della campagna contro il caro prezzi. Sempre secondo l’indagine, nel 2022 il differenziale inflazionistico tra le famiglie con livelli di spesa più esigui e quelle più agiate raggiunge i 4,9 punti percentuali (+12,1% contro +7,2%), a fronte di 0,8 punti nel 2021. 

La forte crescita dei prezzi ha spinto al rialzo i valori della spesa per consumi delle famiglie che hanno raggiunto nel 2022 i 1.116 miliardi (90 miliardi in più rispetto ai 1.028 del 2021), accompagnati tuttavia da una forte flessione del potere d’acquisto (-3,7% nel quarto trimestre 2022 su base tendenziale). Tra gennaio 2022 e gennaio 2023, la tendenza vede crescere i valori della spesa del 6,2%, mentre i corrispondenti volumi registrano una flessione di 2,4 punti percentuali. Ciò vale in particolare per i beni alimentari, più colpiti dalla fiammata inflazionistica e per i quali la divaricazione tra volumi (-4,4%) e valori (+7,5%) subisce una più forte accelerazione. Ciò significa che le famiglie acquistano di meno e spendono di più. 

Gli effetti dell’inflazione sui comportamenti dei consumatori 

L’inflazione ha determinato cambiamenti nei comportamenti di consumo delle famiglie. Nel 2022 la quota di mercato dei discount ha infatti raggiunto il 22%, rispetto al 18% del 2019, e i prodotti a Marchio Del Distributore (Mdd) hanno raggiunto vendite pari a 12,8 miliardi, in crescita del 9,4% sul 2021. 

Il tentativo dei consumatori di comprimere i costi virando su prodotti più convenienti, tuttavia, non ha consentito di evitare un aumento generalizzato dei prezzi che, peraltro, ha registrato incrementi disomogenei nelle diverse città. Tra il 2022 e il 2023, considerano i soli beni alimentari essenziali come pane, pasta, olio, uova, zucchero e caffè, i costi sono aumentati del 26,7% nella provincia di Bologna, del 26,1% a Napoli, del 22,9% a Roma, del 20,5% a Palermo, del 19,7% a Firenze e del 18,8% a Milano, cui corrisponderebbe, in valori assoluti, a un aumento della spesa familiare annua compreso tra i 1.506 euro di Bologna e i 1.060 di Milano.

Fermare la speculazione

Gli aumenti generalizzati dei prezzi al consumo impongono una risposta immediata per fermare la speculazione che arriva sulle nostre tavole. Dall’origine all’ingrosso, fino al dettaglio, bisogna intervenire sulla catena del valore dei prezzi. Serve un’alleanza comune – ha affermato la Presidente di Adoc, Anna Rea, tra tutte le Associazioni dei consumatori, delle aziende agricole e dell’agroalimentare contro le speculazioni e chiedere alle Istituzioni, a partire dal Governo, di intervenire subito sulla grande distruzione organizzata che, nei fatti, determina il prezzo dei prodotti, confezionati e freschi. Per la Presidente dell’Associazione dei consumatori bisogna inoltre rafforzare e potenziare il ruolo di Mister Prezzi che, insieme alla Commissione di allerta rapida, definita con l’ultimo Decreto Trasparenza, avvii azioni concrete, al centro come in periferia. In questa stagione di emergenza, una prima risposta può avvenire attraverso l’eliminazione dell’IVA dai prodotti alimentari di largo consumo.

Ufficio Stampa Adoc Nazionale

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