Continuano le mobilitazioni dei lavoratori della Cultura

2' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
100%
È fantastico!!!
0%

20.07.2022

Il 4 luglio scorso, davanti alla sede del Ministero della Cultura, e in altre province di Italia, lavoratrici e lavoratori della cultura manifestavano per la drammatica situazione in cui versa il settore. Tutele e diritti dovrebbero rappresentare le fondamenta del lavoro. Eppure, spesso non è così. Ecco perché, a seguito della prima mobilitazione, ne sono seguite altre.

LA VERTENZA DEI MINISTERO DELLA CULTURA CONTINUA

Lo scorso 13 luglio si è tenuta l’assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori, organizzata da CGIL CISL e UIL. Il personale ha dato mandato ai coordinatori sindacali di proseguire le iniziative di rivendicazione. Come? Sottoscrivendo un ordine del giorno in cui, nel ricapitolare le molteplici situazioni irrisolte (leggile qui), un ruolo rilevante assume la richiesta di incontro direttamente con il ministro Franceschini nel prossimo mese di agosto.

L’attuale crisi di Governo impone un ulteriore ostacolo per le organizzazioni sindacali, ma Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa hanno ricevuto pieno e formale mandato di organizzare una giornata di sciopero per il mese di settembre qualora l’incontro auspicato non dovesse concretizzarsi.

Nel frattempo, è stata considerata anche la possibilità di rifiutare il lavoro straordinario. Si passano al vaglio anche altre iniziative nazionali per sensibilizzare il vertice politico a considerare la vertenza in tutta la sua drammatica urgenza.

Bisogna agire e farlo nel più breve tempo possibile. Ricordiamo, ad esempio, che non è stato sottoscritto l’accordo che consentirebbe, su base volontaria, ulteriori aperture dei luoghi della cultura nei giorni festivi. E si tratta di una condizione necessaria a realizzare le numerose iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale italiano, spesso e volentieri ideate senza alcuna consapevolezza del personale effettivamente in servizio e con carichi di lavoro ormai insostenibili. Questa e molte altre le motivazioni che spingono lavoratrici e lavoratori a far sentire più forte la propria voce.

 

UILPA MIC

Articoli Correlati