Brevetti: l’Italia all’11° posto

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20.04.2023

L’Italia è un paese notoriamente creativo in tutti i campi, eppure ha storicamente una bassa propensione ai brevetti.

Forse, il nostro ingegno passa per altre vie, rispetto a quelle canoniche della ricerca di base o dei centri studi. Qualcuno, infatti, ha parlato nel nostro caso più propriamente di creatività ri-creativa, implicita e mimetizzata al nostro DNA, così come affermato dal sociologo Francesco Morace.

Sta di fatto, che dal primo brevetto, risalente al 1421, quando l’architetto Filippo Brunelleschi ebbe una licenza di tre anni per l’invenzione di una chiatta che dava la possibilità di trasportare in maniera meno gravosa i blocchi di marmo lungo il fiume Arno, non abbiamo mai brillato in brevettazioni. Ben lontani come siamo dagli altri Paesi industrializzati come Stai Uniti, Germania, Francia, Giappone o Corea del Sud.

I dati dell’ufficio europeo dei brevetti (UEB)

Ogni anno l’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) – che si trova a Monaco di Baviera – ci fornisce dei dati rispetto al numero totale dei brevetti mondiali, redigendo l’Epo Patent Index. 

In generale, l’UEB ha ricevuto 193.460 domande nel 2022, con un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente; un risultato considerato ottimo, perché, così come sottolineato nel report, “l’ascesa del numero di domande di brevetto [è] un indicatore precoce degli investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo” e “che l’innovazione è rimasta solida lo scorso anno nonostante le incertezze economiche in tutto il mondo”.

Ottimi risultati sono stati riscontrati nei settori delle tecnologie digitali, delle batterie e dei semiconduttori.

Riguardo al digitale, è la comunicazione (+11,2% sul 2021) ad essere stata ancora una volta il settore con il più alto numero di domande di brevetto, seguite da vicino dalla tecnologia medica (+1,0%) e dalla tecnologia informatica (+1,8%). Un boom, quello del digitale, che coinvolge a cascata altri settori, come sanità, trasporti e agricoltura.

Un aumento importante ha riguardato il settore dell’elettrico rispetto a macchinari/apparecchi/energia con un +18,2%. Campo questo dove si inseriscono le invenzioni sull’energia pulita – in rapida crescita – posizionandosi tra i primi dieci settori tecnologici, trainati in parte dall’avanzamento delle tecnologie delle batterie (+48,0%). 

Buoni incrementi hanno avuto anche i settori dei semiconduttori (+19,9%) e della tecnologia audiovisiva (+8,1%). Mentre la brevettazione nel settore farmaceutico ha continuato la sua costante crescita (+1,0%). 

Tra gli Stati, in cima alla classifica troviamo Cina e Stati Uniti, con a seguire Germania, Giappone, Cina e Francia. 

Il trend tecnologico

Per quanto riguarda il trend tecnologico, l’UEB riscontra un aumento notevole delle domande dagli USA; invenzioni che riguardano soprattutto la comunicazione digitale il comparto dell’elettrico legato a macchine, apparecchi ed energia. 

In Europa, le aziende hanno presentato meno domande nella comunicazione digitale, ma molto di più nell’informatica, nella tecnologia medica e biotecnologia. 

Per il 2022, in Italia si registra una lieve flessione di domande per nuovi brevetti: sono 56 le richieste di brevetto in meno rispetto al 2021. Un calo che non si registrava dal lontano 2013. 

Quest’anno è stato il settore farmaceutico a far in modo che il calo non fosse più drastico, in considerazione del fatto che i nostri driver tradizionali sono quantitativamente in flessione. E parliamo di settori come i trasporti, i macchinari e l’ingegneria civile.

Nel nostro Paese, aziende e inventori hanno depositato nel periodo considerato un totale di 4.864 domande, il secondo numero più alto di sempre, ma leggermente inferiore al record del 2021, pari al -1,1 per cento.

Brevetti della farmaceutica in crescita

Negli ultimi cinque anni, e tenendo in considerazione il nostro ambito continentale, l’Italia mostra un saldo in crescita del 10 per cento, attestandosi all’11° posto per domande di brevetto presentate globalmente a Monaco e al 5° posto tra i 27 Paesi della Ue.

Il nostro settore trainante è risultato la farmaceutica (+12,3% sul 2021). Segue quello dei macchinari speciali con il 9,6%. Il settore dell’handling, quello più importante, comprendente anche gli imballaggi, è in calo del 2,5% e quello dei trasporti vede un calo dell’8,8%.

A livello regionale, la Lombardia risulta l’unica regione in grado di superare le mille richieste (31,8% del totale delle domande italiane). Seguono Emilia-Romagna (16,2%) e Veneto (14%). 

Se i brevetti rappresentano uno dei principali indicatori dell’attività inventiva ed innovativa e sono sempre più utilizzati come indicatore tecnologico, c’è da preoccuparsi della situazione italiana? 

Domanda lecita, soprattutto in tempi di grandi rivolgimenti tecnologici. Però, non siamo in presenza di crolli o inversioni brusche di tendenza, rispetto al trend del nostro Paese. Inoltre, va specificato che non tutte le invenzioni possono essere brevettate. Quelle, ad esempio, nel campo del design, nel software e nel settore dei servizi, non sono coperte dal sistema brevettuale, e in alcuni di questi noi eccelliamo.

Va anche sottolineato che in Italia la struttura economica è fatta da piccole e medie imprese. E per quanto riguarda la brevettazione, sono le grandi imprese a ricorrervi con più frequenza, rispetto alle piccole. 

Al settimo posto per le pubblicazioni scientifiche

Inoltre, secondo un’indagine della National Science Foundation, nel 2021 in Italia sono stati pubblicati 71.480 articoli scientifici, pari al 2,9% delle pubblicazioni mondiali, collocando il nostro Paese al settimo posto nella classifica delle pubblicazioni scientifiche. 

Parliamo di quantità e non di qualità, ovviamente, ma è evidente che a un numero relativamente basso di brevetti non corrisponde un altrettanto basso livello di creatività e capacità. Tuttalpiù rimane tutto in piedi il problema della valorizzazione a pieno di tutti quei cervelli che il nostro Paese possiede e che troppo spesso non vengono valorizzati abbastanza. 

Far sistema è una virtù su cui è necessario impegnarsi affondo.  E non si brevetta…

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